xAI di Musk fa il pieno di raccolta e Amazon alza la posta in gioco, sale febbre AI
La startup di intelligenza artificiale xAI di Elon Musk raccoglie 6 miliardi di dollari e lancia la sfida ai rivali del settore, a partire da OpenAI. L’operazione conferma il grande fermento attorno a questa tecnologia, a pochi giorni dai risultati brillanti di Nvidia e dall’investimento di Amazon in Anthropic, altra società di intelligenza artificiale al centro della scena. Intanto, la Cina lancia un super-fondo per sostenere l’industria dei chip.
xAI raccoglie $6 miliardi, Musk festeggia
Il round di investimento in xAI rappresenta una delle operazioni più rilevanti, finora, nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale e arriva a meno di un anno dal debutto della startup di Elon Musk.
L’azienda intende utilizzare i $6 miliardi raccolti per lanciare prodotti sul mercato, costruire infrastrutture avanzate e accelerare lo sviluppo delle tecnologie future. La valutazione pre-money era pari a $18 miliardi, come annunciato dallo stesso Musk in un post sul social network X. Tra gli investitori figurano nomi del calibro di Sequoia Capital e Andreessen Horowitz.
Il fondatore di Tesla è stato uno dei primi sostenitori di questa tecnologia e in passato ha supportato OpenAI, prima del lancio di ChatGPT a fine 2022. In seguito, ha fatto un passo indietro, unendosi a un gruppo di leader nel sollecitare cautela in merito allo sviluppo dell’AI.
A novembre xAI ha lanciato Grok, un potenziale rivale di ChatGPT addestrato e integrato su X.
Amazon punta fino a $4 miliardi su Anthropic
Solo pochi giorni fa, anche Amazon ha annunciato un’importante mossa nel campo dell’intelligenza artificiale. La società di Jeff Bezos investirà fino a 4 miliardi di dollari in Anthropic, aggiudicandosi un partner cruciale per rafforzarsi nel settore e tenere il passo con le altre big tech, in primis Microsoft, che a suo tempo ha investito $13 miliardi in OpenAI.
Nell’ambito dell’accordo, Anthropic sposterà la maggior parte dei software nei data center di Amazon Web Services e sfrutterà i chip prodotti internamente dalla società di cloud computing per addestrare i propri modelli, alla base di chatbot e altre applicazioni. Inoltre, Anthropic avrà accesso a risorse utili per coprire i costi di sviluppo dell’AI. Amazon partirà con un investimento iniziale di $1,25 miliardi e otterrà una quota di minoranza nella startup.
Fondata dai veterani di OpenAI, Anthropic ha raccolto oltre 1 miliardo di dollari fino ad oggi, con l’obiettivo di creare un chatbot più sicuro per attività quali riepilogo, ricerca, risposta a domande e codifica. Anche Google ha sostenuto l’azienda con un investimento da quasi 400 milioni di dollari.
Focus anche su Mistral AI e gli ultimi accordi di OpenAI
Fra le aziende di intelligenza artificiale in rapida ascesa c’è anche Mistral AI, startup francese nata appena un anno fa e che ha già una valutazione di circa 2 miliardi di dollari. La società, che gode a sua volta del supporto di Microsoft, sviluppa modelli di AI simili a quelli di OpenAI e sarebbe alla ricerca di nuovi finanziamenti che potrebbero far crescere il suo valore fino a $6 miliardi.
Intanto, OpenAI sta stringendo accordi con diverse società nel settore dei media per migliorare l’addestramento e l’efficacia dei propri tools di intelligenza artificiale. Tra le ultime partnership spiccano quelle con Reddit e con il Financial Times.
Tutti pazzi per l’AI, è FOMO?
Gli investimenti delle megacap nell’intelligenza artificiale e i guadagni messi a segno da una ristretta cerchia di società tech negli ultimi tempi stanno alimentando una sorta di “Fear of Missing out” (FOMO) tra gli operatori. Un’euforia collettiva che spinge sempre più partecipanti ad unirsi a questo rally per non rimanere tagliati fuori da un’opportunità di guadagno potenzialmente considerevole.
Come evidenziato dal team di equity Usa di Bank of America, i titoli che mostrano la crescita maggiore in termini di diffusione tra i fondi comuni di investimento attivi long-only appartengono quasi tutti al settore tecnologico (9 tra i primi 10).
Ad oggi, il 68% dei gestori ha in portafoglio Nvidia, contro il 61% di un anno prima; nel caso di Meta Platforms la percentuale è salita dal 53% al 67%, mentre Broadcom ha registrato l’incremento più marcato, dal 26% al 45% nel giro di un anno. L’unica eccezione tra le società tecnologiche è Eli Lilly, apprezzata soprattutto grazie al successo dei suoi farmaci dimagranti.
Questa tendenza ha portato ad una forte concentrazione del mercato sul settore tech. Allo stesso tempo, sottolinea però il team di BofA, anche i titoli della cosiddetta “old economy” cominciano a beneficiare dell’AI, sia per quanto riguarda i fornitori, sia dal lato della domanda, da parte di società che vogliono incrementare la produttività.
Chip al centro dell’attenzione
Il settore che probabilmente sta evidenziando l’impatto più forte dal megatrend dell’AI è quello dei chip, come mostra la cavalcata inarrestabile di Nvidia. La società ha fornito ancora una volta risultati e aspettative superiori alle attese degli analisti, segnalando una domanda inesauribile di soluzioni per i Data Center. Motivo per cui alcuni colossi, come Amazon, stanno studiando soluzioni interne (tra cui processori Trainium e Inferentia di AWS).
Nel frattempo, la Cina ha annunciato la creazione del più grande fondo di investimento di sempre nel Paese per sostenere lo sviluppo dell’industria domestica dei semiconduttori, svincolandosi dall’Occidente. Nella terza fase di raccolta, il cosiddetto Big Fund III ha accumulato 47,5 miliardi di dollari dal governo e da varie banche e imprese statali. La notizia ha messo le ali ai titoli locali dei semiconduttori, come Semiconductor Manufacturing International Corp, salito fino all’8,1% a Hong Kong.