Notizie USA Fed tiepida su tagli tassi, elezioni Usa dietro l’angolo: rendimenti Treasury verso il 5%?

Fed tiepida su tagli tassi, elezioni Usa dietro l’angolo: rendimenti Treasury verso il 5%?

22 Ottobre 2024 14:00

I rendimenti dei Treasury statunitensi hanno registrato un balzo nella seduta di ieri, trainando con sé anche l’obbligazionario europeo. Il decennale Usa ha superato stamani il 4,2%, spinto soprattutto dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed e dall’incertezza legata alle imminenti elezioni negli Usa. E c’è chi comincia a prezzare un ritorno dei rendimenti verso il 5%.

Rendimenti Treasury risalgono al 4,2%

Il sell-off di ieri sui bond ha provocato un forte rialzo dei rendimenti, principalmente nel tratto a lungo termine della curva. Il Treasury statunitense a 10 anni è salito di oltre 10 punti base, portandosi oggi sopra il 4,2% per la prima volta da luglio.

Il benchmark evidenzia un incremento del 17% dai minimi di settembre e, come evidenziato da Mps Capital Services, “ha ritracciato circa la metà del movimento di ribasso iniziato alla fine di aprile e che ha portato il rendimento dal 4,7% al 3,62%”.

A livello tecnico, il rendimento si è portato oltre la media mobile a 200 periodi e sta effettuando il break della trendline ribassista costruita sui minimi di aprile e maggio di quest’anno. La conferma del superamento di area sopra il 4,2% darebbe un chiaro segnale di forza per il trend rialzista in atto.

treasury usa 10y

Il prossimo livello chiave di attenzione è il 4,25%, che potrebbe rappresentare un’opportunità di ingresso per gli acquirenti.

Fed più cauta su tagli tassi

Il movimento di ieri è stato determinato da una serie di fattori, a partire dalle dichiarazioni di alcuni membri della Federal Reserve.

Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha affermato che la traiettoria a lungo termine per i tassi potrebbe essere più elevata rispetto al passato, alla luce dell’economia resiliente e di un mercato del lavoro forte (malgrado l’ultima lettura dell’inflazione più alta delle attese). La sua omologa di Dallas, Lorie Logan, ha sostenuto una riduzione dei tassi ma ha chiesto un approccio paziente, agile e adattabile da parte del Fomc, poiché qualsiasi shock potrebbe influenzare il percorso di normalizzazione, la sua rapidità e il livello neutrale dei tassi.

Anche Jeffrey Schmid (Kansas City) si è mostrato piuttosto cauto su un futuro allentamento, mentre Mary Daly (San Francisco) è stata più accomodante. Dopo questi interventi, in previsione della riunione del 6-7 novembre, il FedWatch Tool di CME ha ridotto all’89% la probabilità di un taglio di 25 punti base. L’allentamento complessivo stimato dai future sui Fed Funds entro fine 2024 attualmente incorpora 40 punti base di tagli, in diminuzione di 5 bp.

Sale l’attesa per le elezioni Usa del 5 novembre

Le parole dei funzionari non sono state l’unico elemento ad alimentare il rialzo dei rendimenti obbligazionari. Uno dei temi dominanti nel mercato obbligazionario è l’incertezza politica, a sole due settimane dal giorno delle presidenziali statunitensi (5 novembre).

Anche Mps Capital Services pone l’accento sull’incertezza dell’esito delle elezioni, “con Trump sempre più favorito, la cui vittoria potrebbe portare ad un aumento del deficit oltre a nuove pressioni al rialzo sull’inflazione legate all’introduzione di dazi”.

Secondo gli analisti, il movimento di ieri è stato agevolato anche dal “rialzo del prezzo del petrolio, con il Brent tornato in prossimità dei 75 $/b”.

I prossimi appuntamenti da monitorare

Nei prossimi giorni interverranno altri responsabili di politica monetaria (Bowman, Hammack), che potrebbero ulteriormente indirizzare i movimenti dei rendimenti. Domani verrà diffuso anche il Beige Book della Fed, mentre giovedì sono in calendario gli indici Pmi preliminari di ottobre.

Per Francesco Pesole, Forex Strategist di ING, è probabile che i mercati non siano disposti a valutare un ulteriore allentamento senza prima aver osservato altri dati sul mercato del lavoro. In tal senso, il focus è già proiettato al report Jolts del 29 ottobre, aspettando i nonfarm payrolls del 1° novembre.

Aumentano scommesse su rendimenti Treasury al 5%

A fronte della risalita osservata ieri, alcuni analisti hanno cominciato a valutare un eventuale movimento del Treasury fino al 4,5% o addirittura al 5%. Secondo Arif Husain, Head of Global Fixed Income di T. Rowe Price, “il rendimento dei titoli a 10 anni metterà alla prova la soglia del 5% nei prossimi sei mesi, rendendo più ripida la curva dei rendimenti”. Questo è coerente con “lo scenario che prevede tagli dei tassi della Fed poco profondi”.

Come sottolineato dall’esperto, il Tesoro Usa sta “inondando il mercato” di obbligazioni per finanziare il deficit governativo e la Fed ha ridotto gli acquisti di bond per snellire il proprio bilancio, rimuovendo un’importante fonte di domanda dei titoli. Questo potrebbe portare ad una curva più rigida, mentre qualsiasi aumento dei rendimenti a breve scadenza sarà limitato dai tagli dei tassi.

“Gli investitori che condividono la mia opinione secondo cui una recessione a breve termine è improbabile dovrebbero prendere in considerazione il posizionamento per rendimenti a lungo termine più elevati“, ha scritto Husain.

Il suo collega Sébastien Page, CIO e Head of Global Multi-Asset presso T. Rowe Price, aggiunge: “se i rendimenti dovessero risalire al 4,5%-5%, potremmo prendere in considerazione l’ipotesi di riallocare la liquidità a un portafoglio obbligazionario diversificato, soprattutto se l’attenzione dei mercati si spostasse dalle preoccupazioni per l’inflazione a quelle per la crescita”.