Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (14/11/24)
I dividendi costituiscono una fonte di rendimento significativa per chi investe nel mercato azionario, soprattutto in contesti volatili e incerti. Le aziende in grado di pagare cedole elevate e remunerative offrono un ritorno anche in presenza di scenari caratterizzati da repentini cambiamenti macroeconomici e geopolitici, che incrementano il rischio di oscillazioni indesiderate dei prezzi. Vediamo dunque le società del Ftse Mib, l’indice più rappresentativo di Piazza Affari, che offrono le migliori opportunità in termini di rendimento da dividendi (dividend yield).
L’importanza dei dividendi nel quadro macro mutevole
Il 2024 sta per terminare e gli investitori cominciano a posizionarsi in vista dell’anno prossimo. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca è un fattore di cui le banche centrali dovranno tenere conto, ma fino al suo effettivo insediamento sarà difficile fare previsioni in merito all’impatto delle sue politiche sull’economia statunitense e globale.
Nel frattempo, gli operatori continuano a monitorare i dati macroeconomici per trarne indicazioni sul sentiero dell’inflazione. In Europa, la Bce ha recentemente spostato l’attenzione sulla crescita, il cui indebolimento rischia di frenare la domanda e rallentare eccessivamente i prezzi, rispetto al target del 2% fissato da Lagarde e colleghi. Nell’ultima riunione dell’anno, il mese prossimo, si prevede un nuovo allentamento della politica monetaria, ma l’entità della riduzione rappresenta ancora un dilemma.
Negli Usa, il focus si concentra prevalentemente sul mercato del lavoro e sul possibile impatto inflazionistico delle politiche dei Repubblicani. Nel frattempo, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un’accelerazione in linea con le attese a ottobre, mentre il dato core è rimasto stabile al 3,3%, tenendo viva la prospettiva di un nuovo taglio dei tassi di 25 bp a dicembre da parte della Fed.
A prescindere dal ritmo con cui verrà implementato da una parte e dall’altra dell’Atlantico, l’allentamento della politica monetaria dovrebbe portare ad una discesa dei rendimenti nel comparto del reddito fisso e aprire prospettive interessanti per l’azionario. In particolare, le società con dividendi ragguardevoli fanno gola agli investitori interessati a proteggere e incrementare il loro capitale, conseguendo una crescita bilanciata nel lungo termine e una migliore mitigazione dei rischi.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.
Tuttavia, bisogna presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield
Il dividend yield è quindi un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante agli azionisti. Molte società a Piazza Affari si distinguono per gli elevati rendimenti da dividendo. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield (e del prezzo corrente), quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.
In cima alla classifica troviamo ancora Stellantis con un dividend yield del 12,3%. Questo dato, però, è influenzato dal crollo in borsa del titolo e molti analisti prevedono una revisione al ribasso o una sospensione della cedola nel 2025.
Alle spalle della casa automobilistica si colloca un gruppo di banche guidato da Banco BPM con un rendimento dell’8,0%, davanti a Intesa Sanpaolo (7,7%), Banca Popolare di Sondrio (7,7%) e Mediobanca (7,4%). Seguono Eni (6,8%), Snam (6,7%), Enel (6,5%) e Italgas (6,4%), confermando la propensione di utilities e titoli energetici a distribuire corposi dividendi.
In coda alla classifica troviamo invece Ferrari (0,6%), Interpump (0,8%) e Brunello Cucinelli (1,0%), mentre Nexi, Saipem e Telecom Italia non hanno pagato cedole a valere sull’ultimo esercizio.
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a |
Stellantis | 12,57 | 1,5500 | 12,3% | 0,8940 | -42,3% |
Banco BPM | 7,04 | 0,5600 | 8,0% | 0,6390 | 14,1% |
Intesa Sanpaolo | 3,84 | 0,2960 | 7,7% | 0,3560 | 20,3% |
Bca Pop Sondrio | 7,29 | 0,5600 | 7,7% | 0,5850 | 4,5% |
Mediobanca (**) | 14,51 | 1,0700 | 7,4% | 1,2180 | 13,8% |
Eni | 13,84 | 0,9400 | 6,8% | 1,0370 | 10,3% |
Snam | 4,20 | 0,2820 | 6,7% | 0,3000 | 6,4% |
Enel | 6,63 | 0,4300 | 6,5% | 0,4710 | 9,5% |
Italgas | 5,51 | 0,3520 | 6,4% | 0,3980 | 13,1% |
Poste italiane | 13,14 | 0,8000 | 6,1% | 1,0210 | 27,6% |
Banca Mediolanum | 11,58 | 0,7000 | 6,0% | 0,7820 | 11,7% |
Azimut | 23,10 | 1,3800 | 6,0% | 1,5120 | 9,6% |
Inwit | 9,54 | 0,4800 | 5,0% | 0,5410 | 12,7% |
Generali Assicurazioni | 25,46 | 1,2800 | 5,0% | 1,4780 | 15,5% |
ERG | 19,93 | 1,0000 | 5,0% | 1,0580 | 5,8% |
BPER Banca | 6,08 | 0,3000 | 4,9% | 0,6780 | 126,0% |
A2A | 2,02 | 0,0958 | 4,7% | 0,1000 | 4,4% |
FinecoBank | 15,17 | 0,6900 | 4,5% | 0,7310 | 5,9% |
Terna | 7,67 | 0,3396 | 4,4% | 0,3740 | 10,1% |
Hera | 3,30 | 0,1400 | 4,2% | 0,1520 | 8,6% |
Banca MPS | 6,13 | 0,2500 | 4,1% | 0,7920 | 216,8% |
Pirelli&C | 4,99 | 0,1980 | 4,0% | 0,2710 | 36,9% |
Tenaris (*) | 17,31 | 0,6000 | 3,5% | 0,7780 | 29,7% |
Unipol Gruppo | 11,41 | 0,3800 | 3,3% | 0,6940 | 82,6% |
UniCredit | 41,01 | 1,0829 | 2,6% | 2,9050 | 168,3% |
Moncler | 46,52 | 1,1500 | 2,5% | 1,2030 | 4,6% |
Recordati | 51,65 | 1,2000 | 2,3% | 1,5000 | 25,0% |
Iveco Group | 9,56 | 0,2200 | 2,3% | 0,5580 | 153,6% |
STMicroelectronics (*) | 24,57 | 0,3600 | 1,5% | 0,3180 | -11,7% |
Amplifon | 23,82 | 0,2900 | 1,2% | 0,3590 | 23,8% |
Campari | 5,80 | 0,0650 | 1,1% | 0,0710 | 9,2% |
Prysmian | 62,62 | 0,7000 | 1,1% | 0,8860 | 26,6% |
Leonardo | 25,07 | 0,2800 | 1,1% | 0,3390 | 21,1% |
Diasorin | 106,65 | 1,1500 | 1,1% | 1,1580 | 0,7% |
Brunello Cucinelli | 88,00 | 0,9100 | 1,0% | 1,1100 | 22,0% |
Interpump Group | 41,58 | 0,3200 | 0,8% | 0,3460 | 8,1% |
Ferrari | 415,20 | 2,4430 | 0,6% | 3,0150 | 23,4% |
Nexi | 5,45 | – | – | 0,0080 | – |
Saipem | 2,33 | – | – | 0,0850 | – |
Telecom Italia | 0,22 | – | – | 0,0010 | – |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2024
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 14 novembre 2024
Le prossime cedole del Ftse Mib
Lunedì prossimo, 18 novembre, è una data da segnare in rosso sul calendario. Saranno ben 10 le società del Ftse Mib a staccare la cedola, tra acconti, saldi e tranche trimestrali. Nel dettaglio, si tratta di:
- Banca Mediolanum
- Banco Bpm
- Eni
- Intesa Sanpaolo
- Mediobanca
- Poste Italiane
- Recordati
- Tenaris
- Terna
- Unicredit
STMicroelectronics invece staccherà la tranche trimestrale del dividendo il 16 dicembre.
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.