Tassi Fed: si allontana ipotesi primo taglio a marzo, le attese per la prima riunione 2024
La robustezza dell’economia statunitense e il solido mercato del lavoro stanno cambiando le aspettative degli investitori sull’inizio della fase dei tagli dei tassi Fed.
In varie occasioni, i governatori delle banche regionali della Fed hanno allertato gli investitori di riconsiderare le loro scommesse su quanto velocemente la banca centrale americana ridurrà i tassi nel 2024. Solo due mesi fa, le aspettative per un primo taglio dei tassi a marzo erano superiori al 70%. Dopo i dati sul lavoro e l’inflazione, che si è dimostrata in leggera salita a dicembre, le prospettive sono cambiate notevolmente.
Secondo il CME FedWatch Tool le probabilità per un taglio di 25 punti base nel meeting di marzo sono scese dai precedenti 70% a 50%.
Fed, aspettative sui tassi e impatto sul mercato
L’unica certezza per gli investitori è che nel 2024 ci saranno più tagli dei tassi. Alcuni hanno però iniziato a mettere in dubbio tempistiche e velocità. Se per il mercato azionario questo riposizionamento non ha avuto un impatto importante, visti i recenti record dell’indice principale lo S&P 500 e del Dow Jones che ha superato la soglia dei 38.000 per prima volta questa settimana, la situazione sul mercato forex e obbligazionario è ben diversa. Il rendimento del Treasury a 10 anni rimane stabile sopra il 4% – quando salgono i rendimenti calano i prezzi – mentre l’indice del dollaro (DXY) si trova a quota 102, in rialzo dell’1,5% da inizio 2024.
Nell’ultima riunione di dicembre, la Fed di Jerome Powell ha lasciato fermi i tassi nel range compreso tra il 5,25% e il 5,5%, confermando di fatto la fine della la fase dei rialzi dei tassi, senza però fornire una forward guidance concreta per la futura politica monetaria. “I dati che certificano il rallentamento dell’inflazione sono confortanti, ma abbiamo bisogno di assistere a ulteriori prove” che dimostrino l’indebolimento dell’inflazione, ha affermato tuttavia il presidente Powell nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi.
Il prossimo meeting della Fed del 30-31 gennaio farà luce su come la banca centrale americana interpreti la forza dell’economia e come intende muoversi sui tassi.
“I mercati sembravano vedere la Fed attraverso lenti ottimistiche per concludere il 2023 vicini ai massimi”, si legge nel report di Helen Given, Analista, Monex USA. “Con il nuovo anno, le aspettative dei prezzi hanno iniziato a cambiare.”
Recentemente, diversi funzionari hanno contrastato la percezione che un alleggerimento della politica monetaria sia imminente, affermando di avere bisogno di ulteriori prove che l’inflazione tornerà al target del 2% e rimarrà lì per un bel po’ di tempo prima di impegnarsi a tagliare i tassi dei Fed Funds Rate. L’evidenza che alcune aree dell’economia, come i consumi e il mercato del lavoro, rimangano robuste ha sostenuto questa visione.
Occhi puntati su Pil e inflazione USA
Sale l’attesa degli investitori per un altro indicatore chiave sull’inflazione, prima del meeting Fed, la lettura delle spese per consumi personali (PCE) di dicembre, in uscita 26 gennaio. E il Pil americano del quarto trimestre, in agenda giovedì 25 gennaio. Nel terzo trimestre l’economia USA ha registrato una crescita del 4,9% rispetto al trimestre precedente.
Sul lato inflazione invece, nel mese di dicembre i prezzi negli Stati Uniti hanno evidenziato un rialzo del 3,4% su base annuale, in crescita rispetto al 3,1% del mese precedente. Mentre su base mensile i prezzi sono saliti dello 0,3% rispetto allo 0,1% del mese precedente.
“Dato la forza sia della crescita economica che della crescita dei salari, la Fed deve ancora preoccuparsi dell’outlook sull’inflazione nel medio termine”, scrive in una nota Brian Rose, Economista, UBS Global Wealth Management.