Petrolio, fondi passivi vs fondi attivi: attenzione agli oil ETF, potrebbe essere il loro turno
Attenzione a chi investe sugli oil ETF, gli ETF sul petrolio che finora hanno tenuto nonostante lo shock che ha colpito nelle ultime settimane i fondi energetici. A dispetto delle forti perdite che hanno messo KO i prezzi del petrolio e i fondi che puntano sull’energia, diversi investitori hanno puntato, da inizi anno, sugli oil ETF. Stando alle stime di Morningstar, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 22 aprile del 2020, soltanto gli investitori retail hanno convogliato negli ETF europei che investono in modo specifico nel petrolio quasi 2 miliardi di sterline.
Sono stati proprio questi grandi flussi in entrata a risparmiare sell off ancora più violenti sui mercati petroliferi, come ha spiegato Matt Adams, gestore di portafoglio presso Franklin Equity Group.
Gli acquisti in oil ETF “hanno sostenuto i prezzi nelle ultime settimane – ha commentato Adams -, soprattutto i prezzi del WTI che, in particolare, sono “scollegati dai prezzi del petrolio fisico”.
Un avvertimento è arrivato però su tali strumenti da Kenneth Lamont, analista senior e manager di ricerca specializzato in strategie di investimenti passivi presso Morningstar UK; Lamont ha notato che il movimento dei prezzi del petrolio è “impressionante”, se si considera che le quotazioni viaggiavano a 100 dollari al barile nell’agosto del 2014. E ha aggiunto che tale fenomeno non è certo stato ignorato da chi investe negli ETF. Di conseguenza, un alert è stato lanciato agli investitori che puntano sugli oil ETC:
“Acquistare petrolio a bassi prezzi utilizzando un ETC può essere una tentazione, ma le complessità e le idiosincrasie dei mercati dei futures sul crude implicano che si possono perdere soldi anche se i prezzi del petrolio salgono. Per la maggior parte degli investitori, è meglio che questo approccio venga lasciato agli specialist”.
Tra l’altro, lo scorso mercoledì 22 aprile, a dispetto della popolarità degli oil ETP, WisdomTree è stata costretta a chiudere uno dei suoi prodotti, a causa “di movimenti avversi estremi sul mercato dei futures”. La chiusura ha seguìto il caso del principale ETF garantito dal petrolio, il fondo da $4 miliardi United States Oil, che è stato costretto a rivedere il proprio portafoglio dopo che i prezzi sotto zero del petrolio hanno paventato il rischio, per gli investitori, di incorrere in perdite illimitate.
E Mike Salden, gestore di portafoglio presso Vontobel Community fund – che ha perso il 14,6% lo scorso mese – è stato tra coloro che hanno avvertito che gli elevati flussi in entrata negli ETF in un contesto caratterizzato da una volatilità così estrema potrebbero provocare pesanti perdite agli investitori.
Salden si è riferito all’attuale situazione di “super-contango”, in cui i prezzi dei futures sono molto più alti dei prezzi spot. Questo, a suo avviso, significa che “gli investimenti in ETF, al momento, presentano alti rischi per gli investitori che sono tentati di investire passivamente nell’oil a causa dei prezzi ultra-bassi”.
Meglio privilegiare a questo punto gli investimenti attivi? Sì, secondo Darius McDermott, managing director di FundCalibre: mentre gli oil ETF “non navigano in buone acque, i fondi attivi con maggiore esposizione verso i colossi del petrolio rispetto a quelli esposti verso i piccoli produttori sembrano più equipaggiati a far fronte alla volatilità“. Inoltre, giganti del calibro di “BP e Shell non falliranno“.
Intanto oggi va di scena un nuovo tonfo dei prezzi del petrolio, dopo lo shock prezzi sotto lo zero della scorsa settimana. Il contratto WTI di giugno cede più del 16% a $14 circa al barile e il Brent fa -3,68% attorno a quota $20.
Occhio all’alert di Goldman Sachs.
Preoccupa ancora l’elevato livello di scorte in tutto il mondo. Gli ultimi dati indicano che, nella settimana che si è conclusa lo scorso 17 aprile, le scorte di crude degli Stati Uniti sono salite a 518,6 milioni di barili, livello vicino al record assoluto di 535 milioni di barili testato nel 2017, mentre lo stoccaggio presente nelle unità galleggianti ha toccato il massimo di sempre, a 160 milioni di barili.