Notizie Notizie Italia UniCredit: febbre di buy con utili e dividendi. Capitalizzazione a 50 miliardi, la ‘prima’ da crac Lehman Brothers

UniCredit: febbre di buy con utili e dividendi. Capitalizzazione a 50 miliardi, la ‘prima’ da crac Lehman Brothers

6 Febbraio 2024 12:29

Tutti pazzi per il titolo UniCredit (UCG), la banca italiana che continua a sorprendere i mercati grazie alla strategia lanciata dal suo ceo Andrea Orcel.

Il titolo di Piazza Gae Aulenti oggi mette il freno, dopo essere scattato fino a +10% circa alla vigilia a seguito della pubblicazione della trimestrale riferita agli ultimi tre mesi del 2023 e all’intero anno.

Alla fine della giornata di contrattazioni alla borsa di Milano, le azioni UniCredit hanno chiuso in rally dell’8,1%.

Quella pioggia di buy ha portato UniCredit a segnare un altro importante traguardo: la capitalizzazione di mercato della banca è tornata a 50 miliardi di euro, per la prima volta dal crac di Lehman Brothers.

UniCredit: pioggia di buy con boom dividendi. Da Orcel nuove sorprese

Oggi la febbre per le azioni UniCredit scende ma YTD (e non solo) la performance del titolo continua a confermarsi stellare, con gli azionisti che pregustano una nuova pioggia di dividendi.

I mercati premiano la fiducia nella solidità della banca confermata dal ceo Orcel, che non sembra temere più di tanto il venir meno del sostegno alla redditività -in generale delle banche dell’area euro – da parte della Bce.

LEGGI ANCHE

UniCredit: titolo e dividendi record, meno Bce non fa paura. Orcel: ‘tutti gli utili agli azionisti’

UniCredit: Orcel presenta utile netto record in 2023. Focus dividendi, titolo +10% in Borsa

Per quanto la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde continui a mettere le mani in avanti, a meno che non si verifichi un ennesimo shock inflazionistico, la fase dei rialzi dei tassi dovrebbe in teoria essersi conclusa, per lasciare il posto a quella dei tagli. E questo significa che quel boom di utili di cui le banche europee e in particolar modo le banche italiane hanno beneficiato, grazie all’effetto positivo che le strette monetarie hanno avuto sui rispettivi margini netti di interesse (NII), è destinato a scemare.

Detto questo, Andrea Orcel non ha mai fatto troppo affidamento sui fattori esterni, o almeno non solo, concentrandosi piuttosto sul valore e sulla forza intrinsechi di UniCredit, che lui in primis è riuscito a tirar fuori.

L’AD ha così alzato ulteriormente l’asticella dei dividendi, promettendo  per questo 2024 una remunerazione a favore degli stakeholders di circa 10 miliardi, dopo gli 8,6 miliardi di euro a valere sul 2023.

Lo stesso outlook sugli utili che la banca italiana incasserà nel 2024 è stato migliorato.

Di qui, la raffica di buy sulle azioni, scattate sulla scia di un mercato che ha premiato soprattutto quella strategia “unica e vincente”, parole di Orcel, che l’istituto sta continuando a portare avanti, e che è stata di nuovo spiegata dall’AD nel corso di alcune interviste rilasciate ad alcuni quotidiani nazionali, pubblicate oggi.

In un colloquio con il Corriere della Sera, il ceo, assediato di nuovo dalla domanda che lo tallona da parecchio e che vede protagonista UniCredit come – per ora solo nei rumor – possibile “big mover del risiko bancario”, si è così espresso, o meglio ha ripetuto:

Io ho in mente solo la creazione di valore e voglio massimizzarlo nel tempo in maniere sostenibile. Nei prossimi anni quello che lo creerà è al nostro interno: tecnologia, fabbriche…siccome c’è molto valore da creare, non ho pressioni. Certo, l’M&A giusto aggiunge valore, però deve essere adatto alla nostra strategia e al prezzo giusto. Oggi in molti casi le fusioni fanno più comodo a quelli che le propongono anziché a chi le dovrebbe fare, come noi”.

UniCredit torna a valere 50 MLD. Prima volta post KO Lehman Brothers

Intanto, grazie al rally di ieri, Orcel nelle ultime ore ha potuto sbandierare un altro successo: il valore di mercato di UniCredit a 50 miliardi di euro. Una capitalizzazione che la banca italiana ha toccato per la prima volta dopo il crac di Lehman Brothers.

Il traguardo è stato toccato proprio ieri, 5 febbraio 2024, giorno in cui la Consob ha pubblicato un comunicato da cui è emerso che la capitalizzazione della borsa italiana, grazie a al rialzo del 20,5% incassato nel corso del 2023 su base annua, si è riportata ai “livelli di prima della grande crisi finanziaria del 2008 e del fallimento della banca Lehman Brothers”.

Del miracolo UniCredit ha parlato anche una nota di Equita, rimarcando la “forte capacità di generazione di utile” della banca italiana e la “remunerazione ancora più attraente” a favore degli azionisti.

La solidità della Big Bank italiana è emersa sia dalla trimestrale che dalla call con cui Orcel ha commentato i conti.

In particolare quest’ultima, secondo la SIM milanese, “ha fornito messaggi a nostro avviso supportive sulla resilienza del business di UCG e sulla capacità della banca di sostenere un’elevata redditività/remunerazione, anche in un contesto di mercato meno favorevole di quello attuale”.

Equita ha illustrato i principali punti emersi dalla call:

  •  Il management si è mostrato confidente nel garantire una remunerazione annua di almeno €7.7 miliardi (ovvero un payout del 90% sulla guidance di utile 2024 di c. €8,6 miliardi) anche oltre il 2024. In ogni caso, qualora la generazione di utile risultasse inferiore, UniCredit avrebbe modo di utilizzare parte del proprio excess capital per sostenere la distribuzione agli azionisti.
  • Anche grazie all’attività effettuata sul replicating portfolio, UniCredit ha ribadito di avere una sensitività del margine di interesse netto (NII, ergo la voce condizionata dalle mosse della Bce) relativamente ridotta, con -25bps di riduzione dei tassi attesi avere un impatto annualizzato di €140 milioni (1% NII 2023).
  • UniCredit ha rafforzato il proprio target di crescita delle commissioni da precedente €1,2bn a €1.4 miliardi, con la maggior parte dell’incremento attribuibile al business dei pagamenti, su cui verrà fornito un ulteriore update entro il primo trimestre del 2024. Nel business assicurativo, UniCredit ha ribadito la volontà di razionalizzare le partnership in essere (con Allianz indicato come principale partner) e di internalizzare il business Vita, con focus su Unit Linked.
  • Confermato il focus sul contenimento dei costi operativi, attesi in calo su base annua.
  • Ribadito che gli overlays verranno rilasciati qualora non dovessero essere utilizzati per fronteggiare un deterioramento dell’asset quality.

UniCredit ce la fa anche senza stampelle Bce e M&A

UniCredit non si è fermata però qui.

Per quanto riguarda la posizione di capitale-strategia di M&A il gruppo – ha fatto notare ancora Equita – ha detto di intravedere ancora “spazio per ottimizzazione dei RWA nei prossimi anni” il che significa che il messaggio è il seguente:

“La generazione di capitale continuerà ad essere più elevata della generazione di utile”.

Riguardo poi al nodo del capitale in eccesso, Orcel non ha escluso a priori la possibilità di lanciare eventuali operazioni di M&A, mergers and acquisitions, fusioni e acquisizioni, rendendo noto che un’altra opzione in tal senso potrebbe essere quella di erogare a favore dei soci anche ulteriori remunerazioni.

Detto questo, il banchiere è tornato a ribadire, come aveva fatto d’altronde già da Davos, che “nell’attuale contesto di mercato c’è meno pressione per l’M&A”.

Tra l’altro per l’appunto UniCredit gode di una forza interna che non ha bisogno né necessariamente della stampella Bce, né di una fusione con un’altra banca italiana per essere blindata.

Certo, è vero che se si presentasse una buona opportunità, l’AD non la disdegnerebbe.

Le azioni della eventuale banca target devono comunque, a suo avviso, riflettere i fondamentali dell’istituto e non essere gonfiati, come detto in precedenza, da eventuali rumor di Borsa:

rumor di Borsa che a Piazza Affari si sono palesati più volte, per non dire sprecati, portando gli operatori di mercato a scommettere sull’ennesimo risiko bancario che, alla fine, non c’era.

Altro elemento emerso dalla call, ha fatto notare Equita, relativo al “fronte della distribuzione” della remunerazione agli azionisti con dividendi e buyback, il fatto che “il dividend payout potrebbe incrementare ulteriormente dall’attuale 40%”.

Buy sul titolo. Le valutazioni non sono eccessive neanche dopo rally

Tutte le novità emerse dalla pubblicazione dei conti e dalla call hanno portato Equita SIM ad alzare, in particolar modo post call, le stime sull’utile del 2024 dell’11% a €8,2 miliardi, valore comunque inferiore del 5% rispetto alla guidance di UniCredit) e del 6% sul 2025 a €7,5 miliardi.

Equita ha spiegato la revisione delle stime sull’utile del 2024 con la stima di un maggiore NII (+4%, in calo del -3% su base annua), e con costi operativi e LLPs (da 28 a 25bps) inferiori.

Per quanto riguarda il 2025, la SIM ha parlato di accelerazione della crescita delle commissioni, a fronte di un NII confermato in calo del 9% su base annua.

A conferma della forte fiducia nella banca, e incorporando un payout del 90%, senza assumere alcun utilizzo di excess capital, la SIM milanese ha concluso la nota odierna dedicata a UniCredit, annunciando di prevedere una “distribuzione complessiva cumulata a valere su utile 2024-25 superiore ai €14 miliardi, superiore al 28% della capitalizzazione di mercato.

Ragion per cui sempre Equita ha rivisto al rialzo il target price dell’11% sul titolo UniCredit a €34,5, a fronte di un rapporto P/E del 2025 pari a 6,2x, un P/TE di 0,95x e un ROTE superiore al 15%. Il titolo sale oggi dello 0,90% circa, riconquistando la soglia dei 29 euro. Ieri il boom degli acquisti ha portato il titolo a schizzare al record dal maggio del 2015 e a un valore volato di quasi il 250% da quando Orcel ha preso le redini della banca nell’aprile del 2021.

Buy anche da parte della divisione di ricerca di Intesa SanPaolo, che ha annunciato un nuovo target price sul titolo UniCredit a 30 euro, mettendo in evidenza come le valutazion, nonostante il rally importante di questi ultimi tre anni, non siano ancora eccessive, pari a 0,75 volte il rapporto tra il prezzo e il valore contabile tangibile del 2024 e a 5,9 volte il rapporto P/E del 2025. Questo, a fronte di un ROTE a doppia cifra che viene considerato “sostenibile”.

Gli analisti mettono in evidenza la solidità dei conti di Piazza Gae Aulenti, ricordando sia le novità che riguardano la distribuzione dei dividendi (pari al 100% dell’utile netto nel 2023 e uguale e superiore al 90% nel 2024) e la guidance sull’utile netto del 2024, che è superiore di ben il 9% rispetto al consensus.