Core Pce Usa: inflazione moderata, taglio tassi in vista a settembre
A luglio il core Pce statunitense, una delle metriche di inflazione più importanti per la Fed, ha riportato una crescita su base annua del 2,6%, in linea con il mese precedente e al di sotto delle stime degli analisti. Il dato rafforza ulteriormente la prospettiva di un taglio dei tassi nella riunione di settembre, il primo da parte della banca centrale americana dopo il ciclo restrittivo avviato nel marzo del 2022.
Pce core Usa stabile al 2,6%, sotto attese
Nel dettaglio, l’indice Personal consumption expenditures (al lordo dei prezzi energetici e alimentari) ha riportato un aumento mensile dello 0,2% e una variazione del 2,5% rispetto a luglio 2023, in linea con il consensus di Bloomberg.
Il Pce core, calcolato al netto delle componenti più volatili, mostra a sua volta un incremento congiunturale dello 0,2%, con una crescita annua del 2,6%, coerente con quella rilevata a giugno. In questo caso, gli analisti si aspettavano una lieve accelerazione al 2,7%, quindi il dato è migliore delle attese.
Inoltre, su base trimestrale annualizzata – una misura più accurata della traiettoria dell’inflazione – emerge un aumento dell’1,7%, il ritmo più lento di quest’anno.
La spesa personale corretta per l’inflazione registra un aumento dello 0,4% a luglio, superiore al +0,3% previsto.
Pil rivisto al 3% annualizzato
I dati arrivano all’indomani della revisione al rialzo del Pil (seconda lettura preliminare), che ha fornito rassicurazioni sulla tenuta dell’economia americana dopo i dubbi di qualche settimana fa. La crescita annualizzata del secondo trimestre è stata corretta dal 2,8% al 3,0%, a fronte di una rilevazione attesa stabile al 2,8%.
Nel primo trimestre la crescita si era fermata all’1,4% mentre la Fed di Atlanta prevede un’espansione del 2% annualizzato nel terzo trimestre.
I numeri combinati mostrano dunque un’economia resiliente e un’inflazione che si sta raffreddando gradualmente, elementi che rafforzano la possibilità di un atterraggio morbido dell’economia statunitense.
Nel radar i dati sul mercato del lavoro del 6 settembre
Ora il focus si sposta sui dati della prossima settimana relativi all’occupazione, dopo i segnali di sbilanciamento verso il basso dei rischi emerso dal precedente rapporto.
Poiché la politica monetaria si trasmette con un ritardo di diversi mesi all’economia reale, è probabile che il mercato del lavoro Usa continui a mostrare segnali di deterioramento, anche dopo l’avvio della normalizzazione della politica monetaria.
La scorsa settimana il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che è giunto il momento per la banca centrale di tagliare i tassi, chiarendo la sua intenzione di impedire un ulteriore raffreddamento del mercato del lavoro.
La reazione dei mercati al core Pce
Dopo i dati macro, i future di Wall Street restano in rialzo, in particolare il derivato sul Nasdaq 100 (+0,6%).
Sul Forex l’euro/dollaro si attesta a 1,067 e il dollaro/yen a 145,7 mentre sull’obbligazionario il rendimento del Treasury statunitense biennale sale al 3,93% e il decennale al 3,88%.
I future sui Fed Funds scontano quasi 100 punti base di allentamento monetario entro fine 2024.