Fed: da Powell schiaffo tassi ai mercati. Nuovo outlook tagli di Goldman Sachs & Co

Il primo atto sui tassi del 2024 della Fed di Jerome Powell dell’anno ha portato i mercati e la ricca platea di economisti e strategist a rifare i calcoli, per rispondere alla nuova domanda che ora assilla Wall Street e il mondo intero:
con Powell che ha praticamente affossato le speranze di un taglio nella riunione di marzo, quale sarà il meeting in cui la Banca centrale americana annuncerà la prima sforbiciata ai tassi dell’anno?
Fed: Powell cauto su tagli tassi, i mercati rifanno i calcoli
Assillato anche lui, così come la Bce di Christine Lagarde, dal ricordo di quell’errore drammatico che commise quando definì la crescita dell’inflazione “transitoria”, Powell è stato chiaro:
“Sulla base del meeting di oggi (del Fomc, braccio di politica monetaria della Fed), vi dico che non credo che sia probabile che la Commissione raggiunga entro marzo un livello di fiducia tale da individuare in quel mese il momento adatto per agire in tal senso. Ma vedremo”, ha detto il numero uno della Federal Reserve, riferendosi alla possibilità che i tassi Usa vengano tagliati nella prossima riunione della Fed, in calendario i prossimi 19-20 marzo.
Le conseguenze sulle scommesse stesse dei mercati sono state immediate.
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Se prima del Fed-Day di ieri, mercoledì 31 gennaio, le probabilità prezzate su un taglio dei tassi a marzo erano salite anche al di sopra del 50%, dopo l’annuncio sui tassi (lasciati invariati al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%) e le parole proferite da Powell, le scommesse su una sforciata nella riunione di marzo sono scese vicino al rapporto di una su tre.
Nello specifico, stando a quanto emerge dal CME FedWatch Tool, ora i mercati scommettono su un taglio dei tassi a marzo da parte della Fed con una probabilità del 35%, rispetto a quella pari al 40,4% della vigilia del Fed-Day, quando tra i trader si era insinuato già il dubbio che la Banca centrale americana non avrebbe affatto assecondato le loro speculazioni.
Sempre dal CME FedWatch tool, emerge invece che le aspettative di un taglio di 25 punti base nella riunione di maggio sono salite al 58%, rispetto al 54% della giornata di martedì.
Queste, sono dunque le scommesse dei mercati. Quali sono invece i nuovi outlook degli economisti?
Goldman Sachs: ecco quando la Fed inizierà a tagliare i tassi
Goldman Sachs è stata costretta a rivedere le proprie previsioni: ora, le attese della divisione di ricerca del colosso bancario americano – che era tra quelli che più puntavano su un taglio dei tassi nella prossima riunione di marzo – sono di una prima sforbiciata nel meeting del Fomc di maggio.
Gli economisti di Goldman Sachs rimangono tuttavia decisamente dovish:
“Continuiamo a prevedere cinque tagli dei tassi nel 2024 e altri tre nel 2025″.
La differenza è che, secondo gli esperti, il Fomc inizierà a tagliare nel mese di maggio, dando il via a una carrellata di quattro tagli consecutivi che, inclusa la riduzione di maggio, andrà avanti anche a giugno, luglio e settembre.
A quel punto, è l’outlook di Goldman Sachs, la Federal Reserve si fermerà, per tornare ad abbassare i tassi nel mese di dicembre.
La ragione di una previsione tanto dovish è la seguente:
“Ci aspettiamo che l’inflazione PCE core (il termometro dell’inflazione più monitorato dalla Fed) scenda di almeno due decimi rispetto alla proiezione mediana del Fomc, pari al 2,4%”.
JPMorgan e Fitch snocciolano outlook post primo atto Fed
Si sono espressi dopo le parole di Powell anche gli economisti di JPMorgan.
“Confermiamo la nostra previsione di un primo taglio a giugno”, hanno detto.
Ma c’è anche un’altra possibilità: “Dopo le dichiarazioni di Powell, non è difficile assistere a dati sull’occupazione e sull’inflazione che porteranno la Commissione (ovvero il Fomc) a tagliare entro il mese di maggio”.
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A esprimersi anche Fitch Ratings, con il capo economista che ha reagito alle novità arrivate dalla Fed sottolineando che, “chiaramente, ci sono stati alcuni dietrofront rispetto alle attese crescenti dei mercati su tagli imminenti dei tassi”.
Fitch ha fatto notare che la Fed si è mostrata piuttosto cauta nell’arrivare alla conclusione, forse anche prematura, secondo cui l’inflazione starebbe muovendo in ritirata al 2% in modo sostenibile, dimostrando di conseguenza il desiderio di “disporre di più prove” che supportino il trend apparentemente al ribasso delle pressioni inflazionistiche.
L’attendismo della Fed, unito al fatto che ci sono “prove risicate di un rallentamento della crescita, e a fronte di un mercato del lavoro rigido e di una inflazione sul fronte dei salari e dei servizi ancora elevata”, ha portato così l’agenzia di rating Fitch a ritenere che “non ci saranno tagli ai tassi fino a giugno o a luglio”.
La view sui tassi di eToro e Global X
A esprimersi su quanto emerso dalla prima riunione del 2024 della Fed anche Gabriel Debach, market analyst di eToro che, nella nota odierna dedicata ai mercati, ha riassunto quanto accaduto alla vigilia:
“Ieri, Jerome Powell ha stemperato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a marzo., dichiarando che la Fed intende procedere con cautela nel ridurre i tassi di interesse e che un taglio a marzo non è probabile. Il mercato ha reagito in modo deciso e, come previsto, la Federal Reserve (Fed) non ha soddisfatto immediatamente le aspettative di un taglio dei tassi, causando un’aspra reazione nelle azioni mercoledì”.
Debach rimane “convinto che la Federal Reserve preferirà mantenere una posizione attendista piuttosto che anticipare tagli dei tassi troppo precoci”.
“Di conseguenza – ha aggiunto l’analista di eToro – non ritengo che l’andamento delle azioni di ieri debba generare incertezze”.
Debach ha fatto notare inoltre che, nonostante il mercato consideri un taglio ai tassi nella riunione di marzo con una “probabilità a circa il 35%, rispetto al superiore 70% registrato un mese fa, gli investitori sembrano mantenere un percorso ottimistico di sei tagli dei tassi entro l’anno, con il meeting di maggio che inaugurerà l’inizio dei tagli di 25 punti base, i quali si protrarranno nei successivi incontri fino a dicembre”.
“Rimane probabile che nel corso dell’anno la politica monetaria si allenterà gradualmente, creando un ambiente favorevole per i mercati finanziari – ha concluso l’analista di eToro – Tuttavia, i tentativi della Federal Reserve di contrastare le aspettative di un taglio dei tassi nei prossimi mesi potrebbero generare temporanea turbolenza nelle azioni. In questo contesto la debolezza a breve termine non dovrebbe essere né eccessivamente drammatica né prolungata. Anzi, potrebbe essere considerata consideriamo come un’opportunità interessante per effettuare acquisti o per riequilibrare il portafoglio.”
Jon Maier, CIO di Global X, ha così commentato l’esito del Fed-Day:
“Riflettendo sulla dichiarazione della Fed, l’enfasi posta sulla necessità di una ‘maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il basso’ suona come un tono leggermente da falco”.
Una frase che “sembra aver generato un ritorno alla realtà per i mercati, che probabilmente sono stati troppo frettolosi nel prezzare un taglio dei tassi a marzo”.
Quanto emerso ieri, ha sottolineato Maier, “è un chiaro segnale che la Fed non è ancora pronta a dichiarare ‘missione compiuta’. Di conseguenza, ora i mercati stanno rivalutando la tempistica del taglio dei tassi, spingendo le aspettative più in là di quanto fatto inizialmente”.
D’altronde, ha messo in evidenza il responsabile investimenti di Global X, “il comunicato menziona esplicitamente che una riduzione dei tassi di riferimento sarà presa in considerazione solo quando ci sarà maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo verso l’obiettivo del 2%”.
“Questa posizione suggerisce un certo grado di cautela, indicando che i tagli dei tassi sono sì all’orizzonte, ma non imminenti. A sostegno di ciò, il rapporto sull’occupazione ADP Payroll ha indicato che il mercato del lavoro si sta indebolendo, ma anche i salari. Le aziende private hanno aggiunto solo 107mila nuovi lavoratori a gennaio, un numero inferiore alle aspettative del mercato, ma che comunque ha rivelato un mercato del lavoro ancora in espansione”.