Notizie Criptovalute Bitcoin e oro sui massimi, una contraddizione? Il parere dell’esperto

Bitcoin e oro sui massimi, una contraddizione? Il parere dell’esperto

5 Marzo 2024 16:34

Il rally del Bitcoin sta rubando la scena sui mercati finanziari, grazie ad una cavalcata che in poche sedute ha riportato la cryptovaluta più importante a ridosso del record storico del 2021. Una performance figlia anche dell’assetto “risk on” dei mercati, con una marcata propensione al rischio che sostiene le attività relativamente meno “sicure” ma in grado di generare rendimenti più elevati.

Eppure, anche l’oro, il bene rifugio per eccellenza, sta registrando un rialzo significativo in questa prima parte del 2024 e viaggia sui massimi storici in area 2.127 dollari l’oncia. Per cercare di comprendere questa fase di mercato, apparentemente contraddittoria, abbiamo interpellato Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote e autore del libro “I segreti per investire sull’oro”.

Bitcoin ad un passo dal record storico

Il Bitcoin, afferma De Casa, “sta salendo con la classica volatilità che contraddistingue i suoi rally rialzisti e che ha spinto la criptovaluta per eccellenza a sfiorare i precedenti record”, ovvero i 68.991,85 toccati nel novembre del 2021.

“L’obiettivo sembra quello dei 69.000 dollari, grazie ad una fase fortemente positiva che arriva a ridosso dell’halving e dopo le news dell’America sugli ETF dei mesi scorsi. Questo ha determinato una domanda importante, anche da parte degli investitori istituzionali, nonché molte coperture di chi era short ed è rimasto schiacciato dalla risalita delle ultime settimane”, afferma l’analista.

Nelle ultime otto sedute l’asset digitale ha guadagnato circa il 25%, mentre da inizio anno il rialzo è superiore al 61%, con volumi significativi.

Perchè l’oro sta salendo nonostante la propensione al rischio

“Ci troviamo in uno scenario complessivo ‘risk on’, tendenzialmente favorevole per il Bitcoin ma non per l’oro”, sottolinea De Casa. E allora perché questo rialzo anche del metallo giallo?

Per l’analista, “l’oro non aveva ancora prezzato a pieno lo scenario degli ultimi mesi”, caratterizzato da una progressiva disinflazione e dalle aspettative di tagli dei tassi. “Di fatto, l’anno scorso siamo stati in un contesto sfavorevole per l’oro, con tassi alti e un dollaro relativamente forte, vicino alla parità con l’euro e per un certo periodo persino più forte. Sostanzialmente, nel biennio 2022-23 si è verificata una piccola ‘tempesta perfetta’ che l’oro ha superato con grande eleganza. Quindi ora ci troviamo di fronte a un oro ben impostato, che in uno scenario di tassi potenzialmente discendenti risulta decisamente interessante e con spazi significativi per salire.”

I target per l’oro

Per De Casa “siamo entrati in un nuovo paradigma, con l’oro che ha superato i 2.000 dollari l’oncia per rimanerci”. Una differenza rispetto al passato, quando ha oltrepassato tale soglia in scia a eventi specifici, come le “tensioni geopolitiche”, per poi “correggere rapidamente”.

“Questo è il primo anno in cui l’oro inizia sopra i 2.000 dollari e, salvo un breve ribasso in seguito ai dati di febbraio sull’inflazione americana che l’ha spinto a $1.980, è tornato con forza sopra i 2.000 dollari.”

Secondo l’esperto, “popo il range della prima parte dell’anno, fra i $2.000 e i $2.070, stiamo assistendo ad una spike rialzista, ma prevedo che in generale l’oro possa stabilizzarsi sopra i $2.000, per poi consolidarsi verosimilmente in una fase laterale fra i $2.070 e i 2.200 dollari.”

Oro meno volatile del Bitcoin, trend positivo per entrambi

Da sottolineare ancora una volta la differente volatilità fra Bitcoin e oro. “La cryptovaluta ha pressoché quadruplicato il proprio valore dalla fine del 2022, quando viaggiava in area 16.500 dollari. L’oro invece si è mosso in un range decisamente più ristretto, con movimenti decisamente inferiori.”

Se da un lato, “l’oro non è in grado di triplicare o quadruplicare, dall’altro non registra nemmeno ribassi del 60-70% come accaduto al Bitcoin nel 2018 e nel 2022. Questo, in tempi recenti, non è accaduto per l’oro, che al massimo ha perso circa il 45% circa tra il 2011 e la fine del 2015, non quasi il 75% in sei mesi come il Bitcoin.”

Dopodiché, sottolinea De Casa, “per l’oro abbiamo assistito ad una progressiva risalita, senza alcun timore reverenziale per i tassi alti americani.”

Per concludere, secondo l’analista e autore, “la tendenza nel breve rimane positiva per entrambi, ma potrebbe cambiare laddove ci si rendesse conto che i tassi rimarranno alti più a lungo del previsto. Questo potrebbe creare qualche problematica in particolare per il Bitcoin”.