Unicredit balza ai massimi da ottobre (+30% ytd), accordo su sanzioni Usa promosso dal mercato
Accoglienza positiva del mercato all’accordo raggiunto da Unicredit con le autorità degli Stati Uniti per mettere fine al lungo contenzioso aperto per aver violato negli anni le sanzioni americane all’Iran. Nonostante la cifra molto elevata sborsata, pari a 1,3 miliardi di dollari, il mercato guarda al fatto che la somma dovuta è interamente coperta dagli accantonamenti stanziati. Inoltre, l’intesa va ad eliminare uno dei rischi pendenti rimanenti per la banca.
Fioccano i Buy sul titolo
Il titolo Unicredit sale di oltre l’1,8% a Piazza Affari e si è spinto questa mattina fino a 12,73 euro, sui massimi da inizio ottobre 2018. Dai minimi del 27 dicembre 2018 il titolo è risalito di oltre il 31%.
Il consensus degli analisti presente su Bloomberg vede una netta prevalenza dei Buy sul titolo Unicredit (84,4%), con il 15,6% che invece è Neutral mentre non c’è nessun Sell. Il prezzo obiettivo medio indicato è di 15,4 euro, con un potenziale upside del 21,6%.
Effetto positivo di 300 milioni su primo trimestre 2019
L’istituto guidato da Jean Pierre Mustier ha precisato che ci sarà “una liberazione delle risorse accantonate nel primo trimestre” con un impatto positivo sul conto economico di circa 300 milioni di euro al netto delle tasse e sul ratio Cet1 di circa +8,5 punti base.
Proprio questo aspetto viene rimarcato dagli analisti di Goldman Sachs che ritiene che il mercato apprezzerà il fatto che la sanzione sia inferiore alle riserve precedentemente contabilizzate. Inoltre, la casa d’affari statunitense, che a inizio mese ha inserito il titolo Unicredit nella sua Conviction Buy List con prezzo obiettivo a 18,2 euro, ritiene che un ulteriore miglioramento del capitale di 7bps potrebbe derivare da una dismissione di immobili nel primo quarter.
L’accordo con le autorità Usa riguarda operazioni di Hypovereinsbank, banca tedesca che fa capo a Unicredit, che nel marzo 2011 è stata citata alla corte di New York per aver intrapreso affari con società iraniane che andavano a violare le sanzioni americane verso l’Iran.