Btp Più, i livelli chiave per le cedole tra mosse Bce e tassi di mercato

Fonte immagine: Getty Images
Domani il Mef annuncerà i tassi cedolari minimi garantiti del Btp Più, che potranno essere confermati o rivisti al rialzo dopo la chiusura del collocamento. I rendimenti offerti per i primi quattro anni e per il quadriennio successivo saranno fondamentali per valutare la convenienza dell’investimento nel nuovo titolo di Stato dedicato al pubblico retail. Oltre alla struttura del titolo, sulle cedole potrebbero pesare anche le prossime mosse della Bce.
Btp Più e Btp Valore: le differenze di struttura e contesto
Il Btp Più fa parte della famiglia Btp Valore, che ha registrato un grande successo nelle quattro emissioni tenutesi tra il 2023 e il 2024. Il nuovo titolo di Stato presenta delle analogie con i Btp Valore, ma anche delle differenze. Il principale elemento di diversità è l’opzione “put” incorporata nel Btp Più, ovvero la facoltà per il sottoscrittore di richiedere il rimborso anticipato, parziale o totale, alla fine del quarto anno (solo nel caso abbia acquistato il titolo in fase di collocamento e lo abbia detenuto ininterrottamente fino alla finestra prevista).
Ma diverso è anche il contesto macroeconomico in cui avverrà l’emissione della prossima settimana. Le prime edizioni del Btp Valore si sono svolte in un quadro di inflazione elevata, con la Bce intenta ad alzare i tassi di interesse per raffreddare la crescita dei prezzi. Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 si è cominciato a parlare di possibili tagli e l’ultima emissione, a maggio dell’anno scorso, si è tenuta poco prima che la banca centrale cominciasse ad abbassare il costo del denaro.
Le attese sui tagli dei tassi Bce
Oggi, i rendimenti all’emissione dei Btp si stanno progressivamente adeguando al nuovo contesto di tassi e le aspettative sono indirizzate verso un’ulteriore discesa. Le previsioni implicite nel mercato monetario, infatti, scontano almeno altri tre tagli da 25 punti base da parte della Bce entro la fine dell’anno, anche se i funzionari sono restii ad impegnarsi su un sentiero predefinito e ribadiscono in ogni occasione possibile che qualsiasi decisione verrà guidata dai dati.
Se l’inflazione continuerà a moderarsi, tornando sostenibilmente verso il target del 2%, Lagarde e colleghi potranno permettersi di proseguire con l’allentamento monetario, alla luce della crescita economica stagnante dell’eurozona.
I tassi di mercato dei Btp
Il successo delle recenti emissioni tra il pubblico retail negli ultimi anni è senz’altro riconducibile agli elevati rendimenti offerti dai Btp, oltre ad una miglior percezione dello Stato italiano da parte degli investitori esteri e delle agenzie di rating.
Ora, in un quadro di tassi decrescenti, anche i rendimenti all’emissione dei Btp si sono ridotti. Ad oggi, i titoli con scadenza 2033 (come il Btp Più) evidenziano un rendimento lordo intorno al 3,3%, mentre i Btp che scadono nel 2029 (quando sarà possibile chiedere il rimborso anticipato del Btp Più) hanno un rendimento lordo pari circa al 2,8%.
Pertanto, il livello dei tassi cedolari minimi garantiti sarà determinante per valutare il nuovo strumento. Ricordiamo che l’ultima emissione del Btp Valore, con scadenza sei anni, offriva tassi del 3,35% per i primi tre anni e del 3,9% per il triennio successivo.
Btp Più, come saranno calibrate le cedole
Il Tesoro dovrà settare il livello dei rendimenti in modo tale da renderli appetibili rispetto ai Btp in circolazione, ma al tempo stesso potrebbe “scontare” dalle cedole il valore implicito dell’opzione ‘put’ concessa al detentore del Btp Più. Questo, secondo alcuni analisti, potrebbe portare il Mef ad offrire un rendimento persino inferiore al livello di mercato attuale, facendo leva anche sulla prospettiva di tassi discendenti in futuro.
Per quanto riguarda gli altri quattro anni, il meccanismo “step up” prevede cedole più alte nella seconda metà di vita del titolo. Il tasso offerto a partire dal quinto anno dovrà essere sufficientemente appetibile da invogliare l’investitore a non esercitare il rimborso anticipato e a mantenere il titolo fino alla scadenza. Questo, anche nel caso in cui, da qui a quattro anni, i tassi di mercato dovessero risalire (ad esempio per gli impatti inflazionistici delle politiche commerciali o per qualche shock dei prezzi dell’energia).