Notizie Notizie Mondo Una Bce meno al servizio dei mercati? Christine Lagarde: “comprenderli, senza farsi guidare da essi”

Una Bce meno al servizio dei mercati? Christine Lagarde: “comprenderli, senza farsi guidare da essi”

4 Settembre 2019 15:43

La Bce deve ascoltare e comprendere i mercati, ma non deve farsi guidare da essi: parola di Christine Lagarde, pronta a sedersi sullo scranno più alto della Bce, quando alla fine di ottobre scadrà il mandato dell’attuale presidente dell’istituzione, Mario Draghi.

L’ormai ex direttore dell’Fmi (Fondo Monetario Internazionale), è intervenuta oggi al Parlamento europeo, in vista della votazione, per la sua conferma alla presidenza della Bce, da parte della Commissione degli Affari economici e monetari, che si terrà stasera.

Interpellata da vari europarlamentari, con domande che spesso non hanno nascosto un tono polemico nei confronti di una Bce che avrebbe arricchito soprattutto i ricchi, Lagarde ha confermato la view espressa nelle ultime settimane da altri esponenti dell’istituto. Quella secondo cui, per l’appunto, la Bce non deve essere al servizio dei mercati.

Verso la fine di agosto è stato il vicepresidente della Bce, Louis de Guindos, ad affermare che, sebbene sia importante comprendere la view che i mercati hanno riguardo alla performance dell’economia, la politica monetaria dipende dai dati macroeconomici, non dalle scommesse o dalle aspettative dei mercati stessi.

Qualche giorno dopo, in un’intervista concessa al quotidiano austriaco Wiener Zeitung, Ewald Nowotny governatore della banca centrale austriaca Oesterreichische Nationalbank ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, ha fatto un’ammissione che potrebbe sembrare quasi un mea culpa:

“Negli ultimi anni, forse, abbiamo seguito le aspettative dei mercati in modo eccessivo, evitando di deluderli. Sono dell’opinione che le banche centrali debbano essere istituzioni ferme e risolute, e debbano dunque, a volte, deludere i mercati“.

Le dimissioni di Christine Lagarde dal timone dell’Fmi, rassegnate alla metà di luglio, saranno effettive a partire dal prossimo 12 settembre.

L’ex ministro delle Finanze del governo di Nicolas Sarkozy dovrebbe poi assumere il comando della Bce a partire dal prossimo 1° novembre, nell’ambito di un mandato che le è stato assegnato dai leader europei, della durata di otto anni.

Nell’anticipare quale sarà la politica monetaria della ‘sua’ Bce, Lagarde ha confermato di essere d’accordo  con la view di Mario Draghi, in merito alla necessità che “una politica decisamente accomodante vada avanti per un periodo esteso di tempo”.

Difesi a spada tratta dalla prima donna che sarà alla guida dell’Eurotower anche gli strumenti lanciati da Draghi per sostenere l’economia e l’inflazione dell’area euro, ovvero il programma di Quantitative easing (QE) e i tassi di interesse negativi, che tanto stanno spaventando soprattutto la Germania e il mondo delle banche.

Questi strumenti, d’altronde, hanno contribuito alla creazione di 11 milioni di nuovi posti di lavoro, a partire dal 2013, ha detto Lagarde e, senza di essi, “la crisi sarebbe stata peggiore in modo significativo”.

Detto questo, “c’è bisogno anche di prestare attenzione alle conseguenze negative di una politica monetaria non convenzionale”.

Tra l’altro, desta fin troppi sospetti il silenzio del banchiere francese, esponente del Consiglio direttivo della Bce, Francois Villeroy de Galhau, che si è chiesto se davvero ci sia la necessità di rilanciare il QE, il programma di acquisto di asset da parte della Bce che è terminato ufficialmente alla fine del 2018. E il programma che, a proposito delle aspettative dei mercati, sempre più trader e investitori ritengono che sarà rilanciato ben presto, con un annuncio della Bce di Mario Draghi già nella prossima riunione, in calendario il prossimo giovedì, 12 settembre.

Le dichiarazioni rilasciate oggi da Christine Lagarde hanno confermato in generale la sua natura dovish, come da attese. Lagarde ha ammesso anche che l’inflazione dell’Eurozona rimane troppo bassa, in modo persistente.

C’è da dire che il Parlamento Ue non può bloccare la sua nomina, decisa dai capi di Stato del Consiglio Ue. E’ atteso per stasera il voto da parte della Commissione degli Affari economici e monetari del Parlamento stesso. Il Parlamento europeo voterà poi la sua nomina tra il 16 e il 19 settembre.