Trimestrali Usa: revisioni utili e meno timori inflazione spingono Wall Street
La stagione di utili di Wall Street sta per concludersi. All’appello delle trimestrali statunitensi manca ancora un peso massimo come Nvidia, che diffonderà i conti domani a mercati chiusi. Nel frattempo, la earning season ha fornito indicazioni perlopiù positive, complice l’attenuarsi dei timori legati all’inflazione e l’aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Fed a un certo punto nel corso dell’anno.
Come sono andate le trimestrali Usa
Secondo i dati di Bloomberg, le prime 469 società dell’S&P500 ad aver annunciato i risultati trimestrali hanno riportato nel 55% dei casi ricavi sopra le attese, superando dell’1% le previsioni degli analisti a livello aggregato. Per quanto riguarda gli utili, l’80% ha battuto le stime di consensus, con una sorpresa aggregata positiva pari all’8,4%. Di seguito uno spaccato per settore e in termini di confronto con le stime (verde per dati superiori; bianco in linea; rosso inferiori).
In termini di crescita percentuale aggregata, i ricavi sono aumentati sinora del 3,7% e gli Eps del 5,2%. Ecco il dettaglio per settore nel grafico sottostante (verde per segnalare una crescita, bianco per risultati stabili e rosso in calo).
Stime 2Q in miglioramento dopo i conti
I risultati positivi hanno spinto gli analisti a migliorare le proiezioni per il trimestre in corso, che si concluderà a giugno, al ritmo più rapido degli ultimi due anni. Un segnale che contribuisce ad accantonare definitivamente i timori di un calo dei profitti e di recessione, indicando che le precedenti previsioni erano forse troppo pessimistiche.
Per gli utili si tratta ormai del terzo trimestre consecutivo di crescita, dopo tre trimestri di contrazione. Questo grazie ad un’economia resiliente, in particolare per quanto riguarda il mercato del lavoro, e a una forte domanda da parte dei consumatori, malgrado il contesto di inflazione e tassi elevati. A trainare l’aggiustamento al rialzo dei profitti hanno contribuito soprattutto due settori ciclici, ovvero quello energetico e le materie prime.
Wall Street sui massimi con trimestrali e attesa tagli tassi
L’andamento positivo degli utili si sta riflettendo anche nelle performance dell’azionario statunitense. L’indice S&P 500 ha registrato ieri l’ennesimo record da inizio anno, ma anche Dow Jones e Nasdaq viaggiano sui massimi storici o in prossimità degli stessi.
Oltre alla revisione delle stime sugli utili post trimestrali, i listini beneficiano delle aspettative di tagli dei tassi dopo il dato incoraggiante sull’inflazione di aprile, che ha mostrato una moderazione dei prezzi. I funzionari della Fed continuano a predicare cautela, sostenendo che i costi di finanziamento rimarranno su livelli restrittivi ancora a lungo e frenando parzialmente l’ottimismo dei trader.
Tuttavia, le probabilità di un taglio a settembre sono abbastanza elevate (intorno al 75%, seppur in calo dal 90% di qualche giorno fa) e un secondo intervento entro fine anno non è da escludere, anche se molto dipenderà dai prossimi dati. In tal senso, focus sul Pce core del 31 maggio e sui prezzi al consumo del 12 giugno, giorno in cui si concluderà il prossimo incontro del Fomc.
L’inflazione fa meno paura alle società Usa
La minor preoccupazione per l’inflazione emerge anche da un’analisi di Factset sulle conference call post utili delle società. Lo studio ha esaminato le trascrizioni delle presentazioni dei risultati agli analisti tra il 15 marzo e il 17 maggio, trovando che solo 219 aziende hanno citato il termine “inflazione” nelle loro dichiarazioni. Si tratta del valore minimo dal 2021 e del settimo calo trimestrale consecutivo (285 nel quarter precedente), anche se il dato (parziale) resta al di sopra della media decennale, pari a 180.
A livello settoriale, la maggior parte delle aziende che ha citato l’inflazione appartiene ai settori finanziario (49) e industriale (43), ma a livello percentuale sono soprattutto i beni di consumo di prima necessità (86%) e i servizi finanziari (72%) a risultare più sensibili al tema.
Presto per fare previsioni sul full year
Lo scenario continua comunque a presentare elementi di incertezza. I dati sul mercato del lavoro di aprile hanno evidenziato un rallentamento delle assunzioni e un aumento inaspettato del tasso di disoccupazione, elementi potenzialmente critici per i profitti futuri. Inoltre, le fasce medio-basse della popolazione cominciano a subire gli effetti prolungati dell’inflazione e dei tassi, come emerge dai dati sui prestiti e sulla spesa per consumi.
Anche per questo, le prospettive sugli utili del full year non si sono mosse significativamente, malgrado il rialzo delle stime sul secondo trimestre. Gli analisti di Wall Street prevedono un Eps medio di 245 dollari per azione nel 2024, pressoché invariato rispetto alla proiezione di un anno fa. Pertanto, i broker sono prudenti nel rivedere le loro prospettive per la seconda metà dell’anno, almeno fintanto che un numero maggiore di aziende non fornirà indicazioni sugli utili dei prossimi trimestri.
Oltre a Nvidia, l’ultima dei Magnifici 7 ad annunciar i conti, in settimana riporteranno i dati sugli utili anche Macy’s, Target e Lowe’s, tre colossi delle vendite retail, dopo le indicazioni contrastanti di Home Depot e Walmart.