Bce e tassi, nuovo alert: stabilità finanziaria a rischio

Bce su stabilità finanziaria: l’alert con aumento tassi. Occhio al mercato immobiliare
La Bce lancia l’allarme stabilità finanziaria, parlando di vulnerabilità dei mercati finanziari agli shock negativi in un contesto di rialzo dei tassi che essa stessa ha varato, e continuerà a varare per smorzare la piaga dell’inflazione nell’area euro.
Nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato nella giornata di oggi, noto come “Financial Stability Review”, la banca centrale europea è tornata a lanciare anche l’alert sul mercato immobiliare dell’Eurozona, individuato da tempo come settore a rischio.
Il Financial Stability Review è un documento che viene stilato dalla Bce e che analizza i rischi potenziali che incombono sulla stabilità finanziaria dell’Eurozona.
Come si legge nel sito della Bce, il rapporto ha l’obiettivo di promuovere la consapevolezza, nell’industria finanziaria e tra gli stessi cittadini dell’Eurozona, sui problemi che affliggono la stabilità finanziaria.
Si tratta di un’analisi che viene pubblicata due volte all’anno. La prossima edizione sarà diffusa il prossimo 22 novembre 2023.
La pubblicazione del rapporto sulla stabilità finanziaria dell’area euro segue un altro alert che è stato lanciato dalla Bce: quello sul “doom loop” tra grandi banche tradizionali e banche ombra.
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Bce: l’outlook sulla stabilità finanziaria rimane fragile
“Financial stability outlook remains fragile, ECB review finds“: è il titolo dell’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria firmato dalla Banca centrale europea, ovvero “L’outlook sulla stabilità finanziaria rimane fragile”.
D’altronde “le condizioni finanziarie più rigide stanno mettendo alla prova la resilienza delle famiglie, delle aziende, dei governi e dei mercati immobiliari”.
Qualcuno potrebbe far notare che, se le condizioni finanziarie sono diventate più rigide, è stato proprio per la decisione della Bce di Christine Lagarde di alzare in modo ininterrotto dallo scorso anno i tassi dell’area euro.
Detto questo, è vero anche, come ha spiegato il vice presidente dell’Eurotower, Luis de Guindos, che la stessa “stabilità dei prezzi è cruciale per assicurare una stabilità finanziaria durevole”.
Lo stesso de Guindos ha messo in evidenza la presenza di un circolo vizioso:
“Nel momento in cui rendiamo prestrittiva la nostra politica monetaria al fine di ridurre l’inflazione, nel sistema finanziario possono emergere vulnerabilità“.
Ed è dunque “cruciale monitorare queste vulnerabilità e realizzare a pieno l’Unione bancaria, affinché possiamo continuare a tenerle sotto osservazione”.
Mercato immobiliare tra le vittime illustri
Tra le vittime illustri di questo cane che si morde la coda c’è sicuramente il mercato immobiliare, che sta già soffrendo, nell’Eurozona, l’impatto delle strette monetarie.
Con i tassi che aumentano, aumentano anche le rate sui mutui.
Di conseguenza, i consumatori potenziali acquirenti di case sono meno propensi ad accendere un mutuo.
I prezzi delle case, ha fatto notare la Bce, si sono già raffreddati in modo considerevole in un arco di tempo relativamente breve, e il rischio è che cadano ulteriormente, in un contesto in cui le rate sui mutui più alte continuano a mettere sotto pressione la domanda di mutui e dunque anche di case.
Guardando più attentamente alle vulnerabilità presenti nel sistema finanziario dell’area euro, l’Eurotower fa notare che anche le imprese sono alle prese con condizioni finanziarie più rigide e, di conseguenza, con prospettive incerte sulla crescita dei loro business.
In particolare, il contesto “potrebbe presentarsi particolarmente sfidante per quelle aziende che sono uscite dalla pandemia con una mole più pesante di debito e con utili più deboli”.
“Allo stesso tempo, l’elevata inflazione sta colpendo le famiglie, in particolare quelle che appartengono alle fasce di reddito più basse, riducendo il loro potere di acquisto e compromettendo la loro abilità di rimborsare i prestiti”.
Il rapporto sulla Stabilità finanziaria della Bce conferma così che “la domanda di nuovi prestiti, soprattutto mutui, è scesa in modo sostenuto nel primo trimestre del 2023, in risposta all’aumento dei tassi di interesse”.
Inoltre, “sebbene il calo dei prezzi energetici degli ultimi mesi abbia fatto scendere le pressioni sui governi affinché eroghino nuovi stimoli fiscali, sono le stesse autorità a far fronte a un aumento delle spese per interessi” sui loro debiti pubblici. (come, nel caso dell’Italia, l’evidente impennata delle spese per interessi con cui lo Stato è alle prese).
de Guindos: si provveda al più presto a una Unione bancaria
De Guindos ha rimarcato di conseguenza l’importanza di provvedere al più presto nell’area euro a una Unione bancaria, in un momento in cui diverse grandi banche europee hanno ottenuto dalla vigilanza della Bce l’autorizzazione a distribuire miliardi di euro di capitali in eccesso sotto forma di dividendi e di operazioni di buyback.
“Rafforzare l’Unione bancaria, e soprattutto fare progressi su uno schema comune di garanzia sui depositi in Europa, rafforzerà la capacità del sistema finanziario dell’area euro di fronteggiare i rischi”, ha detto il numero due della Bce.
Riguardo alle condizioni in cui versa il mercato immobiliare commerciale, il rapporto della Bce ricorda la crisi di questo settore, scatenata anche in questo caso da condizioni di finanziamento più rigide, dall’incertezza dell’outlook economico e dalla domanda post pandemia più debole.
Alert Bce sui fondi di investimento
Tra l’altro, proprio la correzione dei prezzi degli immobili potrebbe mettere a dura prova, secondo la Bce, la resilienza dei fondi di investimento.
“I mercati finanziari e i fondi di investimento rimangono vulnerabili agli aggiustamenti dei prezzi degli asset. Valutazioni eccessive, condizioni di finanziamento più severe e una liquidità di mercato più bassa potrebbero far salire il rischio che un qualsiasi aggiustamento diventi disordinato, in modo particolare nel caso di nuovi timori di recessione”.
L’Eurotower ha precisato che, “finora, la gran parte dei fondi di investimento non è stata colpita dalle recenti tensioni che hanno colpito i settori bancari degli Stati Uniti e della Svizzera (riferimento ai crac di Silvergate, Silicon Valley Bank (SVB) , Signature Bank, e, più di recente, di First Republic, entrata a far parte alla fine della galassia di JP Morgan., così come anche al dramma di Credit Suisse )”.
“Tuttavia – ha avvertito l’Eurotower – questa situazione potrebbe cambiare, nel caso in cui i fondi si trovassero nella necessità di reperire liquidità e fossero dunque costretti a vendere velocemente i loro asset“.
Per quanto riguarda le banche dell’area euro, queste si sono confermate robuste nei test che sono stati condotti al di fuori dell’area euro. I costi più alti della raccolta e la qualità più bassa degli asset potrebbero tuttavia pesare sulla loro redditività, che finora è stata sostenuta soprattutto dall’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce.