Da Corte Suprema colpo di grazia a Boris Johnson? Lui scherza all’Onu e paragona Brexit a agonia Prometeo
Sarà la decisione della Corte Suprema del Regno Unito a dare il colpo di grazia alla premiership di Boris Johnson? Viene da farsi questa domanda, dopo l’annuncio della sentenza che, all’unanimità, ha definito lo stop al Parlamento deciso dal premier britannico “illegale”. Oggi la stampa UK si scatena, con il Financial Times che sembra dedicare a Johnson un necrologio.
Il quotidiano ricorda d’altronde quanto è successo in questi ultimi tre mesi al premier. Roba, si potrebbe dire, da far impallidire anche l’ex premier Theresa May. Boris Johnson, si legge:
- ha sofferto una sconfitta senza precedenti alla Corte Suprema.
- ha perso la maggioranza al Parlamento
- ha espulso 21 parlamentari Tories (che gli si erano messi contro nella gestione della Brexit)
- Ha assistito alle dimissioni di suo fratello dal suo stesso governo
- E ha visto andare a pezzi la sua strategia di Brexit (Brexit a tutti i costi)
Per non parlare, si potrebbe aggiungere, delle sue mozioni continuamente bocciate a Westminster, inclusa quella per le elezioni anticipate.
Sicuramente, però, il colpo di grazia è arrivato ieri, martedì 24 settembre, quando il numero uno della Corte Suprema UK ha letto il verdetto, annunciando che i giudici hanno sentenziato all’unanimità che la sospensione del Parlamento che Johnson ha chiesto alla Regina (e ottenuto lo stesso giorno) alla fine di agosto è stata illegale: la sospensione, ha precisato Hale, avrebbe dovuto essere decisa infatti dai giudici della corte, che avrebbero dovuto stabilire anche la durata e i limiti della chiusura.
La stampa britannica si scatena nel commentare il verdetto, riprendendo il seguente interrogativo che si sarebbe posto lo stesso Boris Johnson, sbottando dopo aver appreso la notizia: chi comanda nel Regno Unito? Il “The Guardian” scrive che il premier ha ingannato la Regina, il popolo e il Parlamento”:
The Guardian front page, Wednesday 25 September 2019: He misled the Queen,the people and parliament pic.twitter.com/4hdeHerzeN
— The Guardian (@guardian) September 24, 2019
Il Financial Times mette in evidenza il rischio della fine dei suoi giorni come premier del Regno Unito, facendo riferimento alle diverse richieste, provenute da più parti, affinché si dimetta dopo il responso della Corte Suprema:
Wednesday’s FT: Johnson faces calls to resign as judges rule Parliament’a closure ‘unlawful’ #TomorrowsPapersToday pic.twitter.com/MPmhK0qHRz
— Helen Miller (@MsHelicat) September 24, 2019
Così il Daily Express: “illegale? Ed è legale negare la Brexit per 17,4 milioni di cittadini UK?
Wednesday’s EXPRESS: Unlawful? Whats unlawful about denying 17.4m Brexit! #TomorrowsPapersToday pic.twitter.com/KsFAWh3sDO
— Helen Miller (@MsHelicat) September 24, 2019
Il Telegraph fa riferimento alle frasi che lo stesso Boris Johnson ha proferito nel suo incontro con Donald Trump, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, quando ha detto che “ci sono molte persone che vogliono ostacolare la Brexit“.
Il quotidiano riporta indiscrezioni secondo cui, a questo punto, il premier cercherà di forzare di nuovo il voto anticipato, nel corso di questa settimana, “dopo aver accusato la Corte Suprema della Gran Bretagna di ostacolare ‘la volontà del popolo’, ribaltando la sua decisione di ricorrere al prorogation del Parlamento UK. Leggi: Annuncio shock, cos’è la prorogation
Wednesday’s TELEGRAPH #TomorrowsPapersToday pic.twitter.com/9PvkorgXKl
— Helen Miller (@MsHelicat) September 24, 2019
Johnson ha anche scherzato da New York, facendo tra l’altro un paragone tra la figura di Prometeo e la Brexit.
Figura della mitologia greca, il titano Prometeo viene punito per aver osato sfidare Zeus, rubando il fuoco agli dei per darlo agli uomini. Per punizione, Seus dispone che Prometeo venga incatenato nudo a una roccia ai confini del mondo e sottoposto alle torture di un’aquila, che gli squarcia il fegato. Il fegato ricresce però ogni notte per venire di nuovo dilaniato il giorno successivo, in un’agonia senza fine (alla fine Prometeo viene comunque liberato).
Questa sua agonia, ha ricordato Boris Johnson nel suo discorso all’Onu: “è andata avanti per sempre, un po’ come sta accadendo alla Brexit del Regno Unito”.
E poi c’è chi torna all’umiliazione appena incassata dalla Corte Suprema, a cui il premie risponde tuttavia rimanendo ben saldo alla poltrona, senza alcuna intenzione di dimettersi:
Wednesday’s i: Humiliated PM refuses to resign #TomorrowsPapersToday pic.twitter.com/l6s5Sjf13J
— Helen Miller (@MsHelicat) September 24, 2019