Notizie Notizie Mondo Cosa sono gallio e germanio: le armi della Cina VS Usa e Ue

Cosa sono gallio e germanio: le armi della Cina VS Usa e Ue

5 Luglio 2023 09:42

Gallio e germanio: la Cina ha deciso di sferrare un bell’attacco contro gli Stati Uniti e l’Unione europea, nel bel mezzo di una guerra dei chip che si sta sempre più intensificando, decidendo di limitare l’esportazione di questi due metalli rari.

Il Ministero del commercio cinese ha annunciato di fatto nella giornata di lunedì 3 luglio che, a partire dal 1° agosto, le esportazioni cinesi di gallio e il germanio saranno soggette a restrizioni.

I due metalli rari sono utilizzati ampiamente nell’industria tecnologica: possono trovarsi in diversi prodotti, come nei semiconduttori, nei sensori di pressione, nei transistor e nelle fibre ottiche, così come nei pannelli solari, negli obiettivi delle macchine fotografiche.

Ma cosa sono queste due materie prime che possono trasformarsi in altrettanti metalli rari?

Gallio e germanio: cosa sono i due elementi chimici rari

Stando a quanto si legge nel sito dell’Istituto di terre rare e metalli strategici “Institut für seltene Erden und Metalle AG” , il gallio è “un elemento chimico raro con l’elemento simbolo Ga e il numero atomico 31”.

“Nella tavola periodica è nel 4 ° periodo ed è il terzo elemento del 3 ° gruppo principale (gruppo 13) o gruppo boro. È un metallo bianco-argento che è facile da liquefare“.

Sempre l’istituto spiega che il germanio “(dalla Germania tedesca “Germania”, il paese in cui è stato trovato per la prima volta) è un elemento chimico con l’elemento simbolo Ge e il numero atomico 32“.

Il governo di Pechino ha motivato le restrizioni alle esportazioni dei due metalli rari con la necessità di tutelare “gli interessi di sicurezza nazionale”:

le limitazioni implicano che le società cinesi che vogliano esportare prodotti che contengano gallio e germanio devono ottenere un via libera dalle autorità.

In pratica, questo significa che, nel caso in cui il governo decida di non emettere la licenza, le società in questione non potranno procedere alla vendita all’estero dei loro prodotti.

L’annuncio di Pechino ha acuito le tensioni commerciali, in particolare tra Stati Uniti e Cina, che si sono particolarmente intensificate a partire dal 2019 e che hanno inaugurato una vera e propria guerra dei chip, combattuta a colpi di restrizioni e minacce.

Nuovo capitolo nella guerra dei chip tra Cina e Usa-Ue

Tra le ultime notizie, quella relativa alla decisione della Cina di mettere al bando i prodotti di Micron Technology, citando sempre la presenza di eventuali rischi per la sicurezza nazionale.

Ancora prima, nell’ottobre del 2022, gli Usa avevano annunciato già una serie di restrizioni, volte a tagliare le esportazioni di semiconduttori chiave verso la Cina.

La preoccupazione di Washington è duplice: da un lato c’è il timore che l’esercito cinese superi la supremazia militare degli States.

Dall’altro è che, per farlo, utilizzi la tecnologia americana.

Il nuovo capitolo della guerra dei chip si è aperto in vista del viaggio in Cina del segretario al Tesoro Usa Janet Yellen, volto a stemperare le tensioni tra Washington e Pechino.

In teoria Yellen sarà in Cina nei giorni compresi tra il 6 e il 9 luglio. In teoria, in quanto, in quello che può essere considerato un vero e proprio schiaffo in faccia all’Unione europea, nelle ultime ore è arrivata la notizia del viaggio di Josep Borrell, che sarebbe saltato, a causa della decisione del governo cinese di cancellarlo. Apparentemente, senza alcuna ragione.

La Cina produce il 60% del germanio disponibile al mondo

Tornando all’oggetto, anzi oggetti del nuovo contenzioso tra la Cina da un alto e gli Usa e l’Ue dall’altro, ovvero alle due materie prime rare, stando ai dati dell’associazione europea Critical Raw Materials Alliance (CRMA)  che sono stati riportati in un articolo di Reuters , la Cina produce il 60% del germanio prodotto nel mondo.

Il resto arriva dal Canada, dalla Finlandia, dalla Russia e dagli Stati Uniti.

Nel 2022, la Cina ha esportato 43,7 tonnellate di germanio, stando ai dati delle autorità dogali cinesi.

Secondo lo U.S. Geological Survey (USGS), l’Istituto Geologico degli Stati Uniti, agenzia scientifica federale Usa, sempre l’anno scorso sono stati consumati $39 milioni di germanio, in crescita del 10% su base annua.

Gallio: l’80% è prodotto dalla Cina

Per quanto riguarda il gallio, questo elemento si trova nei minerali di zinco e nella bauxite, mentre il gallio in quanto metallo è prodotto nel processo di lavorazione della bauxite con cui si ottiene l’alluminio.

L’80% circa del gallio è prodotto in Cina, sempre secondo l’associazione europea CRMA.

Il metallo è utilizzato per la produzione di arseniuro di gallio, utilizzato nell’industria dell’elettronica.

Soltanto poche società, una in Europa e il resto in Giappone e in Cina, possono produrre l’arseniuro di gallio al grado di purezza richiesta.

Dai dati diffusi dalle Autorità doganali della Cina, è emerso che, nel 2022, Pechino ha esportato 94 tonnellate di gallio, in crescita del 25% su base annua.

L’USGS ha reso noto inoltre che, nel 2022, gli Stati Uniti hanno importato il metallo gallio e i wafer GaAs di arseniuro di gallio per un ammontare rispettivamente di $3 milioni circa e $200 milioni.

Sempre secondo l’USGS, la produzione di gallio raffinato ad alto grado di purezza del 2022 è stimata a 290.000 chili, in crescita del 16% rispetto ai 250.000 chili del 2021.

Dai dati dell’Istituto geologico Usa è emerso inoltre che quantità piccole di gallio – attorno alle 10 tonnellate nel 2021 – sono state prodotte dal Giappone, dalla Russia e dalla Corea del Sud.

Per quanto riguarda il germanio, la principale società produttrice del metallo del Nord America è la canadese Teck Resources.

Il gruppo estrae il materiale dalla sua fonderia Trail nella provincia canadese British Columbia.

Producono il germanio, così come anche il gallio, anche l’americana Indium Corporation e la belga Umicore.

La decisione cinese di imporre restrizioni alle esportazioni di gallio e germanio ha fatto scattare l’allerta negli Stati Uniti e in Europa.

La reazione dell’Ue: metalli essenziali per la nostra industria

Il portavoce della Commissione europea ha dichiarato nella giornata di ieri che i due metalli rari sono “critici, essenziali per la nostra industria, specialmente per il loro utilizzo in settori strategici e anche per il fatto che siamo dipendenti da un unico fornitore”.

Il portavoce della Commissione Ue ha sollevato dubbi sulla motivazione della Cina, che ha invocato la necessità di tutelare la propria “sicurezza nazionale”, e ha lanciato un appello affinché Pechino imposti la sua politica commerciale sulla base di “chiare considerazioni di sicurezza” che siano in linea con quelle dell’Organizzazione mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO)”.

Dal canto loro, gli Stati Uniti starebbero pensando di imporre restrizioni all’accesso delle società cinesi  ai servizi di cloud computing : questo significa che Big Tech Usa del calibro di Amazon e Microsoft, potrebbero essere costrette a richiedere l’autorizzazione del governo prima di fornire servizi alle aziende cinesi che utilizzano queste piattaforme per addestrare i modelli di Intelligenza Artificiale (IA).