Notizie Notizie Italia BTP Più alle porte: i “dettagli” che possono fare la differenza, parola agli esperti

BTP Più alle porte: i “dettagli” che possono fare la differenza, parola agli esperti

14 Febbraio 2025 16:34

Con l’annuncio sui tassi cedolari minimi garantiti arrivato oggi da parte del Tesoro, può ufficialmente partire il countdown per il collocamento del BTP Più. L’emissione del nuovo titolo di Stato della famiglia BTP Valore dedicato a piccoli risparmiatori e affini prende, infatti, il via lunedì 17 fino a venerdì 21 febbraio (fino alle ore 13), salvo chiusura anticipata.

Tra le principali caratteristiche del BTP Più ricordiamo che una durata di 8 anni, capitale garantito a scadenza e prevede cedole pagate su base trimestrale, con rendimenti prefissati crescenti nel tempo secondo il meccanismo step-up di 4+4 anni. La vera novità di questa edizione (rispetto al BTP Valore lanciato dal Governo Meloni per la prima volta nel giugno del 2023) sta nel fatto che gli investitori, alla fine del quarto anno (quindi a febbraio 2029), hanno la possibilità di richiedere il rimborso anticipato, totale o parziale, del capitale.

Ma quali sono le attese per questa emissione? Ecco i primi commenti raccolti da FinanzaOnline dopo l’annuncio sui tassi.

BTP Più sotto la lente, ecco cosa dicono gli esperti

Con un BTP Più che offre un tasso del 2,8% per i primi quattro anni e del 3,6% per i successivi, corrispondenti a un ROI netto annuo di circa il 2,8%, l’offerta del Tesoro si posiziona su valori decisamente allettanti. La perdita del premio fedeltà viene compensata dalla possibilità di beneficiare di un tasso maggiorato per i successivi quattro anni, con l’ulteriore vantaggio dell’opzione di rimborso anticipato”, sottolinea Gabriel Debach, market analyst di eToro. E poi aggiunge: “Se da un lato ci si aspetta un possibile calo dei tassi nel 2025, la volatilità che aleggia sugli anni successivi, con un tasso al rialzo nei successivi quattro, rende quest’offerta un valido strumento per attrarre la domanda interna”.

Debach si sofferma sui “dettagli che fanno la differenza” e cita la cedola trimestrale (un flusso di reddito subito visibile per l’obbligazionista), tassazione agevolata e l’esenzione dal calcolo ISEE per importi fino a 50.000 euro. “Un biglietto da visita che non passa inosservato”, conclude.

Anche Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente, guarda con un occhio attento a questa nuova emissione. “Il Tesoro sta cercando di variare le proprie emissioni in modo da coinvolgere un pubblico sempre più vasto, e quindi ben venga questa novità del BTP Più – argomenta -. Avendo già tre tipologie di titoli (Valore, Italia, e Futura) che danno un premio alla scadenza, il Mef ha deciso di diversificare offrendo questa possibilità di un rimborso anticipato al termine del quarto anno“.

Poi entra più nel dettaglio dei tassi diffusi oggi. “Probabilmente ci si aspettava che i tassi fossero leggermente a premio rispetto al rendimento del BTP di pari durata (8 anni), che attualmente è al 3,22%. D’altronde, il BTP Più non è altro che un BTP normale, senza premio per chi lo detiene fino alla scadenza, ma con la possibilità di avere il rimborso a 100 allo scadere del quarto anno – un’opzione che potrebbe essere esercitata per proteggersi dal rischio di reinvestimento nel caso i tassi superassero quelli garantiti al termine del quadriennio”, sottolinea Vintani. “Dato che la cedola minima garantita per i primi quattro anni è inferiore al 3%, ci potrebbe essere meno interesse. In ogni caso, il peso consigliato in portafoglio per tale emissione è al massimo il 10%“, consiglia l’esperto.

BTP Valore, come era andata?

Presentando a fine 2024, le “Linee guida della gestione del debito pubblico 2025“, il ministero dell’Economia e del Tesoro (Mef) aveva anticipato a chiare lettere che sarebbe arrivate nuove emissioni per il mondo retail.

Nel 2025, ove se ne riscontrino le condizioni ed in ragione delle esigenze di finanziamento, sarà valutata l’opportunità di effettuare una o più emissioni di BTP riservati agli investitori retail, riservandosi massima discrezionalità nel valutare in prossimità del collocamento la struttura finanziaria più opportuna per scadenza, tipologia, periodicità di pagamento delle cedole e il premio extra finale di fedeltà” e aveva precisato che “nell’ambito del comparto di tali BTP ciascuna emissione innovativa rispetto a quelle già effettuate finora riporterà una denominazione aggiuntiva specifica con l’obbiettivo di ottenere una connotazione più definita per ogni singola emissione“.

Riguardo al BTP Valore, il Tesoro ha effettuato due emissioni nel corso del 2024, nei mesi di marzo e maggio, per un ammontare complessivo di poco inferiore ai 30 miliardi, in linea con le previsioni di inizio anno, riscontrando un forte interesse da parte del mercato. Il debutto del BTP Valore è, tuttavia, avvenuto nel 2023. In particolare, il Tesoro ha effettuato due emissioni nel corso del 2023, nei mesi di giugno e ottobre, per un ammontare complessivo pari a oltre 35 miliardi,  anche in questo caso con un forte apprezzamento da parte del mercato.

BTP sotto la lente nel 2025, i fattori chiave

Ma in che ottica guardare ai BTP nel 2025? Secondo la view di Giorgio Vintani,quest’anno “si scontreranno due forze opposte. Da un lato, gli sforzi della BCE e dei governi per fare ripartire le deboli economie del Vecchio Continente, che vedrebbero quindi dei tassi in discesa. Dall’altro, le onde inflattive che potranno arrivare dai dazi, dalla nuova politica economica USA e dal super dollaro, che per altro renderà i beni europei più competitivi per le esportazioni se non verranno posti dei sovraccarichi eccessivi dall’amministrazione americana”. L’attuale BTP a 10 anni rende al momento il 3,52%, ma secondo Vintani potrebbe scendere da questi livelli, in un range composto tra il 3% e il 3,5%, entro la fine dell’anno.

Anche Gabriel Debach, market analyst di eToro, ricorda che nel 2024, i costi medi di emissione dei titoli di Stato in Italia hanno registrato la prima flessione, dopo due anni di decisi rialzi. “Gli italiani sembrano quindi dover dire addio ai rendimenti elevati che avevano contraddistinto le emissioni precedenti. Le promozioni allettanti di conti deposito con rendimenti superiori al 4% sono ormai finite, o quanto meno sensibilmente ridotte – sottolinea -. Oggi, molti si trovano a dover decidere dove collocare la propria liquidità, dopo aver preso consapevolezza, sulla propria pelle, dell’effetto inflazione sul valore del denaro“.

Con un governo che appare solido, uno spread in calo e un crescente riconoscimento internazionale, la fiducia sembra essere in risalita. “Gli italiani potrebbero, quindi, sentirsi meno preoccupati riguardo alla stabilità del Paese, anche se il contesto, gestione del debito, rimane comunque complesso”.