Notizie Notizie Mondo Giappone, SoftBank si ribella a rating “junk” di S&P

Giappone, SoftBank si ribella a rating “junk” di S&P

24 Maggio 2023 15:48

SoftBank: il colosso giapponese ribatte a downgrade rating di S&P

Dal Giappone toni forti contro l’agenzia di rating S&P Global Ratings: la conglomerata SoftBank non accetta la bocciatura della sua valutazione, che la porta ad affondare ancora di più nella categoria “junk”, ovvero spazzatura.

L’agenzia ha rivisto al ribasso il rating dei bond a lunga scadenza di SoftBank, la holding nota per i suoi investimenti nelle società hi-tech, da “BB+” a “BB”, motivando il downgrade con l’esposizione del gruppo verso diverse società non quotate, in particolare start up private.

All’annuncio sono seguiti il trend negativo del titolo del gigante made in Japan alla borsa di Tokyo, e il balzo dei credit default swap, ovvero dei cds (contratti per assicurarsi contro il rischio di default) di SoftBank, al ritmo più forte in un mese circa.

‘Spiegazione priva di senso’. Rabbia contro il downgrade

Immediata la reazione al downgrade di S&P del direttore finanziario di SoftBank, Yoshimitsu Goto che, interpellato dall’agenzia Reuters, ha accusato l’agenzia di rating di aver dato “una spiegazione priva di senso”.

La spiegazione data da S&P è stata tuttavia alquanto precisa.

Riferendosi alle ultime mosse della holding, che ha smobilizzato alcuni asset, inclusa la partecipazione detenuta nel capitale della Big Tech Alibaba, l’agenzia ha così scritto:

“La vendita ha eroso la proporzione degli asset delle società quotate nel suo portafoglio. In più, le azioni tecnologiche in cui il gruppo ha investito in misura maggiore sono depresse da un periodo considerevole di tempo”.

In un comunicato stampa diramato a seguito del downgrade, SoftBank non ha nascosto il suo disappunto:

“Il fatto che la nostra solidità finanziaria non sia stata valutata in modo appropriato è estremamente spiacevole. Continueremo a dialogare con S&P”, si legge nella nota.

L’attrito con l’agenzia di rating fa tornare alla mente il precedente della polemica lanciata nel 2020 contro l’altra sorella del rating, Moody’s, dalla stessa holding giapponese.

Era il marzo del 2020, dunque il periodo più drammatico della pandemia Covid-19, quando Moody’s bocciò il rating di Softbank di ben due gradini, facendolo precipitare ancora più a fondo nella sua classifica “speculative”, ovvero “junk”.

La rabbia del colosso giapponese risuonò ovunque, e ancora di più risuonò l’insolita reazione: SoftBank chiese infatti a Moody’s di ritirare tutti i rating aventi per oggetto i suoi bond.

Il CFO Goto ha tuttavia affermato che, nel caso di S&P Global Ratings, la questione è decisamente meno grave rispetto a quanto accaduto nel 2020.

“La rilevanza del problema è totalmente diversa rispetto a quella che ha riguardato Moody’s”.

Detto questo, non si può dire che per la holding sia proprio un bel periodo. Tutt’altro: i problemi portano il nome della controllata britannica ARM, la cui mancata quotazione alla borsa di Londra ha fatto esplodere nel Regno Unito il caso “idiozia Brexit”.

Dal canto suo l’agenzia S&P ha detto che, a suo avviso, proprio l’Ipo di ARM, che si conferma la preoccupazione numero uno del ceo di SoftBank, migliorerebbe la liquidità del colosso.

SoftBank minimizza conseguenze downgrade S&P

In un’intervista rilasciata a Bloomberg a seguito del downgrade di S&P, il direttore finanziario di SoftBank Yoshimitsu Goto ha detto che la bocciatura non avrà in ogni caso un impatto sui costi di finanziamento del gruppo, né sulla gestione del suo bilancio.

Goto ha anzi rassicurato sul fatto che SoftBank dispone di ampie riserve di liquidità, di un valore superiore ai 5 trilioni di yen, e che dunque non ha bisogno di emettere, per ora, nuove obbligazioni.

Detto questo, è stato lo stesso manager a ricordare che la holding dovrà rifinanziare i bond che ha venduto agli investitori retail, il cui valore ammonta a ¥350 miliardi circa, in scadenza l’anno prossimo.

Goto si è mostrato a tal proposito fatalista, affermando che solo il tempo dirà quale sarà il valore a cui i tassi oscilleranno nel 2024.

In ogni caso, ha concluso, le cedole dei bond che SoftBank vende ai risparmiatori non dipendendono dal rating di S&P, ma da quello della società ‘di casa’ Japan Credit Rating Agency. E se la domanda per le obbligazioni dovesse confermarsi alla fine debole, nessun problema. “Possiamo sempre modificare il momento in cui lanceremo eventuali nuove emissioni”, ha detto Goto.