Unicredit-Mef, il golden power non cambia. Ma si tratta ancora

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Nessuna fumata bianca dal vertice Unicredit-Mef: “Il Golden power non cambia”. Il confronto di natura “amministrativa” che rientra nella procedura sui poteri speciali del governo non sblocca la situazione. Da una settimana Gae Aulenti ha chiesto alla Consob la sospensiva dell’Ops su Bpm, in attesa proprio del confronto col Governo. Ma è solo il primo round, la battaglia resta aperta. Il titolo ha esordito in leggero calo (-0,39%) a Piazza Affari con tutto il reparto bancario: da Intesa Sanpaolo (-0,48%) a Pop Sondrio (-0,46%) fino a Mps (-0,06%).
La trattativa
Nell’incontro di natura esclusivamente tecnica andato in scena ieri a Roma, erano presenti da una parte i funzionari del dipartimento Economia del dicastero di via XX Settembre e dall’altra, per il gruppo di Piazza Gae Aulenti, il top manager delle M&A, Giacomo Marino, il cfo Stefano Porro e il capo del legale Rita Izzo.
Un incontro interlocutorio, dopo la richiesta di chiarimenti da parte della banca, a cui ne seguiranno altri se l’operazione dovesse andare avanti. I nodi centrali sono essenzialmente due. Da una parte, le richiesti stringenti su Anima e, dall’altra, quelle relative a un’uscita dalla Russia entro e non oltre metà gennaio del prossimo anno.
Sulla Sgr i paletti impongono l’obbligo, per almeno 5 anni, di non ridurre il peso attuale degli investimenti in titoli di emittenti italiani (in portafoglio ha circa 90 miliardi in titoli di Stato).
Sulla partita russa, invece, il discorso è ancora più in salita Dall’inizio del conflitto in Ucraina Unicredit ha programmato un processo di uscita solvibile e ordinata. Guardando i numeri l’esposizione cross border è quasi azzerata, i depositi locali dal primo trimestre del 2022 sono scesi dell’82%, i prestiti dell’86%. L’uscita dal retail è, invece, programmata entro il primo semestre del 2026.
Ma questo non basta al Governo.
La banca per ora continua a trattare e potrebbero esserci altri incontri tecnici nelle prossime settimane tra il Mef e i rappresentanti di Unicredit in cui vagliare le richieste presentate.
Nubi anche su Commerz
Intanto anche sul fronte tedesco c’ è resistenza alla calata di Unicredit su Commerzbank, i vertici e centinaia di dipendenti spingono per la strategia autonoma della banca tedesca, respingendo le avances italiane. «Ci stiamo concentrando su noi stessi e sulla nostra strategia indipendente», ha dichiarato l’amministratore delegato di Commerzbank Bettina Orlopp, «questa – ha aggiunto – è la cosa più importante». La manager ha parlato poco prima dell’inizio dell’assemblea generale annuale della banca mentre i dipendenti protestavano contro la possibile fusione. Circa 200 lavoratori di Commerzbank si sono riuniti fuori dalla sede dell’assemblea degli azionisti per protestare contro la banca italiana sventolando cartelli con scritto “Commerz forte e indipendente” e “no a Unicredit”.