Mps-Mediobanca, ok all’Ops. Lovaglio: “Operazione win-win”

Fonte immagine: Istock
Semaforo verde dell’assemblea del Monte dei Paschi all’Ops su Mediobanca. L’assise, presieduta da Nicola Maione, che si è riunita con un numero record di presenti (il 73,59%) ha dato il via libera, con l’86,48% dei voti, all’offerta su Piazzetta Cuccia.
Un’operazione definita dall’ad’Luigi Lovaglio “win-win” e che “avrà successo”.
Tra le novità più rilevanti dell’assemblea, che ha anche approvato bilancio e dividendo, i pesi azionari. In particolare, il gruppo Caltagirone che ha ora in trasparenza il 9,96%. Una partecipazione che era accreditata a questo livello solo come indiscrezione, ma che l’assemblea ha ora ufficializzato. Confermati, invece, i pacchetti degli altri soci: Tesoro 11,731%, Delfin 9,86%, Banco Bpm 5% e Anima 3,99%.
“Penso che questa assemblea – ha detto l’a.d. di Mps, Luigi Lovaglio, – sia destinata segnare una tappa molto importante nel percorso di sviluppo industriale e strategico della nostra banca, che ha nel suo Dna una forte vocazione all’innovazione e alla crescita”. L’ad ha anche aperto al terzo polo: “Avremo una market cap che ci consentirà di sederci al tavolo del risiko con un diverso posizionamento, perché è meglio partire da 23, 24, 25 miliardi di euro di market cap che da 8 miliardi”.
I numeri di partenza
All’assemblea a Siena, svoltasi a porte aperte, si è presentato il 73,59% del capitale, ma perché la proposta potesse essere approvata era necessario il voto favorevole dei due terzi del capitale presente in assemblea.
Quanto alla parte ordinaria, il bilancio è stato approvato con il 99% dei consensi. Stesso livello del consenso per l’ok al dividendo di 0,86 euro ad azione
Le risposte agli azionisti
Mps ha “confermato l’obiettivo di conseguire almeno il 66,67%” del capitale di Mediobanca, partecipazione “che rappresenta altresì una delle condizioni di efficacia dell’offerta”, seppur rinunciabile ma ritiene che “gli obiettivi strategici” della stessa “saranno realizzabili anche nel caso di uno scenario che preveda l’acquisizione del 51% del capitale sociale di Mediobanca”.
Al momento Mps ritiene che l’offerta per Mediobanca “sia già adeguata, e vi è ferma convinzione che questa sia una grande opportunità per gli azionisti di entrambe le entità con un forte profilo accrescitivo sia a livello di utile che di dividendo”. Pertanto, prosegue la banca, rispondendo alla domanda di un socio “al momento, non sono state assunte decisioni in merito a eventuali incrementi del corrispettivo dell’offerta. Nel caso in cui si dovesse deliberare in tal senso, saranno valutate attentamente le diverse ipotesi e le relative implicazioni, fornendo al mercato la più completa e trasparente informativa al riguardo, come previsto dalla normativa applicabile”, conclude Mps
Quanto al dossier Generali, tra Mps e il gruppo Caltagirone “non vi è alcun accordo” per spartire la quota di Mediobanca in Generali, qualora l’Ops su Piazzetta Cuccia andasse in porto. Così si legge nelle risposte di Mps alle domande scritte dei soci in vista dell’assemblea. In merito alla possibile cessione della quota in Generali la stessa “rappresenta una quota diversificata di ricavi per il nuovo Gruppo. Qualsiasi decisione riguardo a tale quota azionaria sarà presa a tempo debito nel migliore interesse della società e dei nostri azionisti”.
Caltagirone e la causa
Nelle risposte ai soci la banca ha rivelato anche che sei società del gruppo Caltagirone hanno promosso nel 2022 un contenzioso contro Mps per chiedere il risarcimento da 741 milioni, subito a seguito degli investimenti effettuati tra il 2006 e il 2012 in azioni della banca. La banca si è difesa e allo stato attuale – precisa la risposta dell’istituto – non risultano pendenti trattative per la definizione bonaria del giudizio”. Riguardo ai rapporti con il gruppo dell’imprenditore romano, la banca ha spiegato che l’Immobiliare Caltagirone ha rapporti economici con la banca in ragione della corresponsione da parte del Montepaschi di canoni di locazione relativamente a 7 immobili ad uso strumentale (filiali) in forza di contratti di locazione sottoscritti diversi anni prima rispetto all’ingresso del gruppo Caltagirone nella compagine sociale. Per questi rapporti di locazione nel 2024 è stato fatturato un importo pari a circa 2,4 milioni.