Notizie Notizie Italia Banche nei radar con tassa extraprofitti: nuove ipotesi revisioni sul tavolo?

Banche nei radar con tassa extraprofitti: nuove ipotesi revisioni sul tavolo?

Pubblicato 16 Agosto 2023 Aggiornato 18 Agosto 2023 11:06

Banche restano sempre sorvegliate speciali a Piazza Affari. A quasi distanza di quasi 10 giorni dall’annuncio shock della tassa sugli extraprofitti, come è ormai conosciuta, il mercato non perde di vista il comparto che oggi si muove in ordine sparso in Borsa. Una norma che divide e che continua a far discutere e alimenta i dibattiti a livello politico e finanziario. Dopo la presa di posizione netta della premier Meloni ) che ha rivendicato la paternità della mossa annunciata lo scorso 7 agosto al termine del Consiglio dei ministri, oggi il mercato passa in rassegna le dichiarazioni del vicepresidente del consiglio e attuale segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha affrontato la questione, esprimendo la necessità di presentare degli emendamenti per rivedere il testo.

Emendamenti sul tavolo: ecco le tre potenziali modifiche di Forza Italia

Il dibattito politico sulla tassa sugli extraprofitti resta dunque acceso. Dopo la rivendicazione della norma da parte di GiorgiaMeloni, Antonio Tajani è dell’idea che la norma vada rivista. “Capisco la premier ma non cambiamo idea”, ha dichiarato dalle pagine di “La Repubblica“.
Insomma, la posizione di Forza Italia è chiara e Tajani precisa che sono già stati definiti una serie di emendamenti. In particolare, si punta ad escludere dalla tassazione quelle banche che non rientrano sotto il controllo della Banca centrale europea (Bce), ovvero i piccoli istituti e le banche regionali. Altri due aspetti: rendere l’imposta fiscalmente deducibile, oltre a essere una tantum.

Se queste novità venissero messe nero su bianco le banche coinvolte sarebbero in totale 12 (le stesse vigilate direttamente dalla vigilanza europea): UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Mediobanca, Iccrea, Finecobank, Credem, Cassa Centrale, Bper, Banco Bpm, Popolare di Sondrio e Banca Mediolanum. “In caso di deducibilità fiscale, si stima che l’onere del prelievo sarebbe essere ridotto a circa 1,5-1,6 miliardi da circa 2 miliardi in precedenza”, sottolineano gli analisti di Equita ricordando che dopo aver perso circa 10 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato all’indomani dell’annuncio della tassa, i titoli del bancari sono rimbalzati, portando la perdita complessiva a 3,4 miliardi.

Banche, la reazione in Borsa

Intanto il comparto bancario si muove a due velocità in Borsa. La migliore del listino è Banca monte dei Paschi di Siena (Mps), con un rialzo di circa l’1,5%. Bene anche Bper e Finecobank cha salgono di circa l’1%. In rosso invece Intesa Sanpaolo e UniCredit che cedono circa 1%.

LEGGI ANCHE

Governo ancora in manovra, questione NPL

Intanto il Governo sarebbe al lavoro su una nuova manovra che riguarda il mondo del credito, in particolare di crediti deteriorati di famiglie e PMI. Secondo quanto riporta “La Repubblica”, la discussione sarebbe prevista per settembre o nella legge di bilancio 2023.
La misura si concentrerebbe sulla possibilità per i debitori di estinguere il credito “sofferente” da gennaio 2015 a gennaio 2021 pagando ai servicer che ne gestiscono il recupero il valore a cui la banca l’aveva al tempo ceduto ai fondi, più il 20%. Le proposte si applicano ai crediti in sofferenza fino a 25 milioni di euro di valore nominale.

Debito pubblico: Bankitalia, sale ancora a giugno e tocca 2.843,1 mld

Intanto è di oggi la notizia che il debito pubblico italiano è schizzato ancora. Stando ai dati diffusi dalla Banca d’Italia, nel mese di giugno il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 27,8 miliardi di euro rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.843,1 miliardi. L’incremento, si legge nella consueta pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”, riflette la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (14,2 miliardi, a 41,8), il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (12,3 miliardi), nonché l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,3 miliardi). La vita media residua è rimasta stabile a 7,7 anni.

La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia, si legge ancora nella pubblicazione odierna di Palazzo Koch, è scesa al 25,4 per cento (dal 25,8 del mese precedente), mentre a maggio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) sono rimaste pressoché invariate al 26,5 e al 10,9 per cento rispettivamente.