Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (06/06/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (06/06/24)

6 Giugno 2024 16:22

I dividendi rappresentano per gli investitori una fonte di rendimento stabile e sicura, garantendo flussi in entrata anche in fasi di mercato volatili e incerte. I titoli in grado di pagare cedole elevate sono dunque particolarmente appetibili per chi investe nel mercato azionario. Vediamo quali sono le società del Ftse Mib, le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza del dividendo nell’attuale contesto macro

Nella riunione odierna è arrivato finalmente il primo taglio dei tassi della Bce, che ha abbassato di 25 punti base il costo del denaro, come largamente anticipato. La presidente Lagarde ha però sottolineato che non esiste alcun percorso predefinito e che le successive delibere dipenderanno dai dati via via in uscita, in particolare quelli sui salari. Al contempo, l’istituto ha diffuso le proiezioni aggiornate su inflazione e Pil, alzando le stime sui prezzi per quest’anno e il prossimo.

La situazione è più complicata negli Usa, dove la Federal Reserve si riunirà la prossima settimana. I funzionari hanno ribadito che servirà cautela e che i tassi potrebbero rimanere su livelli restrittivi ancora per un tempo piuttosto prolungato. Tuttavia, gli ultimi dati macro hanno riacceso le speranze per un abbassamento del costo del denaro a settembre.

In ogni caso, la prospettiva di un allentamento della politica monetaria a livello internazionale nei prossimi mesi è concreta. Questo accresce l’attenzione per il mercato azionario e l’importanza dei dividendi, in grado di offrire rendimenti stabili e di rappresentare una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.

Inoltre, tensioni geopolitiche e incertezze economiche possono generare volatilità dei mercati, spingendo gli investitori alla ricerca di strumenti di mitigazione del rischio. In tal senso, le azioni che pagano corposi dividendi diventano estremamente appetibili.

Cos’è il dividend yield

Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno per gli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del Dividend yield, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

Al vertice della classifica troviamo Banco BPM, con un dividend yield dell’8,6%, grazie a un dividendo per azione complessivo di 0,560 euro. Intesa Sanpaolo segue con un rendimento dell’8,3% e un dividendo per azione di 0,296 euro. Banca Popolare di Sondrio si posiziona al terzo posto con un dividend yield del 7,9%, confermando la supremazia degli istituti di credito in questa graduatoria.

In coda alla classifica troviamo invece aziende come Ferrari e STMicroelectronics (con rendimenti dello 0,6%), Campari e Interpump (entrambe ferme allo 0,7%).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a
Banco BPM 6,48 0,5600 8,6% 0,6070 8,4%
Intesa Sanpaolo 3,58 0,2960 8,3% 0,3430 15,9%
Bca Pop Sondrio 7,07 0,5600 7,9% 0,4650 -17,0%
Stellantis 20,24 1,5500 7,7% 1,5610 0,7%
Italgas 4,96 0,3520 7,1% 0,3860 9,7%
Eni 13,97 0,9400 6,7% 1,0310 9,7%
Banca Mediolanum 10,90 0,7000 6,4% 0,7820 11,7%
Enel 6,74 0,4300 6,4% 0,4660 8,4%
Snam 4,44 0,2820 6,3% 0,3000 6,4%
Poste italiane 12,78 0,8000 6,3% 0,9940 24,3%
BPER Banca 4,85 0,3000 6,2% 0,4300 43,3%
Mediobanca 14,32 0,8500 5,9% 1,1110 30,7%
Azimut 24,52 1,3800 5,6% 1,7910 29,8%
Generali Assicurazioni 23,78 1,2800 5,4% 1,4610 14,1%
Banca MPS 4,93 0,2500 5,1% 0,4830 93,2%
UniCredit 36,20 1,7800 4,9% 2,5030 40,6%
A2A 1,95 0,0958 4,9% 0,1000 4,4%
Inwit 9,99 0,4800 4,8% 0,5500 14,6%
FinecoBank 14,77 0,6900 4,7% 0,7340 6,4%
Terna 7,77 0,3396 4,4% 0,3740 10,1%
Unipol Gruppo 9,30 0,3800 4,1% 0,4900 28,9%
Tenaris (*) 14,76 0,6000 4,1% 0,7040 17,3%
Hera 3,45 0,1400 4,1% 0,1500 7,1%
ERG 25,68 1,0000 3,9% 1,0090 0,9%
Pirelli&C 6,00 0,1980 3,3% 0,2780 40,4%
Recordati 49,06 1,2000 2,4% 1,4980 24,8%
Iveco Group 11,84 0,2200 1,9% 0,4640 110,9%
Moncler 62,06 1,1500 1,9% 1,3420 16,7%
Prysmian 59,06 0,7000 1,2% 0,8500 21,4%
Leonardo 23,83 0,2800 1,2% 0,3040 8,6%
Diasorin 100,80 1,1500 1,1% 0,9940 -13,6%
Brunello Cucinelli 95,80 0,9100 0,9% 1,1390 25,2%
Amplifon 33,95 0,2900 0,9% 0,3870 33,4%
Interpump Group 43,22 0,3200 0,7% 0,3680 15,0%
Campari 9,64 0,0650 0,7% 0,0760 16,9%
Ferrari 387,80 2,4430 0,6% 2,9420 20,4%
STMicroelectronics (*) 41,16 0,2400 0,6% 0,2850 18,8%
Nexi 6,20 0,0180
Saipem 2,16 0,0650
Telecom Italia 0,24 0,0020

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo di 0,85 euro è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 6 giugno 2024

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ossia un indice calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, il calcolo di questa tipologia di indice non tiene conto dei dividendi, motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain). Esso è infatti definito un indice a “distribuzione“, invece che ad “accumulazione“, la quale caratterista intrinseca di reinvestimento dei dividendi fa si che le quotazioni dirette subiscano un aumento di valore nominale.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib (come avvenuto questo lunedì).

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.