Notizie Notizie Italia Tesla ‘umilia’ la borsa Usa: +150% in un anno. Short seller si leccano le ferite, maxi ritirata in vista?

Tesla ‘umilia’ la borsa Usa: +150% in un anno. Short seller si leccano le ferite, maxi ritirata in vista?

4 Febbraio 2020 10:06

Shortare il titolo Tesla sta diventando sempre più faticoso, tant’è che non manca chi ritiene che gli short seller che hanno preso di mira l’azione saranno costretti ben presto a ritirarsi, e anche in modo veloce.

Ciò non significa che ci sarà necessariamente uno short squeeze, come spiegano in un articolo di Marketwatch analisti di S3:

“Tutti stanno anticipando un drammatico short squeeze su Tesla, ma è più probabile che assisteremo a una continua lenta flessione delle azioni shortate, piuttosto che a un crollo improvviso”. E questo, a causa delle diverse tipologie di hedging.

Sicuramente, gli short seller su Tesla non stanno avendo vita facile. Non l’hanno avuta sicuramente ieri, visto che il titolo è volato del 19,9%, mettendo a segno il rally più forte, in una sessione, dal maggio del 2013.

La loro sconfitta è certificata dai numeri. Si parla di una perdita, per chi ha scommesso contro l’azione, di $8,31 miliardi in termini di mark-to-market, dall’inizio dell’anno nuovo. Perdita che include anche quella di ieri, pari – stando a quanto fanno notare gli analisti di S3 – a 2,5 miliardi in una sola sessione.

Tesla: non c’è pace per gli short seller

Il titolo Tesla ha terminato la sessione di ieri al valore di chiusura record di 780 dollari, dopo aver testato un record intraday a $786,14. Il balzo del 20% di ieri, lunedì 3 febbraio 2020, è stato il più forte dal 9 maggio del 2013, dunque in più di sei anni, quando le quotazioni balzarono del 24,4%.

I buy sono scattati dopo che il produttore di auto elettriche ha riportato i risultati di bilancio trimestrali che, per la prima volta in assoluto, hanno visto la società chiudere un esercizio in utile. (su base trimestrale).

Tesla ha anche annunciato che la produzione del proprio Model Y sta avvenendo a un ritmo più veloce rispetto a quanto preventivato, e che potrebbe vendere, di conseguenza, più di mezzo milione del modello nel 2020.

Il titolo Tesla oggi vale il triplo di quanto valeva nella seconda metà di ottobre, e il quadruplo di quanto valeva a inizio giugno. La sua ascesa è stata praticamente inarrestabile dalla metà di dicembre: da allora fino a ieri sono state 19 le volte in cui l’azione ha chiuso a un valore record.

Nello specifico, nella sessione di ieri, Tesla si è confermata il titolo migliore e più scambiato sul Nasdaq 100. Negli ultimi 12 mesi, il guadagno è stato di ben +150%. Un guadagno che ha umiliato, se così si può dire, i rispettabilissimi +20% e +13% riportati nello stesso periodo di tempo dallo S&P 500 e dal Dow Jones Industrial Average.

Eppure gli short seller interest su Tesla ammontano a $16 miliardi: 24,38 milioni di azioni sono state shortate, per un ammontare pari al 18% del flottante. Tesla continua tuttora a confermarsi il titolo più shortato a Wall Street, seguito da Apple.

Il fenomeno Tesla continua a far parlare di sé: e c’è anche chi fa notare che con la grande scommessa, la storia si ripete. E che scrive:

“Il problema non è capire se ci sia una palese sopravvalutazione di Tesla, ma se le attese su questa società e…su quante altre, siano tremendamente esagerate ed irrealizzabili. Insomma, delle Tiscali 2.0… Oppure del nuovo Bitcoin, o ancora la nuova Cannabis. Ok signori, la storia insegna nulla e la storia si ripete. E molto probabilmente si ripeterà per l’ennesima volta”.

Qui, sempre di Danilo DT, i motivi del grande rally di Tesla.

Ma cosa e chi hanno scatenato ieri il rally storico dell’azione? La fiammata è stata alimentata dagli analisti di Argus Research, che hanno rivisto al rialzo il target sul prezzo del titolo Tesla da $556 a $808. Argus ha anche alzato le stime sull’utile per azione a $8,01 da $5,96, prevedendo che l’eps raddoppierà entro il 2021. E così le quotazioni di Tesla sono volate del 19,9%, balzando con decisione verso quota $800.

Argus Research ha motivato il maxi upgrade con i risultati di bilancio solidi riportati.

Così si legge nella nota di Argus:

“La nostra view positiva si basa sulla continua crescita del fatturato con il Model S e il Model X, così come sulla solida domanda per il nuovo Model 3, che ha inciso sulla produzione del quarto trimestre del 2019 per oltre l’80%“. La nota continua: “Nonostante i ritardi in passato nella produzione, la scarsità di componenti, i costi del lavoro e altre difficoltà, noi crediamo che Tesla beneficerà della sua posizione dominante nel settore delle auto elettriche, migliorando la sua performance nel 2020 e oltre”.

Vale la pena ricordare che, lo scorso mercoledì, Tesla ha reso noto di prevedere che le consegne dei propri veicoli “supereranno tranquillamente quota 500.000” nel 2020.

Il produttore di auto aveva già consegnato 112.000 veicoli, a livello globale, nel corso del quarto trimestre: un record, che aveva superato le 106.000 consegne stimate degli analisti di Wall Street.

Lo scorso 3 gennaio, Tesla ha reso noto di aver consegnato 92.550 auto Model 3 e 19.450 auto Model S e X. Risultati che hanno stracciato le stime, visto che le previsioni erano per consegne di 87.900 unità Model 3, 9.800 consegne di auto Model S e 9.300 consegne di veicoli Model X.

Bill Selesky, analista di Argus Research, aveva già alzato il target sul prezzo del titolo a 12 mesi lo scorso 7 gennaio, da $396 a $556, citando i solidi risultati sulle consegne del quarto trimestre, confermandosi l’analista più bullish sull’azione. In un mare di scommesse ribassiste da parte degli short seller.