Notizie Notizie Italia Btp, Bot e Cct: cosa mettere in portafoglio nel 2025 con nuovi tagli tassi Bce all’orizzonte

Btp, Bot e Cct: cosa mettere in portafoglio nel 2025 con nuovi tagli tassi Bce all’orizzonte

17 Dicembre 2024 15:43

Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per gli investitori in titoli di Stato, con le banche centrali destinate a proseguire il ciclo di riduzione dei tassi di interesse per cercare di stimolare l’economia e gli investimenti. Dopo che nella riunione di dicembre la Banca centrale europea (Bce) ha operato il quarto taglio dei tassi, portando il costo del denaro al 3%, e ha espresso un tono piuttosto dovish, il focus si sposta su come orientare i propri investimenti nel contesto economico che ne seguirà, caratterizzato non solo da un allentamento monetario ma anche da un rallentamento economico e da diversi fattori di incertezza.

Il contesto economico e le mosse future della Bce

Il tono della Bce, come emerso dalle ultime dichiarazioni di Christine Lagarde, è apparso piuttosto dovish, cioè orientato a politiche di stimolo, e compatibile con tagli consecutivi dei tassi nel 2025. La Bce, infatti, non solo ha proseguito il ciclo di riduzione, iniziato a giugno, ma ha anche deciso di rimuovere il messaggio che “la politica deve rimanere in territorio restrittivo per tutto il tempo necessario a portare l’inflazione al target”.

L’orientamento dovish viene confermato anche dal fatto che la Bce ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita e di inflazione, mostrando fiducia nel fatto che l’inflazione raggiungerà l’obiettivo del 2% prima del previsto l’anno prossimo. “Mi auguro che la Bce possa uscire dal timore che l’inflazione torni a salire, e possa invece concentrarsi maggiormente sulla crescita. – commenta Angelo Drusiani, advisor di Ersel banca privata, – L’attività economica sta diminuendo abbastanza rapidamente e di conseguenza se i costi di indebitamento restano ancora relativamente alti rispetto al passato recente, è chiaro che le aziende andranno di difficoltà”. Secondo le ultime previsioni, la crescita del Pil dell’Eurozona è stimata all’1,1% nel 2025, un dato inferiore rispetto all’1,3% pronosticato a settembre. E le proiezioni restano modeste anche per gli anni seguenti, con una crescita stimata dell’1,4% nel 2026 e un ulteriore calo all’1,3% nel 2027. In vista, anche, della congiuntura politica interna in Francia e Germania e delle decisioni commerciali della futura amministrazione Trump, che potrebbero non escludere dazi doganali da applicare all’importazione negli Stati Uniti di prodotti di Eurozona. Uno scenario incerto che ha spinto la Bce a confermare l’intenzione di procedere con l’allentamento monetario ma con un approccio graduale, riunione dopo riunione, adattando le decisioni ai dati economici.

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Investire in titoli di Stato: un mix di Btp, Bot e Cct

Alla luce di queste previsioni, gli investitori si chiedono quali titoli di Stato conviene acquistare nel 2025. Secondo Drusiani, il portafoglio potrebbe includere una combinazione di Btp, Bot e Cct, in misura diversa base alla propensione al rischio dell’investitore. I Bot, con scadenze a breve termine, offrono una maggiore sicurezza e una bassa esposizione al rischio, mentre i Btp e i Cct, con durate superiori, permettono di ottenere rendimenti più elevati in cambio di un maggiore rischio. Più nel dettaglio, con una propensione al rischio molto bassa, l’idea è quella di privilegiare Bot e titoli di durata biennale. Se invece, la propensione al rischio è di medio livello, si potrebbero considerare durate dai tre anni fino ai sette anni. Se la propensione al rischio è alta, una quota parte del portafoglio potrebbe includere Btp con durata decennale, che potrebbero beneficiare ulteriormente di un abbassamento dei tassi di mercato e offrire ancora un buon rendimento.

Lo Spread Btp-Bund nel 2025, possibile un miglioramento

Per quanto riguarda lo spread tra Btp e Bund, nel 2025 sarà possibile vedere un miglioramento a favore del titolo di Stato italiano, anche se non significativo. “La Germania – spiega Drusiani – sta attraversando una fase economica tutt’altro che brillante, e il panorama politico in Europa potrebbe continuare a giocare un ruolo chiave nel determinare l’andamento dei mercati”. In altre parole, se l’instabilità politica in paesi come la Francia o la Germania dovesse intensificarsi, potrebbe esserci qualche movimento a favore dell’Italia, “ma non in modo eccessivo perché non dimentichiamo che il nostro debito pubblico è molto alto”. Al momento, dunque, “solo situazioni politiche instabili anche in Italia potrebbero aumentare il rischio percepito dai mercati riguardo al Btp”.