Titolo Saudi Aramco in correzione tecnica. Attacco Iran disturba sonno del principe bin Salman
Le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Iran mettono i bastoni tra le ruote dei sogni di gloria del regno saudita e, in particolare, del principe Mohammed bin Salman. Il titolo del gigante petrolifero Saudi Aramco, sbarcato alla borsa di Riyad lo scorso 11 dicembre, sconta infatti la notizia dell’attacco che Teheran ha sferrato contro le basi irachene di Erbil e al-Asad.
L’Ipo del colosso controllato dal regno arabo, tra le più attese e anche più incerte degli ultimi anni, aveva realizzato fin dalle prime sedute il sogno del principe bin Salman, assegnando una valutazione di ben 2 trilioni di dollari all’intera società.
Nelle ultime ore le azioni hanno scontato però l’escalation delle tensioni Usa-Iran, scatenate lo scorso fine settimana dalla notizia dell’uccisione del generale Qassem Soleimani per ordine del presidente americano Donald Trump, e rinfocolate nelle ultime ore dalle vendetta di Teheran, che ha sferrato un attacco contro due basi in Iraq che ospitano militari americani e anche italiani.
Nei giorni scorsi il leader religioso Ali Khamenei aveva già promesso vendetta contro gli Stati Uniti. L’effetto sui mercati dell’attacco iraniano contro le due basi militari è stato immediato, con l’azionario globale andato giù e con il boom dei prezzi del petrolio e dell’oro.
Tra le vittime illustri che si registrano sui vari listini c’è anche il gigante del petrolio che vale più di Apple e Microsoft.
Il titolo ha aperto in ribasso alla borsa saudita Tadawul a 34 riyal (l’equivalente di poco più di 9 dollari), valore inferiore del 12% rispetto al massimo di sempre testato a 38,70 riyal. La flessione, superiore al 10%, pone il titolo in fase di correzione tecnica.
Saudi Aramco è reduce da una flessione dell’1,7% della sessione di domenica e da un ulteriore calo dell’1,2% nella giornata di lunedì.
Le perdite hanno fatto andare in fumo l’equivalente di $200 miliardi dai massimi testati nelle precedenti sessioni. L’azione rimane tuttavia a un livello ancora superiore al prezzo di collocamento con cui è sbarcata in borsa, pari a 32 riyal.
La soglia dei 2 trilioni di dollari è stata toccata il secondo giorno di contrattazioni del titolo, lo scorso 12 dicembre. Oggi il valore di mercato si aggira attorno a $1,8 trilioni.