Notizie Notizie Italia Unicredit ha fretta su Bpm: le nuove date per l’Ops. Il rilancio? Ecco il grafico che incorona la strategia Orcel

Unicredit ha fretta su Bpm: le nuove date per l’Ops. Il rilancio? Ecco il grafico che incorona la strategia Orcel

21 Febbraio 2025 09:47

Tra di passi indietro, colpi di sciabola e improvvise accelerazioni, l’Ops di Unicredit su Banco Bpm non manca certo di tenere sempre sulle spine investitori e diretti interessati. Ieri si è consumata un’altra giornata di passione con novità su tutti i fronti accompagnate anche dalle parole al vetriolo di Orcel circa le “intromissioni politiche” che hanno circondato in questi mesi le due operazioni di mercato orchestrate dal dealmaker romano.

Unicredit anticipa l’assemblea, ecco perchè

Partendo dall’ultima novità in ordine cronologico, Unicredit ha messo il piede sull’acceleratore annunciando in tarda serata l’anticipo al 27 marzo della data dell’assemblea chiamata ad approvare il via libera all’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm. L’assemblea dei soci era precedentemente convocata per il giorno 10 aprile. Ai soci sarà proposto un aumento di capitale con emissione di un numero massimo di 278 milioni di azioni ordinarie al servizio dell’offerta di scambio sul Banco.

Nessuna spiegazione formale è trapelata da piazza Gae Aulenti circa questo anticipo di un paio di settimane. Sta di fatto che proprio entro il 27 marzo è previsto il via libera Bce all’operazione, mentre 5 giorni più tardi c’è la scadenza per il nulla osta Consob per il prospetto e altri 5 per la pubblicazione; entro due mesi, quindi fine maggio/inizio giugno per il lancio dell’offerta.

Pertanto, con l’assemblea anticipata di due settimane Unicredit si fa trovare pronta a non perdere nemmeno un giorno una volta che avrà in tasca il via libera della Bce (con annessi i pareri di Bankitalia e Ivass).

Banco Bpm e rilancio su Opa Anima, le ultime novità

Un mese prima, il 28 febbraio, ci sarà invece l’importante assemblea di Banco Bpm chiamata a modificare le condizioni dell’Opa su anima, a partire dal prezzo (da 6,2 a 7 euro). A tal riguardo l’istituto di piazza Meda ha annunciato di avere ricevuto da parte del top management di Anima, tra cui anche l’amministratore delegato, impegni di adesione all’Opa per un numero di azioni complessivo pari all’1,5% circa del capitale. La quota di adesioni, se si considerano le azioni Anima già detenute e quelle oggetto degli impegni di adesione sottoscritti da Poste Italiane e Fsi Sgr, arriva quindi a circa il 44,8 per cento. Adesioni tutte condizionare al rilancio dell’Opa a 7 euro.

Analisti non hanno dubbi sul nodo Danish Compromise

In vista dell’assemblea di fine mese nei giorni scorsi era arrivato l’avvertimento di Unicredit circa la possibilità di un passo indietro se le condizioni dell’Opa Anima cambiavano, con particolare riferimento al Danish Compromise, norma che consente un trattamento favorevole delle partecipazioni assicurative nei requisiti patrimoniali di una banca. Unicredit metteva in dubbio anche i ratio patrimoniali di Bpm in caso di mancato ok della bce all’applicazione del Danish Compromise.

Su tali dubbi indirettamente si sono espressi ieri gli analisti di Deutsche Bank in un lungo report dedicato a Bpm in cui si asserisce che l’approvazione del Danish Compromise è solo una questione di quando arriverà. In seconda battuta gli analisti ritengono che i benefici di tale applicazione devono essere riflessi nei termini dell’offerta di Unicredit.

Il report prende atto dei nuovi target annunciati la scorsa settimana da Bpm e alza il prezzo obiettivo a 10,5 euro, ben sopra (circa il 17%) i livelli a cui viaggia adesso il titolo della banca guidata da Giuseppe Castagna.

Bpm vs Unicredit: nell’ultimo mese la strategia di Orcel dà i suoi frutti

Da inizio anno il titolo Bpm si è mosso in deciso rialzo (+16,4%) in sintonia con tutto il comparto bancario, sottoperformando rispetto al “predatore” Unicredit che vanta un rotondo +24%. Disallineamento di performance che ha comportato una sostanziosa riduzione del “rilancio implicito” che il mercato si attende da parte di Unicredit rispetto al concambio previsto dalle condizioni iniziali dell’Ops (0,175 nuove azioni Unicredit ogni azione Bpm). Il rilancio che il mercato ad oggi sconta è del 7% circa e nell’ultima settimana, dopo i conti delle due banche e soprattutto dopo la precisazione di Unicredit circa la possibilità di una rinuncia all’Ops, era sceso anche in area 5%.

Il nuovo piano strategico di Banco Bpm prevede ritorni sul capitale superiori all’11% annuo, con 6 miliardi di euro in dividendi, implicando un multiplo prezzo/utile stimato per il 2027 di 4,1. In aggiunta, l’approvazione da parte della Bce del Danish Compromise aggiungerebbe circa 1 miliardo di euro, aumentando i ritorni al 15%. “Siamo rimasti un po’ sorpresi dalla scarsa reazione del titolo dopo la presentazione del nuovo piano aggiornato 2024-27 – si legge nel report di Deutsche Bank – con il
titolo in calo del 2% in termini assoluti e, cosa più importante a Unicredit”. “Sorprendentemente – proseguono da Db – dalla presentazione di quelli che consideriamo obiettivi con un basso rischio di esecuzione e una politica di distribuzione significativamente migliorata, lo spread rispetto al prezzo teorico implicito nell’offerta di Unicredit è diminuito in modo significativo al 7% da oltre il 15% del mese scorso”.

Orcel su risiko e dintorni: si è sfociato in dispute politiche e attacchi personali

Intanto ieri il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, è tornato sulle importanti operazioni in atto, dall’Ops Banco Bpm alle ambizioni di aggregazione anche con la tedesca Commerzbank. “Si è degenerato in dibattiti politici che non dovrebbero esserci, e forse in larga misura, in attacchi personali”, ha affermato polemicamente Orcel in un’intervista concessa al Financial Times. Tutto ciò è avvenuto, ha proseguito il banchiere romano, nonostante si tratti di due operazioni di mercato.