Draghi teme crisi duratura per l’UE e invita Berlino ad agire subito
“I rischi rimangono orientati verso il basso e gli ultimi dati non mostrano indicazioni convincenti su un rimbalzo di breve periodo”. Così il numero uno della Bce, Mario Draghi, intervenendo al Parlamento europeo nella sua ultima audizione nelle vesti di numero uno della banca centrale europea visto che il 1° novembre passerà il testimone a Christine Lagarde.“Dalla mia ultima audizione davanti a questa commissione lo slancio della zona euro è rallentato significativamente, più di quanto avevamo anticipato. Il Pil è ora previsto a 1,1% nel 2019, meno 0,6 punti dalle proiezioni di dicembre, e 1,2% nel 2020, meno 0,5 punti da dicembre” così ha sottolineato il numero uno della banca centrale precisando che “la crescita dell’Eurozona, “ha perso slancio in modo significativo”.
Il monito indiretto a Germania e Italia
Dopo il maxi bazooka con cui, lo scorso giovedì 12 settembre, la Bce di Draghi ha tagliato il tasso sui depositi di 10 punti base, dal -0,40% al -0,50%, lanciato un sistema di tiering per arginare gli effetti, sulle banche, dei tassi negativi, modificato la forward guidance, rilanciato il piano di Quantitative easing e ammorbidito le condizioni delle operazioni di TLTRO, Draghi si è mostrato aperto alla possibilità di rendere la politica monetaria ancora più accomodante. La ricetta per uscire dall’impasse secondo il presidente della bce è una “strategia economica coerente nella zona euro, che completi l’efficacia della politica monetaria”, ha detto Draghi che fa un monito preciso ai paesi. “La politica di bilancio deve dare un contributo più decisivo’ al superamento delle difficoltà attuali e su questo il consenso dei governatori Bce è unanime” ha detto il presidente. In vista del rallentamento e dei rischi al ribasso, “i governi con spazio nei bilanci, che affrontano un rallentamento, dovrebbero agire con tempestività, e allo stesso tempo i governi con alti debiti dovrebbero perseguire politiche prudenti e rispettare gli obiettivi”. “Dati l’indebolimento delle prospettive economiche e la continua prominenza dei rischi di peggioramento, i governi con spazio di bilancio che stanno fronteggiando un rallentamento dell’economia devono agire in modo effettivo e rapidamente” dice Draghi. Allo stesso tempo, continua, “i governi nei Paesi con alto debito pubblico devono perseguire politiche prudenti e rispettare gli obiettivi di bilancio in termini strutturali”. Il riferimento che fa il presidente della Bce, senza nominarli direttamente, è rispettivamente alla Germania e all’Italia.
Proprio in riferimento all’Italia, Mario Draghi ha sottolineato che “ogni Paese ha la propria agenda per le riforme strutturali, che non è solo necessario che siano fissate nella legge di bilancio, ma riflettono un concetto, una categoria più ampia e questo vale anche per l’Italia”. E ancora sulla situazione italiana, il presidente della Bce indica la strada da compiere. “Tra le riforme ci sono quelle per il mercato del lavoro, ma anche dei prodotti, c’è l’aumento della concorrenza, del sistema giudiziario, della scuola: questi sono i temi se la priorità è crescere”.