Tim, rete: più visibilità su earnout con piano industriale FiberCop
Andamento poco mosso in borsa per Telecom Italia dopo due sedute consecutive all’insegna dei rialzi (+6,75% giovedì e +2,4% venerdì). Nei giorni scorsi Tim ha beneficiato del nuovo target price assegnato da Bank of America, sulla base di una ripresa prevista nel mercato domestico e delle prospettive ancora interessanti in Brasile. Tra le opportunità nel breve termine, la banca d’affari ha citato gli earnout: ecco le ultime novità su questo fronte.
FiberCop aggiorna il piano industriale
Secondo le indiscrezioni riportate da Il Messaggero e riprese da Equita Sim, FiberCop sarebbe alle prese con l’aggiornamento del piano industriale al 2029.
Ricordiamo che FiberCop è la società che comprende la rete primaria e secondaria di Tim, dopo il conferimento da parte di quest’ultima di NetCo, il ramo d’azienda contenente l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale.
A luglio, Tim ha annunciato la cessione di FiberCop al fondo americano KKR (tramite il veicolo Optics BidCo) per 18,8 miliardi di euro, che possono però salire a 22 miliardi grazie agli “earnout”.
Affinché la parte variabile venga effettivamente corrisposta da KKR a Tim, è necessario il soddisfacimento di alcune condizioni. Una delle principali è la possibilità di una combinazione sinergica tra FiberCop e la rivale Open Fiber, società controllata al 60% da Cdp equity e al 40% dal fondo Macquarie, la quale gestisce una rete in fibra FTTH “wholesale only”.
Le implicazioni per Tim
Stando ai rumors, il piano di FiberCop prevede 10 miliardi di euro di investimenti fino al 2029, circa 2 miliardi all’anno per il prossimo quinquennio.
Le potenziali implicazioni indirette per Tim, secondo Equita, “sono positive in quanto l’earn-out generato in caso di combinazione tra FiberCop e Open Fiber è funzione delle sinergie (prevalentemente da CAPEX) tra le due realtà.”
Pertanto, “un fabbisogno di investimenti che rimanga elevato anche nel triennio 2027-29 aumenta la visibilità sul potenziale earn-out, che nelle nostre stime incorporiamo per 500 milioni di euro, circa il 20% dei € 2,5 miliardi stabiliti come cap”.
Tim, debito in calo post cessione rete
Ricordiamo che la cessione della rete ha consentito a Tim di ridurre l’indebitamento finanziario netto, al lordo degli aggiustamenti per l’operazione, di 14,2 miliardi di euro.
Tenendo conto di aggiustamenti e costi di separazione pari a complessivi 0,4 miliardi di euro, il deleverage ha determinato un effetto netto di 13,8 miliardi di euro.
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno del Gruppo TIM ServCo, risultante dalla cessione di NetCo a KKR, era dunque pari a 8,1 miliardi di euro.
L’AD Labriola: “Tim è competitiva e diversificata”
L’amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha ribadito che l’azienda è competitiva e diversificata, sia geograficamente, sia a livello di business, con una presenza nei segmenti Corporate e Pubblica amministrazione, oltre alle attività brasiliane. Nel complesso, questi business generano circa il 60% del fatturato e il 70% dell’Ebitda after lease, mentre il mercato Consumer, il più complesso e competitivo, rappresenta circa il 40% dei ricavi e il 30% dei margini.
“Il nostro è un portafoglio bilanciato, che combina attività con profili di rischio e maturità diversi per ottimizzare rendimento e stabilità, con un livello di debito dopo la vendita della rete che ci permette di pensare alla crescita e allo sviluppo strategico.”
Per quanto riguarda il nuovo assetto, “la prima metà del 2024 ha portato i risultati che ci aspettavamo, dimostrando un ritorno alla competitività dell’azienda e rafforzando la nostra fiducia e determinazione nel raggiungere i nostri obiettivi sia per l’intero anno che per gli anni successivi del nostro piano industriale”, ha concluso il Ceo.