Helicopter money in Giappone e non solo in tempi di Covid. Si infiamma dibattito mai sopito su monetizzazione debito
Si fa un gran parlare di helicopter money, e non sempre il termine viene utilizzato in modo appropriato. Fatto sta, che di helicopter money in sommi capi viene spontaneo parlare, quando si apprende, come nelle ultime ore, l’intenzione del premier giapponese Shinzo Abe di premere l’acceleratore sul piano volto a distribuire cash direttamente ai cittadini. Il ministero delle Finanze del Giappone ha già reso nota l’intenzione di distribuire 100.000 yen a ogni cittadino del Giappone, per un valore totale di quasi 13 trilioni di yen.
Si tratta di una somma che corrisponde a 930 dollari circa a persona. Il piano vale più del triplo di quello inizialmente concepito, del valore di 4 trilioni di yen.
La differenza sarà coperta attraverso l’emissione di nuovi titoli governativi, che andranno a sommarsi all’enorme mole di debito pubblico made in Japan. Nuovi assist, a tal proposito, sono stati annunciati oggi dalla Bank of Japan, al termine della riunione di politica monetaria.
Oggi Abe ha detto di prevedere la distribuzione di cash il prima possibile, agli inizi di maggio. Secondo il quotidiano giapponese Mainichi, avranno diritto alle somme tutti i cittadini che si sono registrati per il programma entro la giornata di oggi, 27 aprile. Si tratta di 127 milioni di persone, inclusi gli stranieri che risiedono legalmente nel paese da più di tre mesi. Anche gli homeless hanno diritto al cash, ma la condizione è che si registrino presso un Comune.
In tempi di coronavirus COVID-19, l’era dell’helicopter money è qui? Intanto, vale la pena dirispolverare cosa si intende con questa espressione. Tra l’altro, negli ultimi giorni, si è parlato anche della possibilità che l’helicopter money diventi realtà in Europa – e dunque anche in Italia – con la Banca centrale europea di Christine Lagarde.
Lo scenario è stato paventato, in particolare, da due analisti, rispettivamente John Wraith, responsabile della divisione di strategia sui tassi UK di UBS e da Dario Perkins, managing director presso la società macro di ricerca TS Lombard.
Detto questo l’espressione helicopter money, coniata da Milton Friedman, si riferisce a una politica monetaria non convenzionale che vede una banca centrale stampare moneta aggiuntiva per distribuirla direttamente ai cittadini. Soldi caduti dal cielo dunque, gettati dall’alto da un elicottero direttamente sulle teste dei cittadini, volti a sostenere i consumi, e dunque la ripresa economica, durante una recessione e in tempi di grave crisi, come quelli che stiamo vivendo e saremo destinati a vivere con gli effetti del coronavirus-lockdown sull’economia mondiale.
Helicopter money e MMT: il collegamento c’è o no?
In realtà qualche economista ha già frenato, parlando di Mito dell’helicopter money, in un articolo pubblicato su Project Syndicate.
Yeva Nersisyan e L. Randall Wray hanno scritto infatti che, da quando gli Stati Uniti hanno lanciato un bazooka anti-Covid del valore di $2,1 trilioni e la Federal Reserve ha a sua volta varato un piano di stimoli senza precedenti, i media hanno amplificato la convinzione popolare sbagliata sulla Modern Monetary Theory (Teoria monetaria moderna)”. La critica è stata rivolta in particolare a Willem H. Buiter della Columbia University che ha affermato che “gran parte della risposta americana (alla pandemia) avverrà nella forma di helicopter money, un’applicazione dell’MMT in cui una banca centrale finanzia stimoli fiscali acquistando debiti governativi che vengono emessi per finanziare tagli alle tasse o per aumentare le spese pubbliche”.
LEGGI MMT, Ray Dalio: ‘piaccia o no, inevitabile che arrivi qualcosa di simile. Finita era politica monetaria banche centrali’ (/Occhio a tal proposito al riferimento a quanto ha detto James Montier (GMO) “Il denaro è una ‘creatura’ dello Stato” (..) Emettere debito nella propria valuta rende impossibile che uno Stato sia costretto alla bancarotta. Questo è sicuramente vero per US, UK, Giappone (sono solo i tre esempi più significativi) ma non applicabile ai paesi dell’Eurozona (dunque Italia)“.
Nell’articolo pubblicato su Project Syndicate Nersisyan e Randall Wray smontano il mito, affermando che l’MMT non supporta il Quantitative easing (QE) nè prescrive “le piogge dagli elicotteri”, per la semplice ragione che questa cosa dell’helicopter money non esiste. “Ciò che l’MMT prescrive davvero non ha nulla a che vedere con lo spedire ‘cash’ alle persone o alle banche. Nè si può parlare di una Fed ‘che ricorre all’MMT’ quando lancia un QE o quando presta centinaia di miliardi (di dollari) alle istituzioni finanziarie. Semplicemente, l’MMT sottolinea che la Fed non fa fronte ad alcun limite finanziario nella sua capacità di acquistare asset o prestit,i senza implicare alcuna azione particolare in questa direzione…tanto che è scettica su queste politiche“.
Piuttosto, “gli economisti dell’MMT hanno per tanto tempo sostenuto l’idea di un programma di garanzie sul lavoro finanziato dalle autorità federali, che agisca come stabilizzatore macroeconomico in tempi di crisi. Il lavoro, non il cash, è la risposta dell’MMT alle crisi economiche”.
Slegato il presunto collegamento tra helicopter money e l’MMT, almeno secondo i due esperti, c’è da dire che l’helicopter money si sta comunque concretizzando e non vede protagonista soltanto il Giappone. Le autorità governative di Hong Kong hanno stabilito per esempio, sempre in piena emergenza Covid, che tutti i residenti della città stato aventi un’età minima di 18 anni riceveranno 10.000 dollari di Hong Kong, l’equivalente di 1.200 dollari Usa, nell’ambito di un programma complessivo del valore di 120 miliardi di dollari di Hong Kong (15 miliardi di dollari Usa).
Idem a Macau, che offrirà ai residenti voucher per fare shopping, e Singapore, che distribuirà una somma una tantum ai cittadini del valore compreso tra 100 e 300 dollari.
Helicopter money:il precedente non entusiasma
Ma queste manovre di helicopter money funzionano davvero?
Se l’è chiesto anche il Financial Times, ricordando che un precedente c’è e vede protagonista ancora il Giappone che, nel marzo del 1999, distribuì alle famiglie giapponesi con figli e agli anziani dei coupon per fare shopping, del valore di 20.000 yen ognuno.
I coupon avevano una scadenza di sei mesi e potevano essere utilizzati solo nella comunità locale del beneficiario. Un professore giapponese ha rilevato che l’effetto è stato positivo sulle spese dei beni semi-durevoli, ma non ha avuto alcun effetto sulle spese dei beni non durevoli o sui servizi.
Detto questo, è stato lo stesso Financial Times a pubblicare un articolo, lo scorso 20 marzo, dal titolo inequivocabile: Coronavirus: the moment for helicopter money, parlando della necessità di superare alcuni tabù economici. Un riferimento è stato fatto alla spinosa questione della monetizzazione dei deficit o del debito, argomento sempre attuale in Italia, visti i conti pubblici destinati a diventare ancora più disastrati.
“Vista la necessità di assistere a deficit fiscali più consistenti – ha spiegato l’FT – “il dibattito sull’helicopter money comporta due interrogativi separati. Il primo è come finanziare lo stimolo: la banca centrale dovrebbe pagare la misura attraverso un finanziamento monetario diretto, dunque stampando moneta, o i governi dovrebbero finanziare la misura al solito modo (emettendo titoli di stato?). Il secondo è come la moneta dovrebbe essere distribuita, se attraverso distribuzione di cash o attraverso la spesa pubblica”.
Alcuni economisti chiedono esplicitamente, ora, che le banche centrali finanzino direttamente i deficit governativi. “Credo che i tempi siano maturi per un finanziamento monetario – ha detto lo stesso Adair Turner, ex responsabile della Financial Services Authority del Regno Unito, l’autorità di borsa della City -Turner -Ci dovrebbe essere chiarezza nel rassicurare la gente sul fatto che non ci siano limiti sulla disponibilità di moneta”.
Il dibattito continua, e nelle ultime ore ha visto protagoniste le dichiarazioni di Alberto Bagnai, economista leghista e presidente della commissione Finanze del Senato e Luigi Marattin di Italia Viva. Così Bagnai: “A parità di cose che non ci sono sul tavolo oggi, preferisco ragionare su un’altra strada, che è quella della monetizzazione del debito, da declinare tecnicamente se possibile in maniera compatibile con i trattati… abbiamo proposte dall’Italia, dalla Spagna, dalla Finlandia, però su quelle non si vuole ragionare perché c’è la difesa del sacro paradigma della moneta come merce scarsa, come la proposta Giavazzi-Tabellini dei Covid -Pandemic eurobond”. Bagnai ha parlato intervenendo sul canale Youtube Libertà di Pensiero condotto dal giornalista Antonello Angelini, conduttore di RadioRadio e Blogger de IlGiornale.it.