Notizie Notizie Mondo Christine Lagarde: sarà lei a sostituire Draghi Whatever It Takes a Bce. In arrivo altra colomba?

Christine Lagarde: sarà lei a sostituire Draghi Whatever It Takes a Bce. In arrivo altra colomba?

3 Luglio 2019 10:54

La francese Christine Lagarde alla Bce, la tedesca Ursula von der Leyen alla Commissione europea: due donne al timone di due delle istituzioni più importanti dell’Europa. Un record, confermato con la fumata bianca dei leader europei che finalmente, non dopo qualche tensione, è arrivata. Lagarde, al momento direttore del Fondo Monetario Internazionale, sostituirà Mario Draghi, che si appresta a lasciare la carica di numero uno della Bce alla fine di ottobre di quest’anno. Von der Leyen prenderà il posto di Jean-Claude Juncker.

Per le altre cariche di rilievo, il belga liberale Charles Michel sostituirà Donald Tusk alla presidenza del Consiglio europeo, mentre il socialista spagnolo Josep Borrell sarà Alto rappresentante. Rimane da assegnare la carica di presidente del Parlamento europeo, al momento ricoperta dall’italiano Antonio Tajani.

Ovviamente, per i mercati finanziari, la scelta più determinante delle ultime ore è stata quella di Christine Lagarde al posto di Mario Draghi. E’ quanto commentano gli analisti in queste ore. Per qualcuno, la Bce di Lagarde rimarrà colomba: certo, nessuno si esprime sulla possibilità che l’atteggiamento dovish sarà davvero simile a quello Whatever It Takes . Ma, per fare un esempio, Krishna Guha, responsabile di politica globale e di strategia delle banche centrali presso Evercore ISI, ritiene che “Lagarde sarà ampiamente dovish, facendo allo stesso tempo pressione sui paesi affinché le politiche fiscali esercitino un ruolo più attivo nel promuovere la crescita dell’Eurozona (ciò che ha fatto in tutti questi anni anche Super Mario).

“In particolare – precisa Guha – noi crediamo che (Christine Lagarde) appoggerà quella che sarà l’ultima grande scelta da colomba di Draghi, che sarà svelata a settembre: un piano accomodante che includerà sia un taglio dei tassi (dell’Eurozona) che un nuovo programma di Quantitative easing con acquisti di asset al mese per un valore di 30 miliardi di euro circa”. 

Per l’Italia, non è sicuramente di buon auspicio la dichiarazione del premier olandese Mark Rutte che, nel commentare la nomina di Lagarde allo scranno più alto della Bce, ha definito il numero uno dell’Fmi una “tough lady”, una “donna forte”.

“Conosco Christine Lagarde nelle vesti di numero uno dell’Fmi, so che è una donna forte, che sa ciò che vuole, che è molto chiara nel dare indicazioni, e quando vai da lei per chiedere un prestito, le sue condizioni sono molto dure. Dunque, non vorrei trovarmi al posto di un qualsiasi paese europeo che dovesse aver bisogno di chiedere favori alla Bce”.

A tal proposito, c’è da dire che l’interesse di Rutte per i problemi dell’Italia si sta facendo particolarmente forte. E’ di pochi giorni fa, infatti, che il premier ha dato Roma destinata a essere colpita, in modo quasi inevitabile, dalla procedura di infrazione Ue.

Oggi la Commissione si esprimerà in tal senso, ma l’impressione è che, invece, l’Italia scongiurerà il peggio. “Non intravedo nulla che mi faccia pensare che l’Italia possa sfuggire a questa procedura per deficit eccessivo. L’Italia deve fare davvero di più e la Commissione deve intervenire”.

Christine Lagarde alla Bce. Per ING la più grande sorpresa

Dal canto suo Carsten Brzeski, responsabile economista di ING in Germania, definisce la scelta dell’attuale numero uno dell’Fmi “la sorpresa più grande” emersa dalle nomine Ue, dal momento che Lagarde aveva escluso di avere ambizioni per le cariche istituzionali più importanti dell’Europa.

E invece, eccola qui. Detto questo, come rileva l’economista di ING, Lagarde non sarà solo la prima presidente donna della Banca centrale europea: sarà anche il primo presidente della Bce senza aver mai avuto esperienza nel mondo delle banche centrali.

Talento del nuoto sincronizzato, entrata nella nazionale, da ragazza Lagarde ha assicurato alla Francia diverse vittorie.

In campo professionale, si ricorda la sua esperienza presso una società legale di Chicago e, successivamente, con il ritorno a Parigi nel 2005, la sua nomina a ministro del Commercio e, due anni più tardi, a ministro delle Finanze del governo di Nicolas Sarkozy.

Alcune interviste rilasciate negli ultimi anni nelle vesti di direttore del Fondo Monetario Internazionale (carica che ricopre dal 2011), aiutano a comprendere meglio il suo profilo.

Tra queste, più che indicativa è l’intervista rilasciata al Guardian: ‘Can the head of the IMF save the euro’ (può il numero uno dell’Fmi salvare l’euro), nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani europei del 2012, nei tempi poi così non lontani in cui Grexit, ovvero l’uscita della Grecia dall’Ue e dall’euro era tra le parole più cliccate e discusse.

Erano i tempi in cui si paventava la rottura dell’euro e dell’Eurozona, in cui era normale citare l’acronimo PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna), e in cui Atene era nel caos, incapace di formare un governo e destinata alle elezioni anticipate.

La nomina di Lagarde a numero uno dell’istituzione di Washington non era stata accolta positivamente da tutti.

Tutt’altro: c’era chi aveva addirittura affermato come nominare Lagarde, eurofila, ex ministro francese delle Finanze, allo scranno più alto dell’Fmi, fosse stato come mettere un ubriaco dietro il bancone di un bar. Un ex responsabile del Fondo Monetario Internazionale era arrivato ad avvertire – ricorda il Guardian – come Lagarde negasse del tutto i problemi originari dell’euro.

Nell’intervista al Guardian, Lagarde ammise:

“Yeah yeah yeah yeah yeah. There is an emotional side of me that is pro-European,” she acknowledges. “But I try to not be French, not be European, when I do my job. And I know that resolving the Euro area crisis matters also to the Mexican, the Australian, the Brazilian.”

Ovvero, “si, si si si. C’è un lato emotivo dentro di me che è a favore dell’Europa. Ma cerco di non essere francese e non essere europea, quando faccio il mio lavoro. E so che risolvere la crisi dell’euro importa anche ai messicani, agli australiani, ai brasiliani”.

Tornando alla sua esperienza, l’economista di ING fa notare che, in un certo senso, chi la critica ha le sue ragioni: “nessuna esperienza presso nessuna banca centrale, nessuna formazione di economia di alto livello”, praticamente “un altro ex politico a capo della Bce”.

Tuttavia, sottolinea Brzeski, “non dimentichiamo il vecchio adagio, che dice ‘the King is dead, long live the King’. (D’altronde) Jean-Claude Trichet è stato diverso dal suo predecessore Wim Duisenberg, così come Mario Draghi è diverso da Jean-Claude Trichet“.

Dunque? Quali potrebbero essere le ripercussioni della nomina di Lagarde alla Bce sulla stessa banca centrale e sulla politica monetaria dell’Eurozona?

Riuscire a replicare l’immenso lavoro che Mario Draghi Whatever It Takes ha fatto per salvare l’euro non sarà cosa sicuramente facile. Ma anche Brezski si pone la domanda che, in questo momento, si staranno ponendo tutti, tra strategist ed economisti: “Hawk or dove?” Ovvero: “falco o colomba?”.  Per l’economista è praticamente impossibile definire Christine Lagarde in uno dei due sensi, visto che la funzionaria non ha mai detto nulla di incisivo in termini di politica monetaria.

“Mario Draghi ha dato sempre l’impressione di poter essere chiamato nel cuore della notte e di riuscire, anche in quella circostanza, a ricordarsi tutti i componenti degli ultimi dati Pmi. Il più bravo della classe, con orecchie e occhi sempre rivolti ai mercati finanziari. Christine Lagarde sarà probabilmente più un moderatore che una mente intellettuale, in termini di politica monetaria. E in un momento in cui alcuni membri della Bce hanno criticato anche troppo il processo decisionale, il suo ingresso potrebbe rappresentare un cambiamento”.