Notizie Notizie Mondo JPMorgan: Dimon boccia lo smart working e critica i manager

JPMorgan: Dimon boccia lo smart working e critica i manager

12 Luglio 2023 12:55

Il numero uno di JPMorgan Jamie Dimon torna a scagliarsi contro lo smart working, criticando in particolare i manager. Goldman Sachs lanciò un affondo ancora più pesante contro il lavoro da remoto

Jamie Dimon, ceo di JPMorgan, dice no allo smart working.

Jamie Dimon
Jamie Dimon

Non una vera e propria novità visto che, in precedenza, aveva detto di essere contrario all’alternativa “stay home” – diventata per le aziende e i dipendenti una necessità nei periodi più drammatici della pandemia Covid-19 – in quanto fattore che “deprime la generazione di idee spontanee”.

Nelle ultime ore Dimon è tornato a lanciare l’affondo contro lo smart working, in occasione di un’intervista rilasciata all’Economist:

stavolta, l’amministratore delegato di JP Morgan se l’è presa con i manager che decidono di lavorare da casa, nonostante le cariche elevate che ricoprono e che implicano, prima di tutto, il contatto diretto con i dipendenti.

“Non so come si possa essere un leader e non essere completamente a disposizione della propria gente. Non credo che si possa essere un leader e non essere a disposizione della propria forza lavoro”, ha rimarcato ben due volte Jamie Dimon, spiegando in cosa consiste la sua opposizione allo smart working.

JPMorgan, perchè il ceo Dimon dice no allo smart working

Il banchiere, va detto, non è contrario al lavoro da remoto in tutti casi tanto che, ha precisato lui stesso, alcuni dipendenti di JPMorgan hanno lavorato sempre da casa.

Detto questo, nel definirsi “scettico” nei confronti dello smart working, Dimon ha spiegato che, a suo avviso, la logica del lavoro da casa non è buona per sollecitare la creatività, così come non è adatta per i manager e i loro team e per i giovani dipendenti che vogliono fare carriera.

“Fino a quanto funziona, sono favorevole (allo smart working) – ha puntualizzato –  Ma neanche mi faccio problemi ad eliminarlo. Non prenderemo una decisione per favorire i nostri dipedenti. Non è questo il modo di costruire una società di successo”.

Va detto che su questo punto la banca numero uno degli Stati Uniti è stata sempre coerente tanto che, già all’inizio di settembre del 2020, nello stesso anno in cui la pandemia era esplosa, aveva richiamato i trader in ufficio, poco dopo aver acconsentito alla soluzione dello smart working, quando un dipendente era risultato positivo al Covid.

Per Dimon, non è stato tuttavia affatto facile far tornare i dipendenti  in ufficio: non sono mancati infatti momenti di tensione, dovuti alla riluttanza del personale ad abbandonare lo smart working.

Nell’aprile di quest’anno, JPMorgan è stata costretta perfino a minacciare “azioni disciplinari” contro alcuni dipendenti senior, poco propensi a tornare in ufficio di fronte alla richiesta di essere presenti cinque giorni la settimana.

Goldman Sachs parlò addirittura di aberrazione

Il colosso di Wall Street non è stato certo l’unico a doversi scontrare con l’opposizione dei dipendenti.

L’articoli di Fortune che parla del caso ricorda le critiche allo smart working  mosse dal ceo di Morgan Stanley, James Gorman, che disse chiaramente che “non sono i dipendenti” a prendere decisioni sull’opportunità o meno di ricorrere al lavoro da casa.

La posizione del ceo di Goldman Sachs fu ancora più netta: David Solomon definì infatti il lavoro da remoto addirittura “una aberrazione”.

Tornando a Dimon, il numero uno di JPMorgan era stato molto chiaro già nel 2021, quando aveva annunciato l’intenzione di “cancellare tutti i miei meeting su Zoom”, aggiungendo: “Con questa roba io ho chiuso”.

Si può in ogni caso dire che, con il countdown scattato sulla stagione delle trimestrali Usa, nelle prosisme ore, più che sullo smart working, l’attenzione dell’amministratore delegato del gigante finanziario si focalizzerà sulla reazione dei mercati alla pubblicazione dei conti del secondo trimestre del 2023.

Le previsioni degli analisti non possono essere definite, infatti, tra le migliori di sempre. E alcune di queste riguardano proprio JPMorgan.

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