Unicredit avverte: “Ops Bpm può saltare” su nodo Opa Anima. La reazione dei titoli coinvolti

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Nuova precisazione di Unicredit, questa volta a mercati aperti, sull’Ops annunciata lo scorso novembre su Banco Bpm. Oggetto del contendere questa volta è l’Opa Anima dopo che piazza Meda ha convocato per fine mese (28 febbraio) l’assemblea per alzare il prezzo dell’Opa sulla sgr da 6,2 a 7 euro.
Unicredit non usa mezzi termini: l’incremento del prezzo su Anima e il contestuale via libera dei soci Bpm alla facoltà di rinunciare a una o più delle condizioni di efficacia dell’Opa Anima che non dovessero essere soddisfatte alla data di pagamento della stessa Opa potrebbe determinare la risoluzione o l’inefficacia dell’Ops da 10,1 miliardi su Banco Bpm.
Rilancio Opa Anima e Danish Compromise, ecco cosa non quadra a Unicredit
Essendo Bpm sotto Ops, le norme della cosiddetta passivity rule impongono di passare dall’assemblea ordinaria per rilanciare il prezzo sull’Opa Anima. Un punto essenziale al riguardo, spiega Unicredit in una lunga nota, è che una rinuncia alle condizioni dell’OPA Anima potrebbe essere esercitata anche qualora non si applicasse a Bpm, nell’acquisto di Anima, il regime favorevole di capitale regolamentare noto come il c.d. Danish Compromise. “Nonostante siano già trascorsi più di tre mesi dall’annuncio dell’Opa Anima, non è stata fornita nessuna informazione circa la probabilità che tale più favorevole regime possa trovare effettiva applicazione”, puntualizza piazza Gae Aulenti.
I dati riportati nella relazione illustrativa relativa all’Assemblea convocata da Bpm indicano che, in caso di adesioni all’Opa Anima per il 100% e di non applicazione del c.d. Danish Compromise, il CET1 di Bpm diminuirebbe di circa 268 bps, diminuzione che si aggiungerebbe all’onere finanziario derivante dall’incremento del prezzo. “Non è chiaro – argomenta l’istituto guidato da Andrea Orcel – quali siano le azioni di mitigazione ipotizzate al fine di mantenere il ratio CET1 di Bpm più alto del 13% nel corso del piano, indipendentemente dal trattamento regolamentare dell’acquisizione di Anima, mantenendo altresì un ratio di pay-out sulla distribuzioni pari all’80% dell’utile netto”.
Sulla base alle informazioni incluse da Bpm nella presentazione di aggiornamento del piano industriale e nella su richiamata relazione illustrativa, tale potenziale erosione del CET1 di BPM pro-forma al 31 dicembre 2024 per l’impatto di 268bps derivante dalla transazione Anima senza ottenimento del Danish Compromise, porterebbe, il CET1 ratio proforma della stessa BPM intorno al 12,32%. Inoltre tenendo conto dei regulatory headwinds specificati (circa -94bps), tale pro forma ratio di BPM scenderebbe ulteriormente ad 11,38%. Inoltre, prosegue Unicredit, tenendo conto degli assorbimenti patrimoniali in questo scenario e dell’incremento dei profitti potenzialmente riconducibile all’acquisizione di Anima, sulla base dei dati presentati da BPM, il ritorno sul capitale riconducibile all’OPA Anima dovrebbe essere pari a circa l’11% e potrebbe diluire la profittabilità di Bpm.
Unicredit pronta a passo indietro
Premesso tutto ciò Unicredit ritiene che l’Opa Anima, eseguita alle nuove potenziali condizioni, potrebbe potenzialmente risultare “incoerente con quanto annunciato al momento della presentazione al mercato dell’operazione il 6 novembre 2024, quanto l’operazione era descritta come tale da assicurare un “elevato ritorno sull’investimento con limitati assorbimenti patrimoniali”. Pertanto, un incremento del prezzo dell’OPA Anima e la rinuncia (in tutto o in parte) delle condizioni dell’Opa Anima o anche ad una sola di esse, potrebbe determinare la risoluzione o l’inefficacia dell’Offerta, a meno che UniCredit decida di rinunciare alle condizioni poste alla stessa in conformità ai termini della stessa Offerta.
L’assemblea ordinaria dei soci di Banco Bpm è stata convocata per il 28 febbraio per deliberare sull’autorizzazione al cda della stessa Bpm a far sì che la controllata Banco BPM Vita possa incrementare il corrispettivo dell’offerta pubblica di acquisto su Anima Holding ed esercitare la facoltà di rinunciare a una o più delle condizioni di efficacia dell’Opa Anima che non dovessero essere soddisfatte alla data di pagamento della stessa Opa.
La reazione del mercato, nuovi massimi per Unicredit oltre i 48 euro
L’avvertimento di Unicredit circa il possibile decadere dell’Ops su Bpm non sembra impensierire gli investitori. Oggi Unicredit (+2,7%) veleggia ai nuovi massimi pluriennali varcando anche quota 48 euro, mentre Bpm sale dell’+1,3% e vede così ridursi leggermente il premio (attualmente del 5% circa) a cui viaggia rispetto al concambio proposto da Unicredit (con il mercato che continua quindi a credere in un rilancio di Unicredit).
La scorsa settimana Orcel a margine dell’approvazione dei conti 2024 (avvenuta 24 ore prima di quella dei conti di Bpm) aveva aperto a un possibile rilancio.
In live calo invece Anima (-0,07% a 6,88 euro) , che si mantiene sotto i 7 euro del rilancio indicato da Bpm.