Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Inflazione Usa, l’SOS non è rientrato. Si riparte con ansia Fed?

Inflazione Usa, l’SOS non è rientrato. Si riparte con ansia Fed?

26 Maggio 2023 15:55

La crescita dell’inflazione Usa che rallenta il passo è una realtà o una illusione? L’interrogativo viene naturale, visto quanto è emerso oggi dal fronte macroeconomico degli Stati Uniti.

Oggi è stato pubblicato il parametro preferito dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione, l’indice PCE, ovvero l’indice delle spese per consumi personali.

Il dato è salito ad aprile, su base mensile, dello 0,4%, accelerando il passo rispetto alla crescita precedente, pari a +0,1%.

Su base annua, il trend dell’inflazione headline è stato di un aumento del 4,4%, oltre il +4,2% di marzo.

Inflazione Usa: PCE core balza del 4,7% ad aprile, oltre le attese

Ancora più forte l’accelerazione del PCE core che, su base annua, è stata pari a +4,7%, oltre il rialzo del 4,6% stimato e più del +4,6% di aprile.

Su base mensile, il PCE core è avanzato dello +0,4%, più del +0,3% previsto e, anche in questo caso, a un ritmo più veloce del +0,3% precedente.

I numeri, non c’è che dire, confermano che l’inflazione continua a rimanere alta, anche negli Stati Uniti, in modo ostinato.

Nessun SOS rientrato, dunque, contrariamente a quanto era emerso lo scorso 10 maggio, quando era stato reso noto l’indice dei prezzi al consumo Usa di aprile, altro parametro cruciale per monitorare il trend delle spinte inflattive.

Non è una buona notizia per i mercati, visto che il dato PCE torna a rinfocolare le scommesse su nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della Fed di Jerome Powell, tra l’altro proprio in attesa di una riunione per cui si sperava, fino a prima della pubblicazione del dato, una pausa.

I numeri relativi all’inflazione sono stati diramati all’interno di un rapporto con cui sono stati diffusi anche le spese per consumi e i redditi personali.

Dal rapporto è emerso che le spese personali sono salite ad aprile dello 0,8%, doppiando le attese di un aumento pari a +0,4% e ben oltre il dato precedente invariato.

Su base reale, le spese personali sono avanzate dello 0,5%, rispetto al precedente trend invariato.

I redditi personali si sono confermati in linea con le attese, in crescita ad aprile dello 0,4%, rispetto al +0,3% del mese precedente.

I dati sui redditi e sulle spese confermano ulteriormente la validità delle scommesse di nuove strette monetarie da parte della Fed, in quanto mettono in evidenza un’economia in buone condizioni di salute, non proprio da recessione.

Countdown a riunione Fed. Torna ansia tassi?

“Con il rapporto PCE di oggi più alto delle attese, è possibile che la Fed debba tornare prima dalle vacanze, dal momento che le vacanze dei consumatori americani continueranno a sostenere le spese – ha commentato alla CNBC George Mateyo, chief investment officer di Key Private Bank – Prima del dato di oggi, credevamo che la Fed sperasse di prendersi una vacanza (nel senso di fare una pausa e di rivalutare le condizioni dell’economia degli Stati Uniti). Ma ora, sembra che il suo lavoro, volto a sfiammare l’inflazione non sia finito”.

La prossima riunione del Fomc è prevista per il 13-14 giugno.

Qualche giorno fa il presidente della Fed di Minneapolis Neel Kashkari ha parlato di una Fed divisa, indecisa se alzare i tassi o fare una pausa (per poi ricominciare con le strette monetarie).

Di recente, a dispetto delle scommesse dovish dei mercati, il numero uno di JPMorgan, ceo Jamie Dimon, ha detto di credere che la Fed potrebbe alzare i tassi anche al 6-7%.

Dal canto suo, il presidente della Fed Jerome Powell, nell’ultima riunione del Fomc del 3 maggio scorso, aveva avvertito che non sarebbe stato appropriato tagliare i tassi.

Powell & Co hanno alzato i tassi, il 3 maggio scorso, per la decima riunione consecutiva, portandoli al nuovo range compreso tra il 5% e il 5,25%, al record dal luglio del 2006, con un rialzo di 25 punti base.

La Federal Reserve, nel comunicato con cui ha annunciato l’ennesima stretta monetaria, ha anche lasciato intendere che la politica monetaria restrittiva made in Usa avrebbe potuto essere vicina alla fine. Il dato di oggi affossa a questo punto ogni flebile certezza.