Notizie Notizie Italia Eni: appuntamento con i risultati il 24 aprile, le stime sugli utili

Eni: appuntamento con i risultati il 24 aprile, le stime sugli utili

12 Aprile 2024 11:57

Dopo i dati sull’inflazione statunitense e la riunione della Bce, l’attenzione degli operatori torna a focalizzarsi sugli utili societari. Oggi entra nel vivo la earning season di Wall Street con i conti delle prime grandi banche americane, mentre nelle prossime settimane prenderà il via la stagione di trimestrali di Piazza Affari. Fra le prime società del Ftse Mib a pubblicare i risultati ci sarà Eni, che riunirà il Cda il 23 aprile e renderà noti i dati del primo trimestre al mercato il giorno seguente, 24 aprile, prima dell’apertura. Ecco le stime degli analisti e i principali temi di interesse della trimestrale del colosso energetico.

Le previsioni sui risultati di Eni del 1Q 2024

Secondo il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg, Eni dovrebbe archiviare i primi tre mesi del 2024 con un fatturato di 26,49 miliardi (-2,6% su base annua), un Ebit di 2,86 miliardi (-38%) e un Eps adjusted di 0,54 euro (-37%).

A livello di singole divisioni, è previsto un Ebit di 2,42 miliardi (-9%) nel segmento Exploration & Production, di 298 milioni (-48%) nel Global Gas & LNG Portfolio, 135 milioni (-61%) per Enilive, Refining e Chimica e infine 191 milioni per Plenitude & Power.

La produzione del settore E&P è attesa a 1,687 milioni di barili equivalenti di petrolio al giorno (boe/d), in aumento del 3% su base annua.

Le stime di Equita su utili e cassa

Per quanto riguarda l’utile netto, gli analisti di Equita prevedono un calo sequenziale dell’11%, a causa di una serie di fattori, tra cui il lieve calo del prezzo del Brent (-1$/bbl rispetto al trimestre precedente) e il deterioramento del prezzo del gas hub europeo (TTF -13€/MWh), oltre a un risultato meno positivo della divisione GGP (-€387 milioni t/t) e la protratta debolezza del business di Versalis (petrolchimica).

“A livello di generazione di cassa”, proseguono gli analisti, “calcoliamo che la performance operativa (CFFO adjusted) sia in calo dell’8% rispetto al 4Q 2023 e sia stata più che compensata dall’incremento del capitale circolante netto (circa €2 miliardi), dagli investimenti (capex €2,3 miliardi e net M&A -€1,4 mld) e dalla remunerazione degli azionisti (€1,1 miliardi).”

Possibile conferma della guidance FY

Equita ritiene che “ENI possa confermare le guidance di gruppo FY24”. Quest’ultima prevede una produzione tra 1,69 e 1,71 milioni boe/d, un Ebit proforma adjusted di 13 miliardi, un CFFO adjusted di 13,5 miliardi, net capex di 7-8 miliardi e un FCF adjusted tra 5,5 e 6,5 miliardi.

“Non riteniamo che il trimestre rappresenti un catalyst significativo per il titolo. Sulle nostre stime FY24 ($80/bbl Brent), il titolo tratta a multipli eccessivamente compressi sia in assoluto sia rispetto alle medie di settore (tra il 10% e il 20% di sconto sulle metriche di valutazione)”.

Equita conferma il Buy e il target price di 19,5 euro. La panoramica dei giudizi su Eni evidenzia 17 raccomandazioni d’acquisto, 9 hold e 1 sell, con un prezzo obiettivo medio di 16,94 euro.

La preview di Barclays sul settore

Secondo le previsioni di Barclays sul primo trimestre del settore energetico europeo, gli utili del comparto “si ridurranno di circa l’8% t/t ma gli utili per azione dovrebbero scendere in misura minore (circa il 6% a/a), dato il calo delle azioni in circolazione dopo i piani di buyback del 2023.”

Il calo degli utili del gruppo è principalmente determinato da un prezzo del gas naturale più basso nel primo trimestre. “Sebbene il prezzo del Brent sia stato in media di 82 dollari al barile, sostanzialmente invariato su base trimestrale, i prezzi del gas di riferimento europei e statunitensi sono scesi del 35% e di circa il 17% t/t, rispettivamente a causa della minore domanda durante l’inverno mite e dei livelli di scorte più elevati. Il margine di raffinazione nell’Europa nordoccidentale è diminuito di circa 0,5$/bl su base sequenziale, riflettendo in parte la resilienza della domanda e le preoccupazioni sull’offerta a causa degli attacchi alle navi nel Mar Rosso.”

Nello specifico, con riferimento ad Eni, Barclays sottolinea la crescita del business upstream più rapida rispetto ai concorrenti a grande capitalizzazione, una divisione gas notevolmente migliorata e un business in espansione nel campo dei biocarburanti, che sfrutta materie prime vantaggiose provenienti dall’Africa. “Riteniamo che il potenziale di miglioramento dell’EPS sia maggiore rispetto ai concorrenti, nonché una rivalutazione del dividendo”.

Focus sull’Ipo di Plenitude

Infine, gli investitori presteranno attenzione a eventuali aggiornamenti sulla quotazione di Plenitude. L’Ipo della controllata di Eni, attiva nella produzione e nella vendita di energia proveniente da rinnovabili, è una delle più attese dal mercato.

“Per quanto riguarda l’Italia, l’anno 2023 ha visto in Borsa Italiana circa una quarantina di IPO e ammissioni, tra cui Lottomatica e Ferretti”, afferma Chiara Robba, head of LDI Equity di Generali Asset Management. “I tassi di interesse elevati e l’incertezza sulla loro traiettoria nel 2023, hanno ulteriormente reso difficile la valorizzazione degli attivi oggetto delle IPO: quando i tassi passano da 0.5% al 5% il valore di una società puo’ infatti addirittura dimezzarsi in alcuni casi. E’ stato questo il motivo per cui abbiamo visto dei casi di società che hanno rinunciato o posticipato i loro progetti di quotazione”, tra cui la stessa Plenitude.

Il 2024 potrebbe vedere un ritorno dell’interesse per le nuove quotazioni, in un contesto di tassi di interesse previsti in calo e di ripresa dell’economia, e finalmente potrebbe essere l’anno buono anche per Plenitude.