Notizie Notizie Italia Unicredit: al mercato non basta il boom di utili, Mustier dovrà scegliere tra dividendo ricco e tentazione M&A

Unicredit: al mercato non basta il boom di utili, Mustier dovrà scegliere tra dividendo ricco e tentazione M&A

9 Maggio 2019 10:49

Il miglior primo trimestre degli ultimi 10 anni per Unicredit non basta agli investitori che rimangono freddi oggi sul titolo in attesa di vederci più chiaro sulle strategie future della banca. Il Ceo, Jean Pierre Mustier, questa mattina si è limitato a tranquillizzare circa l’impegno in Italia del gruppo con la cessione del 17% di Fineco che rappresenta il primo passo verso il nuovo piano 2020-2023 che verrà presentato a dicembre.

Titolo in retromarcia: -13% nelle ultime 3 settimane

Il titolo si muove comunque in calo a Piazza Affari, cedendo l’1% circa a 11,32 euro. Rispetto ai massimi annui toccati il 17 aprile a un soffio dai 13 euro, il titolo è arretrato del 13% circa riducendo quindi il saldo positivo da inizio anno.

Dal consensus raccolto da Bloomberg  oltre il 90% degli analisti dice Buy sul titolo, ossia la percentuale più alta dal 2007, trend diametralmente opposto di quello sull’altra big bancaria, Intesa Sanpaolo, che vede la percentuale di Buy ai minimi dal 2014. Il prezzo obiettivo medio indicato dagli analisti per Unicredit è 15,5 euro, con un potenziale upside del 36% rispetto ai livelli attuali.

Mustier pronto a fare ancora cassa, verso uscita da Mediobanca?

La prossima mossa potrebbe essere un ulteriore alleggerimento della quota in Finecobank, ma anche la possibile cessione della quota dell’8,4% in Mediobanca, anch’essa classificata come asset non strategico. Mustier lo ha ribadito questa mattina e gli analisti ritengono questa possibilità come plausibile considerando che il titolo Mediobanca non è lontano dai massimi decennali e soprattutto vicino al prezzo di carico dei titoli Mediobanca nel portafoglio di Unicredit, che è in area 10,2 euro.  L’eventuale cessine dell’intera quota frutterebbe meno di 700 mln di euro ai livelli attuali.

M&A e questione dividendi

Rimane sullo sfondo l’attesa di chiarezza circa i programmi futuro della banca che è vista come possibile protagonista del consolidamento del settore in Europa e il cui nome è stato accostato a quello della tedesca Commerzbank. la campagna di cessioni potrebbe quindi essere propedeutica a un grande colpo in Europa senza la necessità di ricorrere a ricapitalizzazioni per finanziare l’operazione. Nel 2017, lo stesso Mustier sottolineò che in materia di M&A tutte le opzioni saranno in gioco una volta terminato il piano al 2019.

 

Una spiegazione alternativa al processo di rafforzamento patrimoniale attraverso cessioni di asset non strategici è quella che Mustier voglia creare i presupposti per un dividendo più ricco con il dividend payout che  potrebbe avvicinarsi al 50% medio delle banche europee. Goldman Sachs, che ha inserito ad aprile il titolo Unicredit nella sua Conviction Buy List, ritiene che il basso dividendo sia il motivo per cui l’azione si mantiene profondamente scontata rispetto ai peers e vede l’entità del dividendo lievitare già a partire da quello relativo all’esercizio 2019 con pay-out salire fino al 50%.

Utile oltre le attese, ricavi sfiorano i 5 mld

L’utile netto trimestrale è stato di 1,39 miliardi di euro, in crescita di quasi il 25% rispetto a un anno prima. Il gruppo bancario guidato da Jean Pierre Mustier ha superato le attese degli analisti che erano ferme a 1,25 mld. L’utile segna un balzo a doppia cifra ca grazie all’effetto combinato della vendita di asset immobiliari per 258 milioni di euro e dell’accordo con gli Stati Uniti sulle sanzioni iraniane. Al netto di tali poste, l’utile netto rettificato risulta di 1,1 miliardi (+1,5% a/a e +34,3% t/t) e rappresenta il miglior primo trimestre degli ultimi dieci anni per la seconda volta consecutiva. Tutte le divisioni hanno registrato una performance operativa positiva, con CIB, Commercial Banking Italy e CEE come principali contributori (con un utile netto di €493 mln, €395 mln e €391 mln rispettivamente nel 1trim19).

I ricavi sfiorano i 5 mld (4,95 mld), anche in questo caso oltre le attese che erano di 4,91 mld. Il target dei ricavi per il FY19 è confermato a 19,8 mld. In linea con le attese invece il margine di interesse, diminuito del 4,5% t/t a 2,6 mld. Le Commissioni si sono attestate a 1,7 mld (-5,3 per cento a/a, -0,1 per cento trim/trim).

A livello patrimoniale, il CET1 ratio di gruppo è cresciuto di 18 pb trim/trim al 12,25% a fine primo trimestre, grazie alla generazione di utili nel 1trim19 (+37 pb), alle riserve di cambio (+4 pb, di cui lira turca -1 pb) e ad altre voci (+5 pb) che hanno complessivamente compensato l’impatto della riserva DBO (-11 pb), l’accantonamento di dividendi maturati e il pagamento delle cedole AT1/CASHES (-11 pb)36, le dinamiche degli RWA (-5 pb)37 e la riserva FVOCI (-1 pb).
“Sono molto soddisfatto della performance di UniCredit in questo inizio d’anno. Per la seconda volta di seguito, si è trattato del migliore primo trimestre dell’ultimo decennio, a riprova del successo del nostro attuale piano strategico e del fatto che siamo sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi di Transform 2019, che sono tutti confermati, entro la fine di quest’anno”. Così Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit, a commento dei conti del primo trimestre.

Esposizione BTP scenderà, ma niente target

L’Italia, con 58,7 mld di euro a fine marzo, rappresenta una quota di circa il 52% sul totale complessivo di titoli di stato in pancia e di circa il 7 per cento sul totale attivo di gruppo. Così come indicato nei 4 punti programmatici che costituiranno le basi della strategia di business 2020-2023, il ceo Mustier sottolinea che la riduzione dei titoli di Stato italiani in portafoglio fa parte di una serie di misure finanziarie decise in Cda in vista del nuovo Piano.

L’alleggerimento dell’esposizione ai Btp non avverrà attraverso la vendita di Btp, rassicura Mustier nel corso di una conference call con gli analisti: “Non venderemo Btp, piuttosto ridurremo gradualmente l’esposizione lasciando andare a scadenza i titoli in modo da allinearci al livello dei nostri competitor”. Mustier non ha dettagliato il target di riduzione dell’esposiozione ai Btp.

Stock Npl scenderà più del previsto

Mustier si sofferma sulle quattro misure finanziarie annunciate il 7 maggio e che costituiranno le basi della strategia del business plan 2020-2023 che verrà presentata il prossimo dicembre. “a cessione del 17% di Fineco rappresenta il primo passo – sottolinea Mustier – e sarà seguita da altre azioni, quali l’accelerazione della vendita di NPE nel 2019 a sostegno del runoff della divisione Non Core entro il 2021, il riallineamento del nostro portafoglio di titoli sovrani domestici rispetto a quelli dei nostri concorrenti europei e un’evoluzione della struttura del Gruppo che ci consentirà di aumentare la flessibilità e ottimizzare i costi del nostro funding”. “Gli obiettivi chiave sono assicurare al Gruppo benefici da un MDA buffer ora posizionato nella parte superiore del range compreso tra 200 e 250 punti base entro fine 2019 e consentirci in questo modo di rafforzare la capacità di fare credito, supportare le economie locali e sviluppare ulteriormente le attività commerciali con i clienti nei paesi dove siamo presenti. Siamo in vista del traguardo della maratona di Transform 2019 e, lavorando assieme come One Team, One UniCredit, assicureremo che UniCredit è e continui ad essere un vero vincitore pan-europeo”.

Riguardo all’esposizione ai crediti deteriorati, Mustier ha anticipato l’intenzione di realizzare altre vendite di Npl in modo da “battere significativamente” il target 2019 di 14,9 miliardi di stock residuo e avvicinarsi ad area 10 miliardi.