Da Bce schiaffo a Italia: ‘spread dimostra che regole vanno rispettate’. E intanto probabile successore Draghi fredda Salvini

Il dibattito tra il governo M5S-Lega da una parte e l’Europa dall’altra continua a vertere, sostanzialmente, sul rispetto delle regole e vincoli. Regole e vincoli che per il vicepremier Matteo Salvini, uscito trionfante dalle elezioni europee, sono ormai superati, e su cui invece le istituzioni europee più importanti concordano.
Tra queste, c’è la Bce di Mario Draghi, che oggi ha pubblicato il rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria, il cosiddetto Financial Stability Review (FSR), e che ha tentato di rimettere in riga Roma. Nelle stesse ore, un alt ai sogni di Salvini e Borghi è arrivato da Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, considerato tra i candidati a prendere il posto di Draghi alla fine di ottobre.
A tal proposito, vale la pena leggere il profilo di Rehn, considerato il possibile outsider vincente per cambiare la Bce e, anche, ex calciatore di alto livello (giocò nella serie A finlandese).
Nnel commentare l’idea del leader della Lega di una Bce che garantisca i debiti dei paesi dell’Eurozona sottoscrivendo direttamente i titoli di debito, Rehn ha risposto: “Non vi sorprenderete del fatto che non sono molto a favore di questa idea, che va contro il principo moderno delle banche centrali”.
Tornando ai rimbrotti quotidiani a Roma, oggi il giudizio severo è arrivato dall’Eurotower con il suo rapporto sulla stabilità finanziaria, ovvero il Financial Stability Review.
Che l’Italia rimanga osservata speciale e, anzi, lo sia ancora di più dopo la vittoria della Lega che ha reso sicuramente più forte il potere contrattuale di Salvini lo dimostra un grafico contenuto all’interno del report. Grafico con cui la Bce avverte che il paese potrebbe diventare “la fonte più grande di un effetto snowball, effetto palla di neve”.
Praticamente uno shock, “ai danni dell’Eurozona”.
Il grafico prende in considerazione un indicatore composite che misura lo stress sistemico presente nei mercati dei debiti sovrani: viene indicato il trend di questo indice nel periodo compreso tra il gennaio del 2007 e il mese di aprile del 2019.
A destra, si studia invece l’effetto snowball, in media, atteso per il 2019-2020. E si vede come l’Italia sia decisamente lontana rispetto agli altri paesi dell’area euro. (in particolare, la seconda parte del grafico, a destra, considera il trend in media del differenziale dei tassi di interesse atteso per il 2019-2020 rispetto alle necessità di rifinanziamento dei debiti dei paesi per i prossimi due anni).
Monito Bce a Italia: rispettate regole
Nel suo rapporto Financial Stability Review, la banca centrale avverte che “le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito di alcuni paesi specifici” rappresentano un problema. Il Guardian consiglia, “nel caso in cui non sappiate quali siano questi paesi, di guardare a questo comodo grafico che presenta una grande ‘IT’ all’angolo”.
Il caso Italia viene poi presentato in modo esauriente da Luis De Guindos, il vicepresidente della Bce capitanata (ancora per poco, fattore che desta più di una preoccupazione per il futuro dell’Italia) da Mario Draghi.
Nel corso della conferenza stampa indetta a Francoforte per presentare il rapporto FSR, De Guindos punta l’accento sulla necessità del paese, e di tutti gli altri membri dell’Eurozona, di rispettare le regole.
Non lo dice chiaramente, ma è evidente dal suo discorso il seguente messaggio: chi non osserva le regole viene punito dai mercati. Il rimprovero diretto al governo M5S-Lega è questo:
“Ogni volta che le tensioni tra l’Italia e la Commissione (europea) si smorzano, gli spread sui bond governativi dell’Italia si restringono, allargandosi invece quando le tensioni aumentano”. Ciò significa una sola cosa:
“La lezione è evidente: è molto importante che le regole fiscali vengano rispettate”, sottolinea De Guindos.
Peccato che il vicepremier Salvini la pensi in modo completamente diverso. Basti pensare alle dichiarazioni delle ultime ore, con cui ha definito le regole dell’Unione europea ‘vecchie e obsolete’.
De Guindos ha ricordato ancora come il problema dell’Italia sia il basso tasso di crescita.
Dal rapporto della Bce, emerge inoltre che la presenza dei bond sovrani nei portafogli delle banche è rimasta elevata e in alcuni casi è anche aumentata dall’inizio del 2018 in alcuni paesi dell’Eurozona, che comprendono Italia e Portogallo. Ciò implica che alcune banche, in termini di capitali, “rimangono vulnerabili a un improvviso aumento dei premi di rischio” (spread e tassi sui BTP).
La contrarietà alla politica economica espansiva che il governo M5S-Lega vuole continuare a promuovere è inoltre chiara, laddove si legge nel Financial Stability Review che, “rischi al ribasso persistenti sulla crescita rendono più impellente il bisogno di rafforzare i bilanci di quei governi e di quelle aziende che sono fortemente indebitati”.
Tra l’altro, avverte De Guindos, “nel caso in cui i rischi al ribasso che incombono sull’outlook della crescita dovessero materializzarsi, i rischi alla stabilità finanziaria potrebbero crescere”.
A conferma di come il fattore crescita sia cruciale, infine, il vicepresidente precisa che “l’outlook sulla crescita è determinante per tutti i principali rischi a cui fa fronte la stabilità finanziaria”.
Il messaggio all’Italia, insomma, è stato lanciato. Ora toccherà a Salvini & Co. se continuare a fare orecchie da mercante o abbassare un po’ la testa.