Caso Signa, Bce non molla l’osso. Radar su esposizione banche-mercato immobiliare commerciale
L’esposizione delle banche dell’area euro ai problemi del mercato immobiliare commerciale angustia la Bce di Christine Lagarde, soprattutto a seguito del caso Signa Holding, l’impero di proprietà dell’investitore immobiliare tirolese Rene Benko, collassato alla fine del 2023, quando è stato costretto a presentare istanza di fallimento presso il Tribunale di Vienna.
Del caso Signa e di come la Bce avesse già acceso un faro sul legame che esiste tra gli istituti di credito e il settore immobiliare parla l’articolo di Bloomberg ECB’s €1 Trillion Property Loan Crackdown Shown in Signa Probe, che ripercorre le decisioni prese dalla Banca centrale europea per cercare di far luce sull’entità del danno sofferto dalle banche.
Quelle vulnerabilità scovate dalla Bce prima del crac di Signa
Di fatto, la Bce si era già attivata, lo scorso anno, contattando diverse banche tedesche e austriache, al fine di calcolare i prestiti che le stesse avevano erogato all’impero di Rene Benko, valutato 23 miliardi di euro.
La preoccupazione che qualcosa stesse andando storto era sorta, dunque, prima del crac di Signa.
L’Eurotower aveva chiesto in particolare alle banche, a fronte di un mercato immobiliare commerciale che stava già scricchiolando, di dare informazioni sul valore delle garanzie che Signa aveva presentato per ricevere i finanziamenti necessari alle sue attività. Attività, ricorda Bloomberg, caratterizzate da scommesse aggressive e dall’assenza di trasparenza, tanto che la Bce aveva costretto alcune banche a svalutare il valore dei crediti concessi al gigante, oppure ad accantonare ulteriori riserve per far fronte a perdite future sui crediti stessi. Così Bloomberg:
Mesi più tardi, l’impero del miliardario sarebbe imploso, con quello che si sarebbe confermato uno dei più grandi fallimenti nel mercato immobiliare dalla crisi finanziaria globale del 2008.
Memore di quanto accaduto, la Bce continua ad avere un occhio vigile anche al di là del caso Signa.
L’esposizione delle banche verso il mercato immobiliare commerciale
In un momento in cui dall’altra parte dell’oceano, sempre i problemi del mercato immobiliare hanno fatto riscattare il timore su alcune banche americane, NYCB (New York Community Bancorp) in primis, Francoforte non vuole certo mollare la presa su quello che potrebbe essere considerato, di fatto, un abbraccio mortale tra le banche e i guai del settore.
I funzionari della banca centrale stanno di conseguenza discutendo in merito all’applicazione di nuove misure, che potrebbero eventualmente blindare le banche più esposte agli asset considerati più vulnerabili: tra le ipotesi al vaglio, la richiesta di ulteriori accantonamenti e di garanzie più alte a fronte dei crediti concessi.
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La buona notizia è che la Bce ritiene che alcune banche, come Helaba e Raiffeisen Bank International AG – che stanno cercando tuttora di calcolare le perdite potenziali che potrebbero soffrire a causa della loro esposizione verso Signa – siano ben posizionate a gestire la situazione.
Detto questo, la possibilità che l’Eurotower diventi più severa con gli istituti di credito, pretendendo accantonamenti più significativi, o imponendo garanzie più alte, potrebbe secondo qualcuno andare a ulteriore detrimento dei soggetti coinvolti.
All’inizio di quest’anno, per esempio, gli investitori si sono sbarazzati delle azioni e dei bond di alcune banche più piccole, come di Deutsche Pfandbriefbank AG, proprio a causa della loro esposizione al mercato immobiliare commerciale.
A fronte di una Bce che ha difeso più volte a spada tratta la sua attività di vigilanza, qualcuno ha sollevato dunque dubbi su controlli troppo pervasivi che potrebbero finire per penalizzare le banche sotto osservazione.
Da Francoforte non è emersa tuttavia nessuna esitazione: d’altronde, dalla stessa EBA (Autorità bancaria europea) si è appreso che le banche dell’area euro hanno un’esposizione nei confronti del mercato immobiliare commerciale attorno a 1,2 trilioni di euro, pari all’8,3% del valore combinato dei loro prestiti.
E il punto è che, così come ha sottolineato Claudia Buch, presidente del Consiglio di supervisione della Bce in un discorso proferito nella giornata di ieri, “il mercato immobiliare commerciale è particolarmente vulnerabile”. Tanto che “stiamo monitorando la situazione molto attentamente e stiamo ahnche lavorando con le banche per ridurre l’esposizione verso questo tipo di rischi”.