Unicredit: 90% analisti dice Buy (top dal 2007) in attesa conti 1° trimestre, Mustier atteso al varco su M&A
Coro di consigli d’acquisto sul titolo Unicredit in attesa dei conti del primo trimestre 2019. Dal consensus raccolto da Bloomberg ben il 90,6% degli analisti dice Buy, mentre solo il 9,4% consiglia Hold e nessuno dice Sell. I giudizi Buy sono ai massimi dal lontano 2007, trend diametralmente opposto di quello sull’altra big bancaria, Intesa Sanpaolo, che vede la percentuale di giudizi d’acquisto ai minimi dal 2014.
Il prezzo obiettivo medio indicato dagli analisti per Unicredit è 15,5 euro, con un potenziale upside del 35,3% rispetto ai livelli attuali. Gli analisti vedono quindi ancora ampio spazio di ripresa dei corsi azionari di Unicredit, che da inizio anno segna un progresso di oltre il 17%, ma su un orizzonte a 12 mesi il saldo è ancora ampiamente negativo (-33%).
Un mese fa a reiterare la fiducia sul titolo è stata Goldman Sachs inserendo Unicredit nella sua Conviction Buy List.
Il consensus vede un 1° trimestre 2019 solido con utili a 1,28 miliardi
Unicredit. I conti dei primi tre mesi dell’anno del gruppo guidato da Jean-Pierre Mustier verranno comunicati nella giornata di giovedì 9 maggio, prima dell’avvio dei mercati. Unicredit ha pubblicato sul proprio sito le previsioni del consensus degli analisti, rappresentanti 22 broker che coprono il titolo. Nel dettaglio, secondo le stime, l’utile netto trimestrale di Unicredit è visto raggiungere quota 1,287 miliardi di euro, mentre l’utile pre-tasse dovrebbe attestarsi a 1,81 miliardi e il risultato netto di gestione è atteso a 1,752 miliardi. I ricavi trimestrali indicati dal consenso degli analisti sono invece previsti a quota 4,884 miliardi.
Sostanzialmente allineati con il consensus sono gli analisti di Credit Suisse, che vedono profitti di Unicredit a 1,26 miliardi di euro, ossia 13% in più rispetto al primo trimestre 2018. Gli analisti della banca svizzera si attendono 360 milioni dalla cessione di asset immobiliari avvenuta nel primo trimestre, oltre alle extra coperture per 300 milioni dopo il recente accordo con le autorità degli Stati Uniti per mettere fine al contenzioso aperto per aver violato negli anni le sanzioni americane all’Iran.
Mustier atteso al varco, dossier M&A caldissimo dopo mossa Fineco
Dopo la diffusione dei conti, il ceo Jean Pier Mustier insieme al presidente della banca, Fabrizio Saccomanni, incontreranno la stampa alle 14.30 presso la sede di piazza Gae Aulenti. E’ forte la curiosità per quanto lo stesso Mustier dirà sul tema M&A. L’operazione di Finecobank, con la cessione del 17% del capitale per oltre un miliardo, ha accesso ulteriormente i riflettori sulle prossime mosse dell’istituto, più volte accostato come possibile acquirente della tedesca Commerzbank.
L’operazione Fineco può essere vista “come una preparazione per possibili acquisizioni perché pone la banca in una posizione migliore in termini di capitale”, rimarca Jacopo Ceccatelli, amministratore delegato di Marzotto SIM.
Da quanto reso noto ieri sera da Unicredit l’operazione Fineco rientra all’interno di una strategia di rafforzamento patrimoniale su cui poggerà il nuovo piano strategico al 2023 che verrà presentato il 9 dicembre. Sulla carta stampata oggi si sottolinea come molti addetti ai lavori restano convinti che la banca paneuropea che Mustier prepara al prossimo triennio sarà sempre meno italiana, e sempre più in altri Paesi.
Nel 2017, il ceo Mustier sottolineò che in materia di M&A tutte le opzioni saranno in gioco una volta terminato il piano al 2019.
Tra le quattro le azioni approvate dal Consiglio di Amministrazione di UniCredit come antipasto del nuovo piano strategico 2020-2023 spicca l’obiettivo di raggiungere la parte superiore del buffer di 200-250pb del CET1 ratio sui requisiti patrimoniali entro fine 2019, attraverso la vendita di alcuni assets, ivi incluse le iniziative già completate o annunciate; è previsto poi l’allineamento progressivo nel tempo del portafoglio di BTP ai portafogli detenuti dai gruppi bancari italiani ed europei.