Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bond, il verdetto che gela anche i BTP: ‘Solo un crash dell’azionario può salvarli’

Bond, il verdetto che gela anche i BTP: ‘Solo un crash dell’azionario può salvarli’

5 Ottobre 2023 12:25

Il mercato dei bond ha recuperato terreno nelle ultime ore, dopo il bagno di sangue che ha colpito, soprattutto, i Treasuries Usa, mettendo sotto pressione, fino alla mattinata di ieri, anche i titoli di stato dell’Eurozona, tra cui BTP e Bund.

Gli strategist di Barclays rimangono tuttavia bearish sul mercato del reddito fisso, avvertendo che “solo un crash dell’azionario potrà salvare il mercato dei bond”.

Tra i motivi, le operazioni di Quantitative Tightening che le banche centrali, Fed e Bce in primis, continuano a portare avanti, vendendo bond sul mercato e, così facendo, deprimendone il valore.

La view ribassista sui bond è stata illustrata da Barclays nell’articolo “Only an Equities Crash Can Rescue the Bond Market, Barclays Says”, che dice sostanzialmente che i bond potranno essere tratti in salvo soltanto da un crash delle azioni.

Tonfo Treasuries Usa -46%, replica crollo Wall Street post bolla dot-com

La situazione, almeno per i Treasuries Usa, è drammatica, soprattutto se si considera, come emerge da un’analisi di Bloomberg, che i titoli di stato con scadenza a 10 anni e più lunga sono crollati del 46% rispetto al picco testato nel marzo del 2020, ovvero dall’inizio della pandemia Covid-19.

Il tonfo è di poco inferiore al crollo del 49% che Wall Street ha sofferto a seguito dell’esplosione della bolla dotcom.

La fuga dai Treasuries Usa a 30 anni è stata peggiore: in questo caso, il valore dei titoli è scivolato del 53%, quasi replicando il tonfo del 57% di Wall Street nei minimi testati durante la crisi finanziaria globale.

La minaccia QT per i BTP ma non solo

Tornando alla nota di Barclays, gli analisti della divisione di ricerca del colosso bancario britannico hanno motivato il loro pessimismo con i programmi di Quantitative Tightening varati dalle banche centrali e, più in generale, con il fatto che gli acquisti netti di bond da parte delle istituzioni sta palesemente rallentando.

Non per niente il QT lanciato dalla Bce di Christine Lagarde è stato spesso considerato, nel caso dell’Italia, come una vera e propria minaccia per i BTP, sebbene i bond italiani beneficino ancora degli acquisti che l’Eurotower continua a portare avanti con il cosiddetto PEPP o QE pandemico:

acquisti che hanno portato tra l’altro Robin Brooks, capo economista @IIF, ovvero dell’Institute of International Finance ed ex capo strategist forex di Goldman Sachs, a sottolineare che i reinvestimenti in BTP e altri titoli di stato italiani sono tali al punto che si potrebbe dire che, nel caso dei bond made in Italy, il QE non si sarebbe neanche concluso.

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Il problema, tuttavia, è che ora lo stesso QE pandemico è a rischio in quanto, nella sua strenua lotta contro l’inflazione, la Bce potrebbe valutare l’idea di staccare la spina in via anticipata anche ai reinvestimenti in bond che lancia con questo programma.

Il QT è inoltre già realtà, e anche da parecchio, negli Stati Uniti,  visto che anche la Fed di Jerome Powell è venditrice netta di Treasuries Usa.

I titoli di stato Usa sono inoltre destinati a pagare anche l’aumento dell’offerta di bond da parte del Tesoro, reso necessario dall’aumento del deficit americano (e qui si potrebbe fare anche un parallelismo con l’Italia e i suoi BTP).

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Non esiste una soglia magica per i rendimenti dei bond

Ma i rendimenti elevati non possono far niente per salvare il mercato del reddito fisso?

La risposta, al momento, è negativa: “Non esiste un livello magico dei rendimenti tale da attrarre un numero sufficiente di acquirenti capace di scatenare un rally sostenuto dei bond, una volta raggiunto – hanno scritto nella nota gli analisti di Barclays guidati da Ajay Rajadhyaksha – Nel breve termine, possiamo pensare a uno scenario in cui il rally dei bond si manifesti: quello in cui gli asset di rischio scendano in modo significativo, nell’arco delle prossime settimane”.

Ma il calo del 5% che l’indice S&P 500 ha sofferto negli ultimi tre mesi? Per Barclays è troppo poco per riuscire a garantire la ripresa del mercato del reddito fisso.

Insomma, il destino dei Treasuries Usa e, per l’effetto domino, anche dei Bund, BTP e altri titoli di stato di tutto il mondo, è nelle mani dell’azionario.

Nelle ultime sessioni, protagonisti sono stati anche i sell off sui titoli di stato giapponesi, che hanno costretto la Bank of Japan guidata dal governatore Kazuo Ueda a intervenire sul mercato, acquistando l’equivalente di $12,7 miliardi di bond made in Japan, per cercare di frenare la corsa dei rendimenti:

in particolare, nella sessione di ieri, i tassi dei JGB a 10 anni sono balzati allo 0,783%, sulla scia delle speculazioni dei mercati, secondo cui la banca centrale del Giappone sarebbe ormai vicina ad abbandonare la politica monetaria basata sui tassi negativi lanciata nel 2016. Di fatto, il Giappone è l’ultimo paese al mondo in cui i tassi principali di riferimento viaggiano al di sotto dello zero.

I Treasuries Usa oggi sono poco mossi: ieri i rendimenti hanno fatto dietrofront, allontanandosi dal record dal 2007, che li ha fatti balzare a un soffio dal 4,9%, per le tensioni provocate dalla situazione di caos al Congresso degli Stati Uniti e, ancora, per la paura di nuovi rialzi dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell.

Il boom dei tassi dei Treasuries ha contagiato nelle prime ore della giornata di contrattazioni di ieri anche i BTP, portando i tassi decennali a superare anche la soglia del 5%.

La tensione è poi rientrata. Ma sui BTP italiani, oltre alle preoccupazione per il debito e il deficit dell’Italia, pesa ora anche la mossa delle banche italiane