Notizie Notizie Mondo E’ francese il nuovo favorito alla successione di Draghi alla Bce, ma il candidato ‘perfetto’ potrebbe essere un ex calciatore

E’ francese il nuovo favorito alla successione di Draghi alla Bce, ma il candidato ‘perfetto’ potrebbe essere un ex calciatore

8 Maggio 2019 10:50

Il 31 ottobre 2019 scade il mandato di Mario Draghi alla presidenza della BCE e il toto successore è iniziato da tempo. Il prossimo governatore della Banca Centrale Europea verrà scelto dal Consiglio Europeo, l’assemblea dei capi di stato e di governo dell’Unione. Il mandato di Draghi è stato caratterizzato da uno stimolo senza precedenti e dalla sua promessa del whatever it takes per preservare l’euro.

E a meno di sei mesi dalla scadenza del mandato, l’ultima indagine tra gli economisti di Bloomberg relativa al mese di aprile 2019 vede in pole position per la carica di presidente della Banca Centrale Europea il francese Francois Villeroy de Galhau che avrebbe superato il finlandese Erkki Liikanen. Vediamo nel dettaglio chi sono i candidati più probabili e quali punteggi hanno ottenuto tra gli economisti.

Favoriti e outsider, ecco tutti i papabili

In testa con 49 punti, troviamo Francois Villeroy de Galhau, membro del Consiglio direttivo della BCE, e governatore della banca centrale francese, considerato il favorito soprattutto se la Germania riesce ad assicurarsi un altro posto di primo piano nell’UE, come la presidenza della Commissione europea. Da quando ha assunto il controllo della Banca di Francia nel 2015, Villeroy ha mantenuto un atteggiamento vicino alla linea di Draghi, sostenendo il continuo stimolo. Ma è anche un ex banchiere di BNP Paribas SA, il che lo rende profondamente consapevole delle preoccupazioni dei finanziatori per i tassi di interesse negativi della BCE.

 

In seconda posizione con 41 punti troviamo il finlandese Erkki Liikanen, ex membro del Consiglio direttivo della BCE. Nel 2012, al culmine della crisi del debito, Liikanen ha presieduto un gruppo di esperti che ha delineato un piano di riforme per il settore bancario dell’UE attuato solo in parte. Liikanen è stato eletto al parlamento finlandese a soli 21 anni e da allora ha ricoperto varie cariche come quella di commissario europeo, ministro delle finanze, ambasciatore a Bruxelles e segretario generale della PSD. E’ un sostenitore di Draghi e degli stimoli straordinari, e negli ambienti della finanza è considerato moderato e pragmatico.

 

Il francese Benoit Coeure, membro del Comitato esecutivo della BCE, ottiene 36 punti. Cinquant’anni, Coeure è già membro del Comitato esecutivo della BCE, con un mandato di otto anni non rinnovabile che durerà fino alla fine del 2019. È uno degli artefici del Quantitative Easing. Punto bonus: parla giapponese. Punto a sfavore, come per Villeroy, può essere il fatto che la Francia ha già avuto un presidente della BCE con Jean-Claude Trichet.

 

Olli Rehn, il finlandese membro del Consiglio direttivo della BCE conquista 31 punti. Rehn, 57 anni, sarebbe una faccia nuova alla Bce ma si occupa di affari economici da anni.

Ventinove punti invece per Jens Weidmann, membro del Consiglio direttivo della BCE, il falco francofilo diventato il più giovane presidente della Bundesbank nel 2011.

Tra gli altri nomi in corsa per il dopo Draghi troviamo Klaus Regling, amministratore delegato del MES (6 punti) e Ardo Hansson, membro del Consiglio direttivo della BCE (3 punti). Si aggiudica un punto, almeno per il momento, Christine Lagarde, direttore generale dell’FMI, la prima donna divenuta ministro delle finanze in Francia dal 2007 al 2011, anno in cui è stata nominata a capo del Fondo Monetario Internazionale e qualora fosse eletta sarebbe anche la prima donna a dirigere la BCE e la prima presidente senza una laurea in economia (Lagarde è un avvocato ed è famosa per le sue citazioni: memorabile quando una volta disse che la crisi di Lehman Brothers non sarebbe potuta accadere se la banca fosse stata Lehman Sisters). Pari merito per Klaas Knot, membro del Consiglio direttivo della BCE e governatore della banca centrale olandese, Pablo Hernandez de Cos, economista madrileno e membro del Consiglio direttivo della BCE, il più giovane tra i candidati per la poltrona di Draghi e infine Claudia Buch, vice Presidente della Bundesban, la seconda donna nella rosa dei papabili.

 

Olli Rehn, il possibile outsider vincente per cambiare la Bce

Olli Ilmari Rehn è un politico finlandese con forte esperienza in ambito europeo. Lo scorso anno ha preso il posto di Liikanen alla guida della banca centrale finlandese. E’ uno dei pochi membri del Consiglio direttivo della BCE che è un utente attivo di Twitter. Non risulta tra i candidati alla successione di Draghi, ma secondo molti è un outsider da tenere in forte considerazione. Rehn dall’ottobre 2011 al 1º luglio 2014 è stato anche vicepresidente della Commissione europea.

 

Con l’Europa divisa tra nord e sud su quali ricette economiche sono necessarie per riportare il continente a una crescita robusta, il 57enne ex Commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari  potrebbe emergere come vincitore  nella corsa alla guida della Bce  portando avanti le sue idee di revisione della strategia di politica monetaria della BCE, compresa una revisione dell’obiettivo di inflazione del 2%. Rehn sostiene inoltre che dovrebbe esserci meno oneri per i banchieri centrali rilanciare le economie europee armeggiando con i tassi di interesse e che i governi dovrebbero fare di più con la loro politica fiscale. Rehn, che prima di intraprendere la carriera politica è stato un calciatore di alto livello (giocò nella serie A finlandese), asserisce la necessità di riforme per stimolare la crescita economica nell’area dell’euro.

“Confido che i leader dell’Unione Europea saranno in grado di decidere il prossimo presidente della BCE sulla base delle competenze, dell’esperienza e della politica economica e monetaria”, ha detto Rehn a Politico.com lo scorso mese, rifiutandosi di confermare ufficialmente se è in corsa o meno per l’incarico.