Titoli ‘stay-at-home’ o da lockdown: Zoom, Peloton, Netflix massacrati dai sell. Mossa esagerata in tempi di New Normal?
La notizia dell’efficacia superiore al 90% del vaccino anti-COVID a cui stanno lavorando Pfizer e BioNTech ha scatenato forti smobilizzi sui titoli “stay at home”. Si tratta di quei titoli di società che hanno beneficiato dei vari periodi di lockdown, quarantene, e in generale, delle varie misure di contenimento che sono state lanciate dai governi di tutto il mondo nella speranza di arginare i contagi da coronavirus.
Violenti sono stati i sell off che hanno messo KO titoli come Zoom Video (-17%) e Peloton Interactive (oltre -20%), oltre ad azioni più classiche del calibro di Amazon (-5%), Netflix (-8,6%), Microsoft (-2,38%). Un vero e proprio bagno di sangue, che ha affossato le quotazioni dei titoli più trendy dall’inizio della pandemia COVID-19.
I ribassi hanno pesato sul Nasdaq Composite, che ha chiuso in calo dell’1,5%, a fronte dei poderosi rialzi del Dow Jones e dello S&P 500, che ieri hanno testato anche valori massimi intraday.
‘Reazione esagerata? ‘ si chiedono diversi analisti. E’ arrivato davvero il momento di shortare i titoli che più di tutti gli altri hanno guadagnato con i nuovi stili di vita e di lavoro, smart working in primis, che si sono diffusi in tutto il mondo?
Daniel Roberts, ex giornalista presso Fortune Magazine, ha detto la sua in un articolo pubblicato su Yahoo Finance, in cui ha scritto nero su bianco che la reazione è stata eccessiva.
“Il pensiero del mercato sembra essere stato il seguente: un vaccino che sarà disponibile in modo diffuso permetterà il ritorno alla normalità, e questo significherà la fine di quella corsa all’acquisto di prodotti e servizi che vengono utilizzati di solito a casa”.
Attenzione, però: se un giorno, si spera vicino, un vaccino anti-Covid fosse effettivamente presente sul mercato (e la domanda è su quando questo accadrà, viste le difficoltà logistiche, e non solo, che una distribuzione di massa inevitabilmente comporta), la gente non smetterebbe certo di guardare Netflix, o di usare l’APP Zoom o Slack, (il software che permette la comunicazione in ufficio a distanza), anche se tutti gli uffici dovessero riaprire.
Ci sono certo dei casi che devono essere presi in considerazione, come quello di Zoom Video: e non perchè l’APP con il ritorno della normalità (e non tutti sono pronti a scommettere su questo, non ora almeno) sarà destinata all’oblio. Ma perchè effettivamente, spiega Roberts, il titolo è diventato così costoso da essere scambiato a un valore superiore a 800 volte gli utili. Di conseguenza, “la notizia relativa al vaccino ha fornito una scusa per le prese di beneficio” sul titolo. Detto questo, fin dall’inizio della pandemia, “analisti ed esperti hanno predetto che una qualche forma di smart working sarebbe rimasta, visto che il trend del ‘remote work’ stava crescendo anche prima dell’arrivo del coronavirus”.
Prima di lunedì, le quotazioni di Zoom Video erano balzate di ben il 635% dall’inizio dell’anno; quelle di Amazon e di Netflix rispettivamente del 79,2% e del 59,1%, quelle di Teladoc +146,2% e Shopify aveva fatto +162,8%. E che dire di Peloton, il titolo della società Covid Fitness Winner, che ha stregato Wall Street?
Eppure, una cautela a non scaricare i titoli da lockdown troppo presto è stata mostrata anche da Lindsey Bell, responsabile strategist per gli investimenti presso Ally Invest:
“Sebbene noi crediamo che la notizia sul vaccino sia positiva in modo significativo per il mercato, ci sono ancora tante domande senza risposta. Una di queste è quanto tempo sarà necessario prima che un vaccino diventi disponibile per le masse. Potrebbero trascorrere ancora mesi prima della fine della pandemia, e in America i nuovi casi di COVID stanno balzando”.
Inoltre, chi può essere tanto certo da escludere che lo stay-at-home e lo smart working siano diventati il New Normal? Indicativa e profetica è stata qualche mese fa la dichiarazione dell’ Ad di Nike, John Donahoe: “il digitale è il New Normal – ha commentato il ceo – Il consumatore oggi è fortemente digitale e, semplicemente, le cose non torneranno indietro”. Anche in caso di fine pandemia?