Notizie Notizie Mondo Nuove strette, ispezioni banche e spettro tasse per trader criptovalute. Tonfo Bitcoin, Ripple, Litecoin

Nuove strette, ispezioni banche e spettro tasse per trader criptovalute. Tonfo Bitcoin, Ripple, Litecoin

9 Gennaio 2018 08:18

Sell off sulle criptovalute, che scontano i timori sempre più concreti sulle strette che le autorità di regolamentazione dei mercati, a livello globale, si apprestano a varare, o hanno già varato, soprattutto sul Bitcoin.

Sul piede di guerra nei confronti della moneta digitale numero uno per capitalizzazione di mercato sono in particolare le autorità di Cina e Corea del Sud, che stanno aumentando i controlli sulle operazioni di trading.

Ma già lo scorso anno la Sec degli Stati Uniti aveva adottato misure contro il comparto sospendendo per esempio, alla fine di dicembre, il trading del titolo Crypto.

Le autorità sono pronte a sferrare un duro colpo anche alle emissioni e vendite di monete digitali, che avvengono allo scopo di finanziare determinate attività, come le ICO.

Per non parlare delle ispezioni che Seoul ha lanciato in sei banche, inclusa la Industrial Bank of Korea, che permettono alle aziende interessate al trading delle criptovalute di aprire conti correnti virtuali.

Le autorità sudcoreane avevano già detto lo scorso mese che avrebbero autorizzato il trading delle criptovalute soltanto su piattaforme qualificate di scambio, parlando anche della possibilità di imporre una tassa sui guadagni in conto capitale realizzati attraverso il trading delle monete.

Qualche giorno fa era stato lo stesso Ewald Nowotny, governatore della Banca centrale austriaca e membro del Consiglio direttivo della Bce, ad auspicare l‘introduzione dell’Iva sul Bitcoin, per dire stop all’anonimato dei trader.

E che dire della recente dichiarazione di Benjamin Dives, ceo del London Block Exchange, rilasciata al Sunday Express?

“In questo mondo – ha ricordato – niente è certo, a parte la morte e le tasse. Le criptovalute potranno essere qualcosa di nuovo e unico”, ha avvertito Dives, ma non saranno “esenti dalla tassazione”.

Da segnalare che il London Block Exchange (LBX) è la prima piattaforma del Regno Unito dedicata allo scambio delle criptovalute e permette a chiunque, come è scritto nel suo sito, di iniziare a fare trading sugli asset nell’arco di pochi minuti.

Dives ha detto chiaramente che i trader che fanno profitti sul Bitcoin dovranno pagare anche loro le tasse sui guadagni in conto capitale. La tassa sul trading del Bitcoin dovrebbe essere pari al 20% per i trader individuali e del 19% se a fare trading è una società.

Già nel 2017 sia il fisco Usa che del Sud Africa avevano annunciato l’intenzione di utilizzare un software ad hoc per monitorare la tecnologia blockchain, al fine di localizzare tutti coloro che fanno trading sulle monete digitali che non abbiano dichiarato in modo appropriato i profitti che hanno incassato.

A rendere il quadro più fosco, nelle ultime ore, è stata la decisione di Coinmarketcap.com di escludere i dati coreani relativi alla formazione dei prezzi delle criptovalute: Bloomberg spiega che secondo alcuni trader la mossa avrebbe inciso sul sell-off.

Sell off che ha portato il Bitcoin a capitolare fino a -17%, a $14.820, e a soffrire così la perdita più sostenuta in più di due settimane.

A cedere almeno il 10%, secondo le rilevazioni di Coinmarketcap.com, sono state tutte le 10 principali criptovalute per valore di mercato: il Cardano ha perso il 16%, così come il Litecoin.

Il Ripple ha ceduto il 10% a $2,46 sul mercato Bitstamp. Coinmarketcap.com ha mostrato un calo invece di quasi -25%, escludendo per l’appunto alcuni prezzi dei mercati coreani.