Tesla: utili e fatturato sotto stime, prima volta dal 2019. E Musk teme i tassi

Trimestrale decisamente sotto tono per Tesla, il colosso delle auto elettriche fondato e gestito dal ceo Elon Musk, proprietario, anche, della piattaforma X (ex Twitter).
Gli utili e il fatturato del gigante EV hanno deluso infatti le attese, per la prima volta dal secondo trimestre del 2019.
In particolare, l’eps su base adjusted è stato pari nel terzo trimestre del 2023 a 66 centesimi, al di sotto dei 73 centesimi per azione attesi dal consensus degli analisti.
Deludente anche il fatturato, ammontato a $23,35 miliardi, rispetto ai $24,1 miliardi stimati.
La reazione iniziale del titolo non è stata negativa: le azioni TSLA sono salite infatti nelle contrattazioni afterhours di Wall Street fino a +2,4%.
Le parole proferite dal ceo Musk, nel corso della conference call indetta per commentare i conti, hanno depresso poi le quotazioni.
Musk rilancia polemica anti-tassi. Pessimismo sull’economia
Il numero uno di Tesla Elon Musk ha avvertito che la vendita del Cybertruck non genererà un flusso di cassa positivo in modo significativo almeno per i 12-18 mesi successivi all’inizio della produzione, dimostrandosi in più pessimista sul trend dell’economia, a causa del contesto di tassi di interesse che rimangono ostinatamente alti, deprimendo la propensione a spendere dei consumatori.
In più, e proprio per il motivo di cui sopra, Musk ha ribadito la strategia volta a rendere i prezzi delle auto Tesla più competitivi, dunque più bassi, per invogliare allo shopping delle sue auto i potenziali acquirenti.
Gli investitori sono tornati così a temere per la crescita dei margini della Big Tech.
“Sono preoccupato per il contesto di tassi di interessi alti in cui ci troviamo – ha ammesso Musk facendo notare che, al momento, chi vuole comprare una auto è costretto a focalizzarsi in primis sulla capacità di far fronte alle spese – Se i tassi di interesse rimarranno alti o se saliranno ancora oltre, sarà sempre più difficile per la gente riuscire ad acquistare un’auto“.
E ancora:
“Non riesco a enfatizzare l’importanza dei costi...dobbiamo rendere i nostri prodotti più convenienti per permettere alla gente di comprarli”.
Va ricordato che non è certo la prima volta che Musk critica il trend dei tassi e, dunque, la Fed di Jerome Powell che, nella sua lotta contro l’inflazione, ha alzato i tassi sui fed funds Usa fino alla fine di luglio, dagli inizi del 2022, per l’undicesima volta consecutiva, portandoli al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%.
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Nel frattempo, ieri negli Stati Uniti si è appreso che i tassi dei mutui a tasso fisso sono schizzati all’8%, per la prima volta dal 2000.
Musk e la crociata sui costi, cita Game of Thrones
Musk ha citato anche la serie televisiva “Game of Thrones” (Il Trono di Spade) per descrivere la sua determinazione a far scendere i costi di produzione delle auto.
Tornando alla nota stonata del Cybertruck, Tesla ha annunciato su X (Twitter), che la produzione dovreebbe partire alla fine di quest’anno, nell’impianto Giga Texas, che dovrebbe riuscire a produrre 125.000 pickup l’anno.
Detto questo, è stato Musk stesso ad affossare le aspettative sul Cybertruck.
Tesla cauta su Cybertruck
“Voglio solo smorzare le aspettative sul Cybertruck – ha detto – E’ un grande prodotto ma, da un punto di vista finanziario, ci vorrà un tempo tra 1 anno e 18 mesi prima che ci sia un contributo significativo al flusso di cassa. Vorrei che ci fosse un modo per cambiare le cose, ma questa è la mia previsione migliore”.
Per quanto riguarda il target di produzione del pickup, Musk ha detto di credere, per l’appunto, che “finiremo con il produrne 250.000 l’anno”.
Ma anche qui l’attenti non è mancato: “Non credo che centreremo quel target l’anno prossimo. Credo che ci riusciremo probabilmente a un certo punto durante il 2025″.
La cautela manifestata dal tycoon ha così depresso il titolo TSLA che, dopo una reazione inizialmente positiva, ha fatto dietrofront.
Tesla vittima dell’inflazione e della guerra dei prezzi
Va detto che Tesla è riuscita a fare utili, nel terzo trimestre del 2023, per il 16esimo trimestre consecutivo.
I profitti hanno pagato tuttavia i tagli ai prezzi già varati da un po’ da Elon Musk e i periodi di inattività delle fabbriche del gruppo.
Inoltre, dai numeri è emersa la forte ritirata dell’utile netto, sceso nel terzo trimestre del 2023 a $1,9 miliardi, rispetto ai $3,3 miliardi dello stesso periodo del 2022.
A deprimere il titolo, anche il trend degli utili operativi, crollati del 52% a $1,76 miliardi, fattore che ha depresso il margine operativo, in flessione al 7,6%, rispetto al 17,2% del terzo trimestre dello scorso anno. Tutto questo, a fronte dell’aumento delle spese operative, pari a + 43% su base annua.
Tesla vittima dunque dell’inflazione, che ha zavorrato il potere di acquisto dei consumatori di tutto il mondo, e della conseguente guerra dei prezzi, lanciata dai vari colossi dell’auto per cercare di convincere i potenziali acquirenti a comprare le loro auto.
Già all’inizio di questo mese, il colosso aveva annunciato numeri poco confortanti sulle consegne che, nel terzo trimestre del 2023, sono state pari a 435.000 unità, al di sotto delle attese degli analisti, a fronte di una produzione in calo a 430.000 unità, rispetto alle 480.000 del secondo trimestre.
In questo caso, Tesla ha motivato il calo della produzione con i periodi di inattività delle fabbriche già messi in conto, dovuti alla necessità di rinnovare gli impianti.
Va detto che, vista la situazione attuale, al fine di centrare il target stabilito su base annua di 1,8 milioni di veicoli, a questo punto la società dovrà riuscire a consegnare 476.000 veicoli nell’ultimo trimestre di quest’anno.
Fioccano intanto i commenti degli analisti dopo la pubblicazione della trimestrale da parte del gigante EV.
Il commento Global X: i tre fattori positivi
Madeline Ruid, Research Analyst di Global X, ha messo in evidenza i tre fattori positivi emersi dai conti:
- In un panorama della mobilità elettrica sempre più affollato, a nostro avviso l’imminente lancio del Cybertruck – unito ai recenti tagli dei prezzi e al potenziale di ulteriori riduzioni dei costi per unità – dovrebbe aiutare Tesla a rimanere competitiva.
- Le installazioni stoccaggio di energia di Tesla sono aumentate del 90% rispetto al terzo trimestre, raggiungendo i 4 GWh, grazie alla crescita della Megafactory in California. A nostro avviso, la sostenuta crescita dell’attività di storage di Tesla evidenzia il buon momento dei sistemi di accumulo di energia, con le rinnovabili che continuano a guadagnare terreno a livello globale. Di conseguenza, riteniamo che anche l’attività di stoccaggio di Tesla potrà contribuire in modo significativo alla redditività.
- Tesla ha accelerato il suo sviluppo nell’intelligenza artificiale, con una capacità di calcolo più che raddoppiata rispetto al secondo trimestre. A nostro avviso, se l’azienda riuscirà a monetizzare con successo le sue capacità FSD (Full Self Driving) nei prossimi cinque anni, i margini della verticale AI di Tesla potrebbero essere simili a quelli di un software-as-a-service (SaaS).
Tornando a guardare al titolo, il sell off permane: a Wall Street le azioni scendono del 4,5% circa, attorno a $231.
Il titolo ha guadagnato il 10% nell’ultimo anno, rimanendo tuttavia decisamente lontano dal record testato nel 2021, quando è volato a un valore superiore ai 400 dollari.
Da segnalare che a scendere, nel terzo trimestre dell’anno, è stata anche la quota di mercato, pari ora alla metà circa, al minimo di sempre, e in calo rispetto al 62% del primo trimestre del 2023.
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