Non solo BTP: “tempo scaduto per rally bond sovrani”. Tassi su in attesa di boom emissioni
Tempo scaduto per il rally dei bond della periferia euro. A emettere la sentenza è un articolo di Bloomberg scritto da Kristine Aquino. Il riferimento non è solo ai BTP, bond italiani, alle prese con la doppia minaccia rappresentata dalle elezioni e dalla graduale rimozione degli stimoli monetari da parte della Bce. L’avvertimento è rivolto anche a chi ha riscoperto i bond sovrani greci e portoghesi e ha guadagnato puntando su di essi.
“Stiamo parlando di un gruppo di nazioni che include tre dei cinque paesi più indebitati tra quelli avanzati, così come emerge dai rapporti debito-Pil”, scrive Aquino nell’articolo “Time’s Up for Euro Area Periphery Bond Rally”.
In merito all’Italia, non si fa riferimento ‘soltanto’ al rischio delle imminenti elezioni politiche, fissate per il prossimo 4 marzo. Aquino mette in dubbio anche il fattore crescita: proprio quello a cui Gentiloni & Co hanno guardato compiaciuti, soprattutto in occasione delle revisioni al rialzo arrivate da diverse istituzioni finanziarie.
Certo, come conferma Reuters in un altro articolo in cui vengono affrontate le sfide italiane, “la crescita del Pil è al tasso più elevato dal 2010, le esportazioni e l’attività manifatturiera stanno crescendo e il numero degli italiani tornati al lavoro è ai livelli pre-crisi”.
Ma Bloomberg – sulla base degli analisti intervistati – fa notare come le previsioni per il 2018 del Pil italiano su base reale, e inflation-adjusted (ovvero considerando gli aggiustamenti legati all’inflazione) siano di una crescita in rallentamento di 0,2 punti percentuali. Per non parlare del Portogallo e della Spagna, dove la crescita dovrebbe ridursi di 0,6 punti percentuali.
“La Grecia è la sola eccezione, con il Pil reale atteso in rialzo di 0,9 punti percentuali, sebbene tale performance si presenterebbe dopo sei flessioni consecutive, sofferte nei sei degli ultimi otto anni”.
In generale, secondo gli analisti, “la crescita per la maggior parte della periferia o rallenterà, o subirà lievi modifiche, nei prossimi due anni”. E “questi fondamentali economici diventeranno, probabilmente, il fattore che più di tutti influenzerà l’appetito degli investitori per il debito, in un momento in cui la fine degli acquisti di bond da parte della Bce è vicina”.
Tra l’altro, visto che la decisione della Bce di ridurre gli acquisti di bond sovrani dovrebbe tradursi in un rialzo dei rendimenti dei Bund della Germania (che rappresentano un benchmark), è naturale che la stessa cosa si manifesterà nel caso dei dei bond periferici, che sono percepiti come più rischiosi rispetto a quelli tedeschi. Non per niente i Bund tedeschi sono annoverati tra i safe assets, gli asset considerati rifugio.
Nell’immediato, Reuters sottolinea che il rialzo odierno dei tassi si spiega con l’inizio di una settimana che sarà caratterizzata da corpose emissioni di debito da parte di diversi paesi.
“La Germania, l’Austria, l’Olanda e l’Italia venderanno questa settimana bond per un valore di quasi 12 miliardi di euro, mentre nel caso del Portogallo gli analisti affermano che anche il paese potrebbe ricorrere al mercato, in questo caso attraverso un accordo di prestiti sindacati”.
Gennaio, ricorda Reuters, è di per sé uno dei mesi dell’anno più affollati di emissioni di bond, e basta questo a far capire il motivo per cui la pressione sui rendimenti tenda a essere rialzista.
La maggior parte dei rendimenti dei bond decennali dell’Eurozona è in rialzo di 1-2 punti base rispetto alla chiusura di venerdì scorso.
In particolare, i tassi dei Bund si attestano allo 0,45%, a un valore non distante dal record in due mesi testato la scorsa settimana.
Lo spread Italia-Germania a 10 anni si rafforza in area 157, a causa dell’aumento più sostenuto dei tassi sui BTP decennali, che durante la mattinata hanno superato la soglia del 2%.