Tesla: Musk ‘invade’ il campo di BMW, Daimler, Volkswagen. In Germania la gigafactory europea
Una gigafactory in Germania, vicino a Berlino: Tesla si conferma sempre di più il futuro, e tutto il resto sembra far parte già del passato: per qualcuno, le cose stanno messe così, che lo si voglia o meno, che il fondatore eclettico Elon Musk piaccia o meno.
Proprio perchè rappresenta il futuro, Tesla è anche una minaccia: soprattutto se va a ‘invadere’ il campo di quelli che sono tuttora considerati i pilastri dell’industria automobilistica globale. Pilastri tedeschi, del calibro di BMW, Daimler, Volkswagen. Ancora Golia del settore auto, ma alle prese con un Davide sempre più temibile.
Golia che non avranno certo brindato alla notizia delle ultime ore, data ufficialmente dallo stesso Musk e poi riportata da alcuni quotidiani tedeschi, come Tagesspiegel e Bild.
L’annuncio di Musk è arrivato in occasione di un evento che si è tenuto a Berlino, Germania, in occasione del quale l’enfant prodige ha accettato un trofeo per le sue auto Model 3, che ha battuto quest’anno le sedan di BMW e Audi.
Rivolgendosi a una platea occupata in prima fila dai boss dei principali titani tedeschi del comparto auto – i ceo di BMW, Volkswagen e Audi – il ceo miliardario del gruppo ha annunciato l’intenzione di Tesla di lanciare una rete manifatturiera globale con l’apertura di una fabbrica vicina a Berlino: una gigafactory, per usare un termine più consono al vocabolario di Musk.
Tesla, ha aggiunto Musk, creerà anche un centro di ingegneria e di design nei pressi dell’aeroporto della città.
“Alcune tra le auto migliori del mondo sono fabbricate ovviamente in Germania – ha detto Elon Musk, accettando il trofeo. Paese, ha aggiunto, che “non è molto indietro” nella sfida delle auto elettriche sebbene, (è stato costretto ad ammettere), questo mercato “non è stato ancora sperimentato” dai tedeschi.
Tesla: la gigafactory nascerà a Berlino. Tesla come Apple?
La gigafactory sarà costruita a Gruenheide, poco più di un’ora di distanza da Berlino nell’est della Germania. Bild ha segnalato, nello specifico, che la creazione della fabbrica creerà ben 10.000 nuovi posti di lavoro.
Nell’articolo “Musk Invades Germany’s Automotive Heartland With New Factory”, ovvero “Musk invade il cuore dell’auto tedesca con un nuovo impianto” Bloomberg ricorda che, al momento, “Tesla è presente a Berlino in misura modesta, con un negozio e un centro servizi vicini all’aeroporto di Schoenefeld, e con gli showrooms di Potsdamer Platz e del boulevard Kurfuerstendamm”.
Di Tesla si è scritto di tutto e di più. Vale la pena riportare l’articolo di Marketwatch firmato dall’editorialista Vitaliy Katsenelson, che ha paragonato Tesla all’iPhone 3, lanciato nel luglio del 2008, e tutti gli altri produttori di auto a Nokia, che allora era il produttore di cellulari numero uno al mondo.
“Ciò che non sapevamo, allora – si legge nell’articolo – è che in realtà Nokia era un produttore di telefoni stupido e che Apple sarebbe diventata il principale produttore di smartphone. L’errore che molti investitori fecero, allora, fu non capire che l’iPhone non era un telefono, ma un computer portatile che permette anche di fare telefonate”.
L’esperto fa notare che “non fu Apple a detronizzare Nokia; fu Nokia a farlo da sola. Nokia, infatti, avrebbe dovuto dare una occhiata all’iPhone, ringraziare Apple per aver mostrato il futuro del telefono, e procedere poi a sviluppare un proprio smartphone”.
Arriviamo così al paragone tra Tesla ed Apple e tra le altre case automobilistiche tradizionali e Nokia.
“La transizione da auto con motori a combustione interna (ICE) ad auto elettriche (EV) non è solo un cambiamento tecnologico che contraddistingue un nuovo settore. In teoria, nessuno sa produrre automobili più dei produttori tradizionali ICE, e dunque, nell’arco di un decennio, dovrebbero essere le loro future auto elettriche ad affollare le nostre strade. Nonostante questo, il successo di tali aziende in questo nuovo settore è tutto fuorché scontato”.
E questo, anche per il modo in cui i clienti vengono servizi: modo che Tesla ha rivoluzionato.
L’articolo di Marketwatch fa notare come le aziende automobilistiche ICE siano praticamente aziende all’ingrosso, che vendono le loro auto ai concessionari: un modello, questo, che è “un relitto della Grande Depressione, e che nessuno ha mai sfidato fino all’arrivo di Tesla”.
Tesla ha deciso che il modello di business tradizionale non era appropriato per il nuovo comparto delle auto elettriche. E si è ispirata ad Apple, che controlla l’intera esperienza della clientela, dal momento in cui si acquista un telefono a quello in cui si decide di upgradarlo a uno nuovo”.
Vitaliy Katsenelson ha fatto un esempio: “Pensateci: ho acquistato il Model 3 (di Tesla) da 51.000 dollari con la stessa facilità con cui ho acquistato un iPhone da 900 dollari. Ho testato e guidato la macchina. Qualche giorno più tardi, ho contattato il negozio Tesla e ho detto all’addetto che volevo acquistare l’auto. Le mie informazioni erano già presenti nel sistema. Dopo qualche giorno, ho ricevuto una email che ha confermato la data di consegna, chiedendomi di scegliere un orario per il ritiro dell’auto. Una mattina dello scorso giugno, mi sono presentato per ritirare l’auto alle 9.30 a.m: dieci minuti dopo tornavo a casa alla guida della macchina. E’ stato tutto così semplice”.
Gigafactory Tesla. Germania, un terreno fertile
La costruzione della gigafactory europea di Tesla arriva in un momento di cruciale transizione, nel mercato tedesco delle auto, dai veicoli con motori a combustione interna alle auto elettriche. Una transizione che potrebbe presentarsi, avverte Bloomberg, caotica e decretare la comparsa di diversi operatori.
Forse però i colossi dell’auto, mancano ancora un po’ di strategie chiare, se si considera che, in vista dell’assemblea con gli azionisti che si terrà domani a Londra, Daimler – produttore delle auto Mercedes-Benz, sta facendo i conti con la resistenza dei sindacati, che si chiedono dove le auto elettriche del futuro saranno prodotte. Anche Audi, marchio principale di Volkswagen, sta fronteggiando una situazione simile, monitorata per gli effetti che le sue scelte potrebbero avere sull’occupazione presso le sue principali fabbriche, che sono specializzate nella produzione di sedan e di station wagon.
Sicuramente Tesla ha trovato un terreno fertile in Germania, visto che il governo di Angela Merkel ha raggiunto un accordo con i produttori di auto tedeschi che prevede l’aumento degli incentivi per il mercato degli EV (Electric Vehicle). La Germania è, di fatto in prima linea nello sforzo di ridurre le emissioni di gas serra, come dimostra anche il recente annuncio di Volkswagen, che ha presentato la sua nuova auto elettrica, confermando l’intenzione di diventare leader nel mercato dell’e-mobility con la sua ID3.
Allo stesso tempo, produrre auto in un paese come la Germania, caratterizzato da costi del lavoro ed energetici tra i più alti del mondo, è destinato a confermarsi una sfida, e di quelle non facili. D’altronde, il lancio di auto elettriche comporta la richiesta, da parte dei consumatori, di una rete di concessionari e di negozi di riparazione che possano garantire una facile gestione della manutenzione. Ed è proprio in questo campo che, ultimamente, Tesla non ha brillato.
Detto questo, il ministro dell’economia tedesco Peter Altamaier, nel commentare il progetto tedesco di Tesla, ha scritto in una email inviata a Bloomberg che “la decisione di Tesla di costruire un impianto ultra-moderno di auto elettriche in Germania costituisce una ulteriore prova dell’appetibilità della Germania come destinazione per l’industria dell’auto”.
Si tratta, ha aggiunto Altamaier, di una pietra miliare nello sviluppo della mobilità elettrica e del know-how sulle batterie“.
La notizia relativa alla costruzione di una gigafactory europea non è del tutto nuova, visto che in precedenza Musk aveva detto che Tesla avrebbe annunciato, prima della fine dell’anno, dove avrebbe lanciato un impianto in Europa. Fin da subito, la Germania era stata data per favorita. Finora Tesla ha fatto affidamento solo su un unico impianto di assemblaggio situato a Fremont, in California. L’impianto è coadiuvato da alcune gigafactory che si trovano a Reno, in Nevada, e che producono batterie.
Tesla è anche vicina a lanciare le vendite del Model 3s prodotte nell’ultima fabbrica che ha costruito, in Cina, vicino a Shanghai. Sui tempi dell’operatività della gigafactory europea che sorgerà vicino a Berlino, lo stesso fondatore del gruppo americano aveva detto già all’inizio di quest’anno che, probabilmente, l’impianto non sarebbe stato attivo almeno fino al 2021.