Tonfo petrolio, ora ci si mette anche l’ETF United States Oil Fund
Petrolio anche oggi sotto pressione, per ‘colpa’ di un fondo: si tratta di United States Oil Fund , ETF crollato di oltre il 15% nella sessione di ieri dopo aver annunciato grandi cambiamenti strutturali nella composizione del suo portafoglio.
Praticamente United States Oil Fund, noto anche con il ticker USO, ha deciso di sbarazzarsi nell’arco dei prossimi tre giorni di tutti i contratti WTI con scadenza a giugno, e di sostituirli con contratti di più lungo termine.
La struttura del fondo sarà la seguente: per il 30% ci saranno contratti WTI di luglio, per il 15% contratti di agosto, per altri 15% contratti di settembre, per altri 15% contratti di ottobre, per il 15% contratti di dicembre, e per il 10% contratti WTI con scadenza a giugno 2021.
L’annuncio è arrivato dal gestore del fondo USCF. La notizia non è da poco, visto che United States Oil Fund è l’ETF più grande tra quelli che sono esposti al mercato del petrolio, alle prese, sulla scia del collasso delle quotazioni oil, con una perdita pari a -87% dall’inizio dell’anno.
Qualche decisione bisognava prenderla, dopo che il fondo ha perso più del 50% soltanto il mese scorso, e che al momento è scambiato a 2,17 dollari. L’obiettivo è cercare di conseguenza di tagliare l’esposizione al contratto WTI di giugno, quello più vicino che, dopo lo shock del contratto di maggio, a cui ha assistito tutto il mondo la scorsa settimana, continua a essere bersagliato dalle perdite.
Peccato però che, in questo modo, United States Oil Fund si sia allontanato dal suo mandato originario, che era quello di monitorare il trend di breve termine dei prezzi del petrolio. Nei documenti presentati per motivare la sua mossa, USO (vedi qui la sua performance) ha scritto che i cambiamenti sono in risposta a “richieste delle autorità di regolamentazione, alle condizioni attuali del mercato e alle misure di mitigazione del rischio che sono state imposte dal FCM (commissione sui futures) di USO”.
Ci mancava solo questo a deteriorare ulteriormente i prezzi del petrolio. Per avere un’idea più chiara di United States Oil Fund si può ricorrere a un articolo di Investopedia, che ne traccia un profilo.
“United States Oil Fund è concepita per gli investitori di breve termine che possono continuare a monitorare in modo continuo le loro posizioni e che sono bullish sui contratti futures sul petrolio crude WTI. Visto che il benchmark del fondo è rappresentato dal contratto futures sul crude oil del WTI scambiato sul New York Mercantile Exchange (NYMEX), il fondo può sperimentare situazioni di contango quando fa rolling sui contratti sui futures, fattore sfavorevole per gli investitori di lungo termine”.
Proprio nelle ultime ore alcuni analisti avevano lanciato un alert sugli Oil ETF come United States Oil Fund, su cui diversi investitori – molti anche anche retail – hanno convogliato diverse somme da inizio anno e che ora potrebbero scontare i problemi di natura fondamentale che i mercati petroliferi stanno vivendo.
A tal proposito, nelle ultime ore si è messa in evidenza una nota di Goldman Sachs , che ha avvertito che la capacità globale di stoccaggio di petrolio arriverà al suo massimo nelle prossime tre settimane. Una volta che i depositi di tutto il mondo saranno stracolmi, si legge nella nota, non ci sarà alcun sito in cui depositare le scorte, e a quel punto i produttori di petrolio saranno costretti a drenare dal mercato ulteriori barili, in modo tale da allineare l’offerta alle forti perdite della domanda. Forti perdite da shock, che sono state provocate dal lockdown e dalle economie finite in quarantena in tutto il mondo, a causa della pandemia da coronavirus COVID-19.
La decisione dell’ETF United States Oil Fund peggiora il quadro, con i futures sul contratto WTI di giugno (i più interessati dalla decisione del fondo), che capitolano di quasi -20% a $10,35 dollari al barile, e il Brent che fa -4%, oscillando attorno a quota $19 al barile.