Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Fed, esito stress test su banche Usa: perdite più alte in caso di grave recessione

Fed, esito stress test su banche Usa: perdite più alte in caso di grave recessione

27 Giugno 2024 12:23

Gli stress test che la Fed ha lanciato quest’anno sulle 31 principali banche Usa hanno dato un esito tutto sommato positivo, mettendo tuttavia in evidenza un peggioramento rispetto al 2023.

La buona notizia è che tutte le banche, che includono nomi altisonanti come quelli di JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup, Morgan Stanley, hanno superato il test che la banca centrale americana conduce ogni anno, per monitorare la solidità del sistema bancario americano, e dunque per valutare la solidità e la sostenibilità del credito delle banche a favore delle famiglie e delle imprese degli Stati Uniti.

Detto questo, sebbene tutti gli istituti abbiano superato il grande esame, dai risultati è emerso che, nel caso in cui un worst case scenario si avverasse, le perdite sarebbero maggiori rispetto a quelle calcolate lo scorso anno dalla stessa Fed.

Banche Usa sottoposte a stress test Fed: il worst case scenario paventato

Il worst scenario che la banca centrale Usa ha preso come riferimento per testare la resilienza delle banche degli Stati Uniti è stato quello di una “grave recessione globale”, caratterizzata da un crollo dei prezzi del mercato immobiliare commerciale pari a -40%, e da un tonfo del 36% dei prezzi delle case.

Ancora, la Fed ha ipotizzato un tasso di disoccupazione “in rialzo di quasi 6,5 punti percentuali a un picco del 10%”.

Dall’esito degli stress test è risultato quanto segue, in base a quanto comunicato dalla stessa istituzione:

da un lato, “le grandi banche farebbero fronte a perdite maggiori rispetto a quelle emerse con il test dello scorso anno – si legge nel report della Federal Reserve – ma dall’altro sarebbero “ben posizionate a contrastare una grave recessione”, presentando livelli di capitali superiori a quelli minimi richiesti dalle autorità.

Il vice presidente della divisione di Vigilanza della Fed Michael S. Barr ha sottolineato infatti che “gli stress test di quest’anno dimostrano che le grandi banche hanno capitali sufficienti ad affrontare uno scenario di stress elevato, centrando i ratio minimi di capitali rispettivi”.

Barr ha aggiunto tuttavia che, “sebbene la gravità degli (scenari peggiori ipotizzati dalla Fed) di quest’anno sia simile a quella dello scorso anno, il test ha messo in evidenza perdite più elevate, dal momento che i bilanci delle banche sono in qualche modo più rischiosi e le spese sono più alte”.

Il funzionario ha poi rimarcato che “l’obiettivo nei nostri stress test è contribuire a rassicurare sul fatto che le banche abbiano capitali sufficienti per assorbire le perdite in scenari di alto stress. E questo test dimostra che è così“.

Titoli JPMorgan e Goldman Sachs giù post esito stress test

In realtà i titoli dei colossi bancari di Wall Street più importanti non brindano però a questa rassicurazione: in premercato il titolo JPMorgan cede lo 0,15% circa, e ancora peggio fa Goldman Sachs, che arretra dell’1,5%.

Le azioni di Citigroup sono invece in lieve rialzo, mentre Morgan Stanley arretra dello 0,60% circa.

Passando ai numeri nudi e crudi, la Fed ha puntualizzato con la sua nota che, nel caso in cui si concretizzasse il peggio, le banche Usa presenterebbero capitali superiori al CET1 richiesto, dopo aver assorbito perdite stimate in quasi $685 miliardi.

Per la precisione, “in una condizione di stress, il livello aggregato del CET1 – ovvero del cuscinetto degli istituti contro il rischio di perdite – scenderebbe di 2,8 punti percentuali, dal 12,7% al 9,9%”, ha sottolineato la Fed, ricordando comunque che, “sebbene questo rappresenti un calo maggiore rispetto a quello dello scorso anno, il valore è compreso nel range degli ultimi stress test”.

Ma perchè le perdite di quest’anno previste dalla Fed sarebbero superiori a quelle dello scorso anno?

Banche Usa, Fed: ecco perchè le perdite sarebbero superiori

Tre sono “i principali fattori” che la Fed ha elencato per spiegare l’erosione maggiore di capitale che si verificherebbe per le banche Usa in caso di grave recessione.

In primis, i mancati rimborsi dei prestiti alle banche da parte dei clienti si sono tradotti in “maggiori perdute previste per il business delle carte di credito, calcolate in 175 miliardi di dollari” (rispetto al totale di quasi $685 miliardi); una somma di $142 miliardi di rosso per gli istituti deriverebbe invece dalle perdite sui crediti erogati alle industrie e al commercio, dunque a causa delle rettifiche sui crediti che gli istituti saranno costretti a operare, a fronte di portafogli prestiti “diventati più rischiosi”.

Infine, “le banche Usa hanno fatto fronte a spese più alte e a commissioni più basse negli ultimi anni”: un elemento che, secondo la Fed, risulterà in utili a compensazione delle perdite più bassi.

Nel conto delle perdite, è incluso anche un valore di “quasi 80 miliardi di dollari legato alle perdite sui prestiti erogati al mercato immobiliare commerciale”.

L’esito degli stress test avviati dalla Fed lo scorso anno è stato dunque migliore, nonostante il 2023 sia stato l’anno della grande paura per le banche Usa, che ha riportato sui mercati perfino lo spettro di una crisi finanziaria simile a quella che era esplosa in tutto il mondo dopo il crac di Lehman Brothers, con la fine dei giochi per SVB-Silicon Valley Bank.

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Così ha commentato i risultati degli stress test David Pascucci – Analista di Mercato per XTB: “A quanto pare, simulando uno scenario recessivo simil 2007-2008, le banche Usa presentano delle situazioni solide e senza problemi per la liquiditá e per i requisiti minimi di capitale. In alcuni casi vediamo anche che le banche presentano, nel peggiore dei casi, un capitale dopo lo shock che é il doppio rispetto al capitale minimo richiesto per superare il test”.

“Quindi – ha fatto notare Pascucci – con i delinquency rates in aumento e il tasso di disoccupazione che sale, le banche non avrebbero alcun tipo di problema ad assorbire uno shock simil 2008 e a quanto pare in Usa va tutto molto bene e procede tutto senza alcun tipo di problema. Stando a quanto dichiara la Fed, l’economia Usa é veramente molto forte e sembra essere inaffondabile, a patto che non si consideri il loro fortissimo indebitamento e il conseguente rendimento dei titoli di Stato a 10 anni che é il piú alto (il piú rischioso secondo la teoria) che troviamo nelle economie sviluppate”.