Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (02/01/25)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (02/01/25)

Pubblicato 2 Gennaio 2025 Aggiornato 9 Gennaio 2025 10:48

Le azioni che distribuiscono elevati dividendi vengono spesso preferite dagli investitori per diversi motivi. Il pagamento di cedole periodiche, infatti, offre agli azionisti la possibilità di monetizzare il proprio investimento attraverso flussi relativamente stabili e sicuri, slegati dall’andamento dei prezzi del titolo. La capacità di corrispondere pagamenti regolari viene inoltre vista come un segnale di maturità e solidità finanziaria. Ecco le società del Ftse Mib, il principale indice di Piazza Affari, che offrono i maggiori rendimenti da dividendi (dividend yield).

L’importanza dei dividendi nello scenario macro attuale

I mercati hanno archiviato un 2024 denso di cambiamenti e si apprestano a vivere un altro anno ricco di appuntamenti chiave, a partire dall’insediamento di Trump alla casa Bianca, passando per le elezioni in Germania, le riunioni delle banche centrali e senza perdere d’occhio le tensioni geopolitiche internazionali.

L’eurozona deve fare i conti con una crescita in rallentamento e con uno quadro politico incerto, non solo in Germania ma anche in Francia. La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che il target di inflazione del 2% è ormai in vista e il 2025 dovrebbe essere l’anno buono per raggiungerlo. I mercati prevedono altri quattro tagli nel corso dell’anno, di cui due nei primi meeting in programma a gennaio e a marzo.

Più cauta la Fed, che molto probabilmente attenderà le prime mosse da presidente di Trump per valutare i rischi inflazionistici e decidere se abbassare più o meno rapidamente il costo del denaro.

In ogni caso, la politica monetaria sembra andare nella direzione di una progressiva normalizzazione verso il “tasso neutrale”, che non stimola né frena l’economia. Dinamica che dovrebbe favorire la crescita degli utili e la distribuzione di dividendi.

Cos’è il dividend yield e come si calcola

Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:

(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.

Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati

Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nel corso di quest’anno per gli elevati rendimenti da dividendo.

Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.

A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato del 12,5%, seguita da Bper (10,3%), Banco Bpm (10,2%), Intesa Sanpaolo (8,7%), Banca Popolare di Sondrio (8,4%) e Mediobanca (8,0%). Significativi rendimenti attesi anche per alcuni dei titoli più apprezzati di Piazza Affari, come Eni (7,5%), Poste Italiane (7,3%) ed Enel (6,6%). Prevista una forte riduzione della cedola per Stellantis, che secondo gli analisti potrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo dopo le recenti difficoltà operative.

In coda alla classifica dovrebbero confermarsi Ferrari (0,7%) e Interpump (0,8%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a Dividend yield stimato
Banca MPS 6,73 0,2500 3,7% 0,8390 235,6% 12,5%
BPER Banca 6,12 0,3000 4,9% 0,6300 110,0% 10,3%
Banco BPM 7,80 0,5600 7,2% 0,7940 41,8% 10,2%
Intesa Sanpaolo 3,85 0,2960 7,7% 0,3350 13,2% 8,7%
Bca Pop Sondrio 8,11 0,5600 6,9% 0,6840 22,1% 8,4%
Mediobanca (**) 14,06 1,0700 7,6% 1,1250 5,1% 8,0%
Eni 13,25 0,9400 7,1% 0,9980 6,2% 7,5%
Poste italiane 13,60 0,8000 5,9% 0,9940 24,3% 7,3%
Italgas 5,42 0,3520 6,5% 0,3830 8,8% 7,1%
Snam 4,30 0,2820 6,6% 0,2900 2,8% 6,7%
Enel 6,91 0,4300 6,2% 0,4580 6,5% 6,6%
Banca Mediolanum 11,46 0,7000 6,1% 0,7550 7,9% 6,6%
UniCredit 38,29 1,8029 4,7% 2,3920 32,7% 6,2%
Stellantis 12,58 1,5500 12,3% 0,7830 -49,5% 6,2%
Unipol Gruppo 11,99 0,3800 3,2% 0,7400 94,7% 6,2%
Azimut 23,99 1,3800 5,8% 1,4610 5,9% 6,1%
Inwit 9,86 0,4800 4,9% 0,5100 6,3% 5,2%
Generali Assicurazioni 27,44 1,2800 4,7% 1,3900 8,6% 5,1%
Terna 7,62 0,3396 4,5% 0,3810 12,2% 5,0%
A2A 2,15 0,0958 4,5% 0,1000 4,4% 4,7%
FinecoBank 16,80 0,6900 4,1% 0,7380 7,0% 4,4%
Hera 3,43 0,1400 4,1% 0,1430 2,1% 4,2%
Pirelli&C 5,48 0,1980 3,6% 0,2240 13,1% 4,1%
Iveco Group 9,18 0,2200 2,4% 0,3710 68,6% 4,0%
Tenaris (*) 18,37 0,6000 3,3% 0,6960 16,0% 3,8%
Recordati 50,90 1,2000 2,4% 1,3390 11,6% 2,6%
Moncler 50,68 1,1500 2,3% 1,1420 -0,7% 2,3%
Buzzi 35,64 0,6000 1,7% 0,7050 17,5% 2,0%
Saipem 2,56 0,0490 1,9%
STMicroelectronics (*) 24,03 0,3600 1,5% 0,3110 -13,6% 1,3%
Prysmian 62,20 0,7000 1,1% 0,8040 14,9% 1,3%
Amplifon 24,93 0,2900 1,2% 0,3030 4,5% 1,2%
Leonardo 25,97 0,2800 1,1% 0,2980 6,4% 1,1%
Campari 5,97 0,0650 1,1% 0,0650 0,0% 1,1%
Diasorin 98,96 1,1500 1,2% 1,0220 -11,1% 1,0%
Brunello Cucinelli 104,70 0,9100 0,9% 0,9710 6,7% 0,9%
Interpump Group 42,60 0,3200 0,8% 0,3230 0,9% 0,8%
Ferrari 403,50 2,4430 0,6% 2,7290 11,7% 0,7%
Nexi 5,34
Telecom Italia 0,25

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 2 gennaio 2025

Le prossime cedole a Piazza Affari

Ecco i dividendi sinora confermati per il primo trimestre del 2025. Tra le società del Ftse Mib, per quanto noto ad oggi, Enel e Snam staccheranno l’acconto sul 2025, rispettivamente da 0,215 euro e 0,1162 euro, il prossimo 20 gennaio, mentre Stm pagherà a marzo la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari.

Società Data stacco dividendo Data pagamento dividendo Cedola Note Dividendo complessivo
Enel 20/01/2025 22/01/2025 0,215 Acconto 2025
Snam 20/01/2025 22/01/2025 0,1162 Acconto 2025
Italian Wine Brands 03/02/2025 05/02/2025 0,5 Dividendo straordinario
Bifire 10/02/2025 12/02/2025 0,0285 4^ tranche 0,114
Banca Generali (**) 24/02/2025 26/02/2025 0,6 Saldo 2,15
STMicroelectronics (*) 24/03/2025 26/03/2025 0,09 4^ tranche 0,36

(*) Dividendo in dollari

(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.