Banche: i nuovi target di Morgan Stanley su Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca

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A seguito delle ultime trimestrali e degli update su piani strategici e remunerazione dei soci, Morgan Stanley ha aggiornato i target price su alcune delle principali banche italiane, nell’ambito di una valutazione neutrale (“In-Line”) sul settore a livello europeo. Ecco le raccomandazioni e i nuovi prezzi obiettivo su Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca.
In arrivo altri tagli dei tassi Bce
Gli analisti ipotizzano ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce, fino all’1% (dall’attuale 2,75%). Uno scenario che dovrebbe acutizzare le pressioni sui margini di interesse, costringendo le banche ad agire ancora di più su commissioni, efficienza dei costi e qualità degli attivi per salvaguardare la redditività (come evidenziato anche da Scope Ratings).
In tale contesto, Morgan Stanley preferisce i modelli di business più difensivi come quelli di Intesa Sanpaolo e Mediobanca, mentre per banche come Unicredit e Banco Bpm il principale catalizzatore resta l’M&A, malgrado le incertezze sui tempi e sui prezzi delle offerte.
I tp di Morgan Stanley su Unicredit, Banco Bpm e Mediobanca
Per quanto riguarda Unicredit, Morgan Stanley assegna una raccomandazione “Equal-weight” con un target price di 47 euro, in aumento rispetto ai precedenti 45 euro. Il best-case scenario si attesta a 53 euro, il peggiore a 35 euro.
Anche su Banco Bpm viene ribadito il giudizio “Equal-weight”, con prezzo obiettivo in aumento da 7,6 a 8,7 euro. Lo scenario bear case passa da 4,2 € a 6,6 €, mentre il bull case sale da 8,2 € a 10,1 €.
Con riferimento a Mediobanca, la valutazione del broker è “Overweight” con target price 20 euro (in crescita da 17,5 euro precedenti). Il bull case sale da 20,8 € a 22,0 €, il bear case passa da 11,6 € a 15,7 euro.
Unicredit più esposta a margine di interesse e incertezza M&A
Morgan Stanley ha rivisto al rialzo le stime sull’utile netto adjusted del 2025 e degli anni successivi rispettivamente del 3% e dell’1%. Per il margine di interesse è previsto un “moderato declino” in scia ai tagli della Bce. I costi attesi sono stati aumentati dell’1% nel periodo 2025-27, ma gli accantonamenti sono stati ridotti del 15% quest’anno e del 10% successivamente, con un Cost of Risk di 20-24 punti base (contro 25 indicati dal management).
Atteso un payout ordinario superiore al 90%, con una distribuzione annua di 9 miliardi di euro fino al 2027. Tuttavia, i piani di distribuzione potrebbero essere influenzati da eventuali opportunità di crescita inorganica, tra cui l’offerta per Banco Bpm o una possibile proposta per Commerzbank. Nonostante la flessibilità offerta dal capitale in eccesso, UniCredit resta una delle banche più dipendenti dal margine d’interesse e l’incertezza sull’M&A rende la sua valutazione meno appetibile rispetto ai peers.
Per Banco Bpm focus su Anima e update piano strategico
In questo caso Morgan Stanley ha alzato le stime sull’utile netto adjusted del 10% nel biennio 2025-26 e del 15% nel 2027 in seguito alla presentazione del nuovo piano strategico 2024-27. Tagliate del 3-4% le previsioni sui costi, così come gli accantonamenti (-10%). Le nuove proiezioni includono la distribuzione in contanti dell’80% dell’utile netto e l’introduzione di buyback per il 20% dell’utile netto nel FY26-27, con un CET1 ratio stimato al 14% nel 2027.
Un’eventuale combinazione con Anima Holding, sulla base di una nuova offerta di 7 € per azione, potrebbe generare un incremento dell’EPS del 13%, un ritorno sugli investimenti (ROI) del 25-30% e un aumento del RoTE dal 12% al 14%.
Morgan Stanley mantiene una visione positiva sulla crescita del business assicurativo, sul potenziale valore dell’integrazione di Anima e sulla nuova joint venture nei pagamenti, ma resta cauta sul margine d’interesse netto in un contesto di tassi più bassi. La generazione organica di capitale può supportare un aumento del payout totale fino al 100% degli utili attesi per gli esercizi 2026-27, con un dividend yield cumulativo di circa il 30%.
Mediobanca punta sulla diversificazione
Dopo un significativo miglioramento delle commissioni nel quarto trimestre 2024 (+25% rispetto alle attese), la view positiva su Mediobanca viene confermata, grazie ai benefici derivanti da tassi più bassi che sostengono il Corporate & Investment Banking (CIB) e il Wealth Management.
Le previsioni sui ricavi sono state riviste al rialzo e le stime sull’utile netto rettificato sono salite del 2% nel biennio 2026-27. Inoltre, la partecipazione del 13% in Generali è stata aggiornata dal valore contabile a quello di mercato, riflettendo la sua solida capitalizzazione.
Per Morgan Stanley, il margine d’interesse di Mediobanca è più resiliente alle variazioni dei tassi rispetto ai peer italiani e le commissioni dell’asset management e dell’investment banking possono beneficiare dell’allentamento monetario.
La diversificazione delle entrate può supportare un RoTE sostenibile del 14% e rendimenti interessanti sul free cash flow (FCF). Infine, il mercato accoglierebbe favorevolmente l’impiego del capitale in eccesso per opportunità di crescita inorganica.
La view di Morgan Stanley su Intesa Sanpaolo
Tra le banche italiane preferite da Morgan Stanley c’è anche Intesa Sanpaolo, su cui gli analisti hanno recentemente confermato la raccomandazione “Overweight” alzando il target price a 4,9 euro (da €4,8).
Una crescita dei prestiti più rapida del previsto potrebbe mantenere il margine di interesse resiliente e garantire una generazione costante di capitale. Al contrario, tra i possibili fattori contrari vengono citati un aumento della volatilità dello spread, un maggiore costo della raccolta (deposit beta) che peserebbe sul margine di interesse e un rallentamento del mercato italiano, con impatti negativi sui flussi di raccolta o una continua preferenza per asset a rendimento più elevato come i BTP e i fondi passivi.