USA: inflazione sotto le attese. Fed valuta il rialzo dei tassi a luglio
A giugno l’inflazione USA frena più del previsto. I prezzi al consumo (CPI) sono aumentati dello 0,2% su base mensile e del 3% su base annuale, questa è la crescita più bassa dall’inizio del 2021, ma i recenti progressi potrebbero non essere sufficienti per fermare la stretta sui tassi della Federal Reserve nel meeting di luglio
Dilemma per la FED sui tassi
Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) degli Stati Uniti, il tasso annuo di inflazione è sceso al 3% dal 4% del mese precedente, segnando il livello più basso da marzo 2021. Quello che preoccupa di più è il dato core, depurato dai beni energetici e alimentari. I prezzi al consumo core sono cresciuti dello 0,2%, sotto le attese dello 0,3% mentre su base annuale ha registrato una crescita del 4,8% rispetto alle stime al 5%.
Questo è l’ultimo report sull’inflazione prima della prossima riunione della Fed del 25-26 luglio e avrà importanti implicazioni per la banca centrale degli Stati Uniti, che ha alzato i tassi di interesse 10 volte consecutive in 15 mesi nel tentativo di frenare la corsa dei prezzi.
“Le cifre su inflazione hanno confermato un rallentamento dei prezzi headline e dell’inflazione core. Il rallentamento è costante dai valori di giugno 2022 quando inflazione si attestava attorno al 9% fino al 3% di giugno 2023. La principale ragione è la caduta dei prezzi degli energetici e dei servizi al comparto energetico.” Scrive in una nota Filippo Diodovich, Senior Market Analyst, IG Italia. A contribuire all’entusiasmo anche l’indice core (esclusi energetici e alimentari) che rallenta la crescita sotto al 5% per la prima volta dopo tanti mesi (dal dicembre 2021).
Nel dettaglio, i prezzi dei generi alimentari e del gas sono diminuiti e sono le componenti, che hanno contribuito a gran parte del rallentamento.
“Per la Federal Reserve dopo il deludente report sul mondo del lavoro di venerdì scorso e dopo le ultime cifre sull’andamento dei prezzi al consumo qualche dubbio in più ci sarà su quale azione sia necessaria adottare nella prossima riunione di fine luglio,” prosegue Diodovich. “Crediamo che per il meeting del 26 luglio del FOMC lo scenario base sia ancora quello di un rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base portandoli nel range 5,25%-5,50%.”
La reazione dei mercati
I mercati hanno reagito positivamente ai numeri sull’inflazione relativi al mese di giugno. Apertura in rialzo di Wall Street, lo S&P 500 avanza dello 0,9% a 4.480 punti, il Dow Jones guadagna lo 0,7% a a 34.507 punti. Bene anche l’indice tecnologico il Nasdaq Composite, che segna il rialzo più marcato dell’1,2%.
“Reazione immediata sui mercati con vendite sul dollaro, forti acquisti sui Treasuries soprattutto di breve periodo (come il bond con scadenza a 2 anni che ha mostrato un crollo del rendimento dal 4,85% al 4,74%) e acquisti anche sull’equity (in particolare i tecnologici più sensibili alle aspettative sulle prossime mosse della FED).” Commenta Diodovich.
Venerdì inizia la stagione delle trimestrali USA e come sempre sarà il comparto bancario ad aprire le danze. Sono attesi i numeri del secondo trimestre del 2023 di JP Morgan, Wells Fargo e BlackRock, le cui performance saranno esaminate dagli analisti alla ricerca di indizi sullo stato di salute delle banche e dell’economia americana nel suo complesso.